Covid-19, come procede (e perché è partita a rilento) la campagna vaccinale in Francia

Selfie in attesa di vaccinarsi in un centro a Saint-Maur des Fosses, ad est di Parigi, il 14 marzo 2021
Selfie in attesa di vaccinarsi in un centro a Saint-Maur des Fosses, ad est di Parigi, il 14 marzo 2021 Diritti d'autore JACQUES WITT/AFP or licensors
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Di Sandrine Amiel
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Chi può vaccinarsi oltralpe, dove può farlo, quante dosi ha ricevuto il Paese, quali sono i motivi della partenza lenta e quale impatto avrà lo stop momentaneo ad Astrazeneca

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La sospensione a titolo precauzionale delle inoculazioni con AstraZeneca, in attesa di un pronunciamento dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema), ha fatto segnare l'ennesima battuta d'arresto della campagna vaccinale della Francia. 

Una campagna che già non era partita benissimo, ma che stava comunque recuperando terreno.

Al 17 marzo, la Francia ha vaccinato 11 abitanti su 100, più o meno come l'Italia, rispetto alle 33 degli Stati Uniti e alle 39 del Regno Unito (Our world in data). La media europea è di qualche decimo di punto percentuale superiore a quella francese (12.1), trainata da Paesi come l'Ungheria e l'Estonia.

Fino alla sospensione precauzionale di AstraZeneca, il ritmo delle vaccinazioni in Francia era in aumento, con oltre 2,9 milioni di vaccini iniettati nei primi 15 giorni del mese.

Vediamo quindi di capire chi può vaccinarsi oltralpe, e come, ma anche di esplorare le ragioni dei ritardi nella campagna vaccinale e l'impatto dello stop temporaneo di Astrazeneca. 

Chi può già vaccinarsi in Francia

La Francia ha scelto di concentrare la campagna di vaccinazione sui soggetti più vulnerabili, con un'estensione "progressiva" a nuovi gruppi man mano che arrivano ulteriori dosi dalle case farmaceutiche. Questa la lista delle categorie che possono già fare domanda: 

  • Residenti di case di cura;
  • Tutti gli over 75;
  • Tutti i professionisti della salute;
  • Persone di tutte le età con una patologia che le espone a rischi gravi in caso di contagio; 
  • Fascia di età compresa tra i 50 e i 74 anni, con condizioni mediche pregresse come diabete o obesità; 
  • Persone con disabilità che vivono in istituti specializzati;

Si può compilare un questionario online per sapere se si è già nelle fasce a cui viene garantito il vaccino.

Dove ci si può vaccinare in Francia

Dipende in gran parte dalla situazione personale. I residenti delle case di cura possono riceverlo senza muoversi, mentre i dipendenti stipendiati lo ricevono in azienda. 

Altri gruppi prioritari possono fare riferimento ai centri di vaccinazione: basta chiamare un numero gratuito (0 800 009 110) o controllare su questo sito web dove si trova quello più vicino.

C'è poi chi opta per farsi vaccinare dal proprio medico di base. Secondo le autorità sanitarie, più di 1,6 milioni di dosi sono state o saranno consegnate ai medici di base, mentre almeno 620mila sono già state iniettate. 

MARTIN BUREAU/AFP or licensors
Un farmacista somministra il vaccino AstraZeneca in una farmacia di Parigi il 12 marzo 2021MARTIN BUREAU/AFP or licensors

I medici di base hanno potuto finora utilizzare solamente il vaccino AstraZeneca, ma la sua sospensione ha interrotto momentaneamente la campagna nazionale nelle farmacie, lanciata lunedì scorso. 

Più di 18.400 farmacie sulle 21mila hanno aderito e sono abilitate ad iniettare il vaccino AstraZeneca.

Gli altri vaccini attualmente in uso in Francia - ovvero quelli di Pfizer e Moderna - richiedono speciali apparecchiature frigorifere per la loro conservazione, di cui le farmacie non dispongono.

Quali sono i vaccini attualmente autorizzati in Francia?

Anche qui si seguono le indicazioni dell'Agenzia Europea dei Medicinali e quindi sono autorizzati all'uso i vaccini Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e più recentemente quello monodose di Johnson and Johnson. Quest'ultimo deve però ancora arrivare, e non è atteso nella UE almeno fino a metà aprile. 

Qual è l'impatto dei NoVax sulla campagna vaccinale?

Stando ad un recente sondaggio condotto per conto di Euronews, in Francia è più alto che altrove lo scetticismo nei confronti dei vaccini. Due terzi degli intervistati hanno risposto che non si sarebbero fatti vaccinare contro il coronavirus (42%), mentre il 21% si è detto incerto. 

Solo il 37% dei francesi si è detto favorevole alla vaccinazione contro il 71.3% in Italia e il 63% in Germania.  

Tuttavia, secondo l'epidemiologo francese Martin Blachier, CEO di Public Health Expertise, il sentimento NoVax ha giocato "un ruolo minore" nel lento avvio della campagna vaccinale nel Paese. 

I francesi, sottolinea Blachier, si sono sempre registrati "in massa" ad ogni apertura di centri di vaccinazione. 

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L'esperto ritiene che l'impatto dello scetticismo anti-vax sia stato più visibile, indirettamente, ad inizio della campagna vaccinale. 

A fine dicembre, il governo francese ha infatti più volte sottolineato pubblicamente che non avrebbe reso la vaccinazione obbligatoria, istituendo procedure complesse per raccogliere il consenso informato dei residenti delle case di cura. Tutto questo ha rallentato l'avvio della campagna vaccinale. 

Perché la Francia è stata così lenta?

