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Vaiolo delle scimmie: l'Ue esclude controlli alle frontiere e programmi di vaccinazione

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image Diritti d'autore Moses Sawasawa/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Moses Sawasawa/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Marta Iraola Iribarren
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Le autorità sanitarie europee scartano ulteriori misure di prevenzione per la nuova variante del vaiolo delle scimmie, poiché il rischio per la popolazione è considerato "basso". La Repubblica Democratica del Congo, epicentro dell'epidemia, cerca 3,5 milioni di dosi di vaccino

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Non è necessario imporre controlli alle frontiere per arginare la diffusione del vaiolo delle scimmie (noto in inglese come monkey pox, in breve mpox), né avviare un programma di vaccinazione a livello comunitario contro il virus.

A stabilirlo è stato il Comitato per la sicurezza sanitaria (Hsc) della Commissione europea, dopo un incontro con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l'Agenzia europea per i medicinali (Ema).

Un portavoce della Commissione europea ha dichiarato a Euronews che il comitato ha concordato che per il momento non è necessario aggiornare il parere sulla vaccinazione contro l'Mpox rispetto alle linee guida 2022, "né questa dovrebbe essere considerata un'emergenza di salute pubblica in Europa allo stato attuale".

"I membri dell'Hsc hanno concordato sull'importanza di un approccio strettamente coordinato e sulla necessità di continuare a monitorare la situazione molto da vicino", ha aggiunto il portavoce dopo la riunione, che si è svolta online e che ha visto anche la partecipazione dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e del Centro africano per il controllo delle malattie.

L'Oms ha dichiarato il vaiolo delle scimmie come un'emergenza globale

Per il momento, le raccomandazioni di vaccinazione sono mantenute per alcuni gruppi, ma l'estensione a tutta la popolazione è stata esclusa.

Lo scopo dell'incontro era quello di discutere l'evoluzione della situazione del vaiolo delle scimmie nell'Unione Europea e l'eventuale attuazione di ulteriori misure, come le raccomandazioni di vaccinazione per la popolazione o i controlli alle frontiere per i viaggiatori provenienti da aree a rischio elevato.

L'incontro è avvenuto dopo che la settimana scorsa l'Oms ha dichiarato l'mpox un'emergenza sanitaria globale a causa della diffusione di un focolaio nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e nei Paesi africani limitrofi.

All'indomani dell'allerta, la Svezia ha registrato il primo caso di vaiolo delle scimmie sul proprio territorio.

L'epidemia di vaiolo delle scimmie in Rdc e altri Paesi in Africa

L'Rdc spera di ricevere 3,5 milioni di dosi di vaccino per affrontare l'epidemia entro la prossima settimana, ha dichiarato lunedì il ministro della Sanità locale.

Nel Paese sono stati confermati più di 16mila casi di mpox e circa 570 decessi (il tasso di mortalità è di circa il 3,4 per cento), con il virus che si sta diffondendo in altri 17 Paesi africani, ha dichiarato ai giornalisti il ministro, Samuel Roger Kamba.

“Il vaccino è solo una parte della risposta. La prima risposta è rappresentata dalle misure igieniche”, ha detto Kamba. “È il contatto che diffonde la malattia”, ha aggiunto.

Da quando è stato segnalato il primo caso umano nel 1970, il virus è ora endemico nei Paesi dell'Africa centrale e occidentale. È la seconda volta che viene dichiarata un'emergenza sanitaria globale per il virus.

La prima fu nel 2022 dopo un'epidemia globale in Paesi che non avevano segnalato casi in precedenza, tra cui l'Italia.

Questa volta l'epidemia è causata dal sottotipo del virus noto come "Clade I", che causa una forma della malattia più grave. In seguito alle ultime segnalazioni, alcuni Paesi stanno potenziando la sorveglianza e avviando campagne di informazione pubblica.

Monica García, ministra della Salute spagnola, ha dichiarato in un post su X che, pur non attuando alcuna misura alle frontiere, il governo spagnolo collaborerà con le autorità aeroportuali e le compagnie aeree per aumentare le informazioni disponibili per le persone che viaggiano in Spagna.

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La settimana scorsa l'Ecdc ha avvertito che è "altamente probabile" che in Europa si verifichino più casi, avvertendo che il patogeno penetra attraverso ferite o lesioni (spesso invisibili) della pelle o delle membrane mucose e può essere dunque trasmesso da una persona all'altra per contatto o tramite rapporti sessuali.

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