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Meta non firmerà il Codice Ai dell'Ue, ma quali aziende Big Tech lo faranno?

Il CEO di Alphabet Sundar Pichai parla durante un evento di Google.
Il CEO di Alphabet Sundar Pichai parla durante un evento di Google. Diritti d'autore  Jeff Chiu/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Jeff Chiu/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Cynthia Kroet & Amandine Hess
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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C'è ancora incertezza sull'adesione delle aziende al Codice di condotta sull'intelligenza artificiale voluto dalla Commissione Ue. Ecco chi pensa di sottoscrivere le norme che entreranno in vigore il 2 agosto

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A una settimana dall'entrata in vigore delle nuove norme sull'intelligenza artificiale volute dalla Commissione europea (Gpai) - che interessano strumenti come ChatGPT e Gemini - si sta delineando un quadro più chiaro sulla posizione delle aziende in merito alla sottoscrizione del Codice di condotta dell'Ue.

La scorsa settimana il gigante statunitense delle Big Tech Meta ha dichiarato che non lo sottoscriverà, dopo aver denunciato che le regole soffocano l'innovazione.

Il Codice, denominato General-Purpose Ai Code of Practice, che la Commissione europea ha pubblicato il 10 luglio scorso, è un insieme di regole da seguire su base volontaria che riguardano trasparenza, copyright, sicurezza e protezione, con l'obiettivo di aiutare i fornitori di modelli Gpai a rispettare la legge sull'intelligenza artificiale.

I fornitori che aderiscono all'iniziativa saranno conformi all'Ai Act e potranno contare su una maggiore certezza giuridica, mentre gli altri dovranno affrontare un maggior numero di ispezioni.

Ecco chi ha scelto di aderire e chi no al Gpai.

Quali aziende firmeranno il Gpai

L'azienda statunitense Anthropic, che ha sviluppato l'assistente Ai Claude come concorrente di ChatGPT (OpenAI) e Gemini (Google), è l'ultima che ha dichiarato di voler firmare il Codice.

"Crediamo che il Codice migliori i principi di trasparenza, sicurezza e responsabilità, valori che Anthropic sostiene da tempo per lo sviluppo dell'Ai di frontiera", ha dichiarato l'azienda in un comunicato.

"Se attuati in modo ponderato, la legge e il codice dell'Ue sull'Ai consentiranno all'Europa di sfruttare la tecnologia più importante del nostro tempo per promuovere l'innovazione e la competitività", ha aggiunto Anthropic.

All'inizio della scorsa settimana anche OpenAI ha dichiarato di voler firmare, sostenendo che l'Europa dovrebbe ora "sfruttare questo momento per consentire ai [suoi] innovatori di innovare e ai costruttori di costruire per il futuro dell'Europa".

Il processo di redazione del Codice, iniziato lo scorso settembre con la selezione di un gruppo di esperti da parte della Commissione, è stato pesantemente criticato, soprattutto dai titolari dei diritti d'autore, che temevano un aumento delle violazioni della legge sul copyright, mentre i giganti tecnologici statunitensi sostenevano che le regole soffocassero l'innovazione.

La scorsa settimana il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha dichiarato a Reuters che probabilmente anche la sua azienda firmerà. Smith ha dichiarato all'inizio dell'anno che Microsoft vuole essere "una voce della ragione" in un momento di crescenti tensioni geopolitiche.

Chi è contrario al Codice di condotta dell'Ue

Il gigante tecnologico statunitense Meta è stato il primo, e per ora rimane l'unico, a far sapere che non firmerà il Codice. Il responsabile degli affari globali Joel Kaplan ha dichiarato venerdì scorso in un comunicato che "l'Europa sta percorrendo la strada sbagliata in materia di Ai".

Dopo aver "esaminato attentamente" il Codice, Meta non lo firmerà perché il documento "introduce una serie di incertezze legali per gli sviluppatori di modelli, oltre a misure che vanno ben oltre la portata dell'Ai Act", ha dichiarato Kaplan.

Gry Hasselbalch, uno studioso che si occupa di etica dei dati e dell'Ai e che ha contribuito alle linee guida dell'Ue sull'etica dell'Ai, ha dichiarato a Euronews che il Codice non ha portato un reale cambiamento su come le aziende possono implementare l'intelligenza artificiale per scopi generali nell'Ue.

"Le aziende come Meta, che decidono di non firmare il codice, dovranno comunque rispettare la legge sull'Ai. La firma del codice è quindi solo una formalità. Dovranno comunque leggerlo e seguirlo per capire quando un sistema Ai è considerato un sistema di Ai per scopi generali e cosa significa trasparenza, copyright e sicurezza nell'Ai Act", ha detto Hasselbalch.

Ha aggiunto che la stessa legge sull'intelligenza artificiale - che regola i sistemi e gli strumenti in base al rischio che rappresentano per la società - "è diventata una pedina in una battaglia geopolitica".

"La legge è stata sviluppata in un processo democratico attentamente progettato ed eseguito per creare certezza giuridica per gli sviluppatori e gli utlizzatori di Ai nell'Ue. Di fatto, la maggior parte dei sistemi Ai può essere sviluppata e utilizzata in base alla legislazione esistente senza gli obblighi legali aggiuntivi dell'Ai Act", ha dichiarato.

Meta dovrà comunque conformarsi agli obblighi dell'AI Act che verranno applicati a partire dal 2 agosto.

Altre aziende Big Tech, tra cui Amazon e Google, non hanno fatto sapere se firmeranno o meno.

I fornitori che hanno già un modello Gpai sul mercato dovranno firmare prima del 1° agosto, mentre gli altri potranno farlo in un secondo momento, ha dichiarato la Commissione. Lo stesso giorno, l'esecutivo Ue pubblicherà un elenco dei firmatari.

Il Codice deve essere approvato dagli Stati membri dell'Ue, che sono rappresentati in un sottogruppo del Consiglio per l'Ai, e dall'Ufficio Ai della Commissione.

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