Contattato da Euronews sull'affanno rispetto agli altri Paesi UE, il Ministero della Salute francese ha risposto che tutto è "dovuto al ritardo nell'inizio della campagna, ad inizio di gennaio".

Il ritardo, ha spiegato il ministero, "è legato a una strategia di vaccinazione pubblica più progressiva, in conformità con le raccomandazioni dell'Alta Autorità della Salute Pubblica. Questo intervallo si riflette meccanicamente nelle cifre attuali".

"Va notato, tuttavia, che abbiamo registrato un forte aumento del numero di prime iniezioni nelle ultime settimane, con più di 5,2 milioni di prime iniezioni e più di 2,2 milioni di seconde iniezioni cumulative a partire dal 16 marzo 2021", ha aggiunto il Ministero.

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L'epidemiologa e biostatistica Catherine Hill dice ad Euronews che l'avvio in salita va imputato alla "tipica burocrazia francese".

"Le autorità sono state lente nei primi momenti, ma adesso stanno facendo del loro meglio", indica Hill. "La situazione francese non è così anomala" rispetto a quella delle altre nazioni europee.

Quanti vaccini stanno arrivando in Francia

Sia Hill che Blachier concordano sul fatto che il fattore chiave che limita la campagna di vaccinazione in Francia sia attualmente la disponibilità delle dosi, un po' come avviene anche in Italia.

"L'80% delle motivazioni dietro il ritardo francese è dovuto a problemi di consegna delle dosi", indica Blachier. "Ci sono più persone che vogliono essere vaccinate rispetto al numero di dosi disponibili", gli fa eco Hill.

La Francia conta su un approccio coordinato a livello europeo per l'acquisto delle dosi di vaccino. Un metodo che segue un principio proporzionale rispetto alla popolazione.

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L'Unione europea ha impegni contrattuali con sei aziende per un totale di 2,6 miliardi di dosi, a fronte di 450 milioni di cittadini europei.  

Bruxelles è entrata in aperto conflitto con AstraZeneca dopo che l'azienda ha fatto sapere che non avrebbe onorato la promessa di consegnare 80 milioni di dosi nel primo trimestre. Ne sono arrivate meno della metà a causa di problemi negli impianti di produzione. 

Intervistato da BFMTV martedì, il primo ministro francese Jean Castex ha definito i ritardi nelle consegne "profondamente anormali". Secondo Castex, "l'Europa dovrebbe mostrare i denti" per garantire che i produttori rispettino gli impegni contrattuali presi. 

Stando ai dati di CovidTracker, la Francia doveva ricevere 10.806.130 dosi a partire dal 15 marzo (popolazione di 67 milioni di persone).

Il Ministero della Salute francese non ha confermato quante di queste dosi siano state effettivamente consegnate, ma se i calcoli sono esatti, si tratta di 7.552.120 vaccini. 

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Il 69,88% di queste dosi sarebbero state effettivamente utilizzate al 15 marzo.

Quali sono gli altri ostacoli nella campagna vaccinale francese?

Questioni logistiche a parte, secondo Blachier la Francia ha avuto finora una "gestione politica piuttosto che una strategica e militare della vaccinazione".

L'esperto nota che, nella maggior parte delle nazioni dove meglio procede la campagna vaccinale, la gestione è di tipo "militare", con centri di vaccinazione di massa per tutti e un sistema di registrazione centralizzato.

Israele, leader mondiale in termini di vaccinazione pro capite, ha letteralmente creato una task force militare contro il coronavirus, utilizzando le vaste infrastrutture e le risorse a disposizione dell'esercito.

Tuttavia, l'approccio francese è cambiato nelle ultime settimane, con l'apertura di centinaia di grandi centri di vaccinazione in tutto il paese. Lunedì ha aperto i battenti un gigantesco centro di vaccinazione nel famoso stadio Velodrome di Marsiglia, con una capacità iniziale di 500 iniezioni al giorno.

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Quanto influirà la sospensione di AstraZeneca?

Anche prima della sua sospensione, il vaccino di AstraZeneca era stato accolto con scetticismo in Francia. Il presidente Emmanuel Macron ha detto inizialmente ai giornalisti stranieri che il farmaco britannico-svedese era "quasi inefficace per gli over 65", salvo poi fare retromarcia. 

"Ci sono stati così tanti errori di comunicazione, a partire da quelli fatti dallo stesso Presidente... a fronte di una totale assenza di evidenze scientifiche [sulla presunta inefficacia del vaccino AstraZeneca]", continua Hill. 

JOEL SAGET/AFP or licensors
Il Primo ministro francese Jean Castex ha auspicato di farsi vaccinare il prima possibile con AstraZeneca così da rassicurare la popolazione e dare l'esempioJOEL SAGET/AFP or licensors

Ad inizio marzo, il Ministero della Salute ha avvertito che solo il 25% delle dosi di AstraZeneca ricevute in Francia era stato utilizzato, rispetto ad una percentuale del 70% per gli altri vaccini.

Tuttavia, prima della sospensione, il ritmo stava aumentando gradualmente, soprattutto grazie alla distribuzione delle fiale AstraZeneca nelle farmacie e ai medici di base.

Secondo Blachier, una breve sospensione di AstraZeneca non avrà grande impatto sullo sforzo vaccinale francese, a condizione che il governo sia bravo a comunicare con i suoi cittadini e a ripristinare la loro fiducia nel farmaco (sviluppato in collaborazione con l'università di Oxford). 

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Jean Castex si è detto fiducioso nelle decisioni di Ema su AstraZeneca, rilanciando che l'obiettivo dei 10 milioni di vaccinati entro metà aprile è "raggiungibile".

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