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I 14 fattori di rischio da tenere sotto controllo per prevenire la demenza

Copyright Francisco Seco/AP Photo
Copyright Francisco Seco/AP Photo Diritti d'autore Copyright Francisco Seco/AP Photo
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Di Gabriela Galvin
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Secondo un nuovo studio di Lancet tenere sotto controllo 14 fattori di rischio - tra cui il colesterolo alto e il calo della vista - potrebbe ritardare o prevenire quasi la metà dei casi di demenza nel mondo

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Secondo un gruppo di 27 esperti di demenza tenendo sotto controllo 14 fattori di rischio nell'arco della vita si potrebbe prevenire o ritardare quasi la metà dei casi di demenza nel mondo, che oggi sono 55 milioni. La demenza non ha una cura conosciuta e, secondo Alzheimer's Disease International, l'aumento dell'aspettativa di vita significa che il numero di casi potrebbe salire a 139 milioni entro il 2050.

Ciò significa che la prevenzione e il ritardo della malattia sono fondamentali per migliorare la salute e il benessere degli anziani, con prospettive migliori se gli sforzi per ridurre questi fattori di rischio iniziano fin dall'infanzia e raggiungono tutti i segmenti della popolazione.

Per la prima volta il colesterolo alto e la perdita della vista sono stati inclusi tra i fattori di rischio citati dalla commissione Lancet, il gruppo di esperti che ha esaminato le ultime evidenze sul disturbo neurocognitivo. Le loro conclusioni sono state aggiornate per l'ultima volta nel 2020. Si stima che, a partire dai 40 anni, il 7% dei casi di demenza sia attribuibile al colesterolo nella mezza età, mentre il 2% dei casi è legato alla perdita della vista non trattata in età avanzata.

Gli altri 12 fattori di rischio includono livelli di istruzione più bassi, problemi di udito, pressione alta, fumo, obesità, depressione, inattività fisica, diabete, consumo eccessivo di alcol, lesioni cerebrali traumatiche, inquinamento atmosferico e isolamento sociale in età avanzata. Insieme rappresentano il 40% di tutti i casi di demenza in tutto il mondo: secondo gli esperti l'ipoacusia, il basso livello di istruzione e l'isolamento sociale hanno l'impatto maggiore.

Questi rischi sono spesso "raggruppati": ci sono persone che sperimentano diversi di questi fattori contemporaneamente. "Il nostro nuovo rapporto rivela che si può e si deve fare molto di più per ridurre il rischio di demenza", ha dichiarato in un comunicato Gill Livingston, autore principale dello studio e professore di psichiatria degli anziani all'University College di Londra (UCL). "Non è mai troppo presto o troppo tardi per agire, con la possibilità di avere un impatto in qualsiasi fase della vita".

Alcuni ricercatori che non hanno partecipato allo studio hanno osservato che, sebbene i risultati siano promettenti, non è ancora chiaro come alcuni fattori di rischio, come la pressione alta, siano legati alla demenza.

"La nostra base di conoscenze potrebbe essere inadeguata a cogliere altre importanti influenze sulla demenza, come quelle che si verificano nelle primissime fasi della vita (ad esempio lo sviluppo cerebrale nell'utero o nell'adolescenza) e il ruolo della salute riproduttiva", ha dichiarato in un comunicato la dottoressa Sarah-Naomi James, ricercatrice dell'University College di Londra. La dottoressa non ha partecipato alla stesura del rapporto.

La commissione Lancet ha proposto azioni politiche e individuali per ridurre il rischio di demenza. Gli esperti, ad esempio, raccomandano che un'istruzione di alta qualità sia accessibile a più persone possibile, che le persone di mezza età ricevano sufficienti stimoli mentali, che si smetta di fumare e di bere eccessivamente, che si faccia esercizio fisico regolare e che si indossi il casco quando si va in bicicletta.

"Questi risultati evidenziano l'intersezione tra le abitudini quotidiane e la salute cerebrale a lungo termine, sottolineando che strategie di salute complete, che durino per tutta la vita, fin dai primi anni di vita, guidate dagli individui e sostenute dalle politiche governative, possono avere un impatto significativo sulla prevenzione della demenza", ha dichiarato in un comunicato Sandrine Thuret, professoressa di neuroscienze al King's College di Londra. Neanche Thuret ha partecipato alla stesura del rapporto.

Livingston ha affermato che il sostegno del governo è particolarmente importante per ridurre le disuguaglianze nei Paesi a basso reddito e nei gruppi socioeconomicamente svantaggiati.

Prendendo come esempio l'Inghilterra, Livingston e gli altri coautori hanno stimato che interventi mirati sulla popolazione per affrontare sei fattori di rischio - fumo, consumo eccessivo di alcol, pressione alta, obesità, inquinamento atmosferico e lesioni alla testa - potrebbero far risparmiare più di 4 miliardi di sterline (4,7 miliardi di euro) in costi sanitari, sociali e di assistenza.

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