Meta, multa record: dovrà pagare 1,2 miliardi di euro

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Meta Diritti d'autore Tony Avelar/Copyright 2021 The AP. All rights reserved.
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Sotto accusa il trasferimento dei dati dall'Unione europea agli Stati Uniti

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Maxi stangata per Meta che dovrà sborsare 1,2 miliardi di euro di multa.

L’Antitrust europea ha sanzionato l'azienda di Mark Zuckerberg per aver violato le norme sulla protezione dei dati: oltre alla sanzione, è stato intimato di interrompere il trasferimento dall'Europa verso gli Stati Uniti dei dati raccolti dagli utenti di Facebook.

Secondo l’accusa, i dati potevano finire negli strumenti d’analisi dell’Intelligence americana, con garanzie di privacy molto inferiori rispetto alle regole di Bruxelles.

La holding avrebbe inoltre eseguito queste operazioni in violazioni di un avvertimento già avuto dall’Unione europea negli anni scorsi: Meta, come molte altre aziende tecnologiche statunitensi, trasferisce i dati dall'Europa agli Stati Uniti, perché lì gestisce i suoi principali data center per offrire i propri servizi.

La società dovrebbe impugnare la decisione, tuttavia i procedimenti legali potrebbero trascinarsi per anni ed è possibile che, quando verrà raggiunta una decisione finale, ci sarà già un nuovo regolamento in atto tra l'Ue e gli Stati Uniti in merito alla gestione del traffico di dati transatlantico.

L'attuale decisione riguarda esclusivamente Facebook, non altri servizi della società, come Instagram o WhatsApp.

Meta ha inviato una risposta circostanziata affermando fra l'altro: "Meta utilizza gli stessi meccanismi legali di altre organizzazioni In definitiva, l'invalidazione del Privacy Shield nel 2020 è stata causata da un fondamentale conflitto di leggi tra le regole del governo statunitense sull'accesso ai dati e i diritti alla privacy degli europei. È un conflitto che né Meta né nessun'altra azienda potrebbe risolvere da sola. Siamo quindi delusi di essere stati individuati utilizzando lo stesso meccanismo legale di migliaia di altre società che cercano di fornire servizi in Europa.

Il DPC ha inizialmente riconosciuto che Meta aveva continuato i suoi trasferimenti di dati UE-USA in buona fede e che una sanzione sarebbe stata inutile e sproporzionata. Tuttavia, questo è stato annullato dall'EDPB, che ha anche scelto di ignorare i chiari progressi che i responsabili politici stanno facendo per risolvere questo problema di fondo. Questa decisione è errata, ingiustificata e costituisce un pericoloso precedente per le innumerevoli altre società che trasferiscono dati tra l'UE e gli Stati Uniti".

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