Ue: nel mirino Google, Facebook, Twitter e altri colossi per regole più severe

The Facebook logo is seen on a mobile phone, Oct. 14, 2022, in Boston.
The Facebook logo is seen on a mobile phone, Oct. 14, 2022, in Boston. Diritti d'autore AP Photo/Michael Dwyer
Diritti d'autore AP Photo/Michael Dwyer
Di Alice Tidey
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I giganti dei social sono tra le grandi aziende tecnologiche etichettate come "piattaforme online molto grandi" dalla Commissione europea e che ora dovranno attenersi a regole più severe in base alla storica legge sui servizi digitali

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I giganti dei social media, Google, Alibaba, Amazon e Wikipedia sono tra le grandi aziende tecnologiche che sono state etichettate come "piattaforme online molto grandi" dalla Commissione europea e che ora dovranno attenersi a regole più severe in base alla storica legge sui servizi digitali del blocco.

L'esecutivo dell'Ue ha presentato martedì il primo elenco di 19 aziende considerate "molto grandi": il riconoscimento è dovuto al fatto che hanno almeno 45 milioni di utenti attivi mensili.

Diciassette sono state soprannominate Very Large Online Platforms (VLOPs): Si tratta di Alibaba AliExpress, Amazon Store, Apple AppStore, Booking.com, Facebook, Google Play, Google Maps, Google Shopping, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, TikTok, Twitter, Wikipedia, YouTube e Zalando.

Bing e Google Search sono stati invece designati come motori di ricerca online di grandi dimensioni.

Queste aziende hanno ora quattro mesi di tempo per conformarsi all'intera serie di nuovi obblighi previsti dalla direttiva europea (DSA). 

La normativa, entrata in vigore a novembre, mira a rafforzare la protezione dei diritti degli utenti online e a fornire maggiore trasparenza e responsabilità.

Da grandi dimensioni derivano grandi responsabilità

Ad esempio, dovranno fornire informazioni chiare sui motivi per cui raccomandano determinate informazioni a determinati utenti e consentire a questi ultimi di rinunciare; fornire agli utenti uno strumento semplice per segnalare i contenuti illegali e con termini e condizioni facilmente comprensibili; adottare misure più incisive per contrastare la diffusione di contenuti illegali e di disinformazione e consentire ai ricercatori di accedere ai dati disponibili pubblicamente.

Inoltre, dovranno consentire agli esperti del neonato Centro europeo per la trasparenza algoritmica (ECAT), un'agenzia dell'Ue, di valutare se il loro algoritmo sia in linea con i vari obblighi.

"Grazie alla legge sui servizi digitali, i cittadini e le imprese europee beneficeranno di un Internet più sicuro - ha dichiarato il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, in un video pubblicato su Twitter - a partire dal 25 agosto, le piattaforme online e i motori di ricerca con più di 45 milioni di utenti attivi nell'Ue avranno obblighi più stringenti, perché da grandi dimensioni derivano grandi responsabilità".

Zach Meyers, ricercatore senior presso il Centro per le riforme europee, ha definito l'elenco "non particolarmente sorprendente": "È da notare che, come ci si aspettava, pochissime aziende europee dovranno affrontare la regolamentazione più severa prevista dalla DSA, con alcune eccezioni come Booking.com - ha dichiarato a Euronews - ci sono alcune sorprendenti omissioni dall'elenco, tra cui Spotify e Airbnb, anche se la Commissione ha dichiarato che sta ancora esaminando se altre aziende debbano conformarsi ai requisiti più severi".

I siti porno potrebbero essere i prossimi

Un funzionario della Commissione ha dichiarato che l'esecutivo si sta attualmente confrontando con una serie di altri servizi, tra cui diversi siti web pornografici, per determinare se raggiungono la soglia dei 45 milioni di utenti attivi e se quindi dovrebbero essere designati come molto grandi.

I funzionari hanno sottolineato che la DSA è "piuttosto dinamica" e che nei prossimi mesi (e anni) potrebbero essere aggiunti nuovi servizi, mentre altri potrebbero essere rimossi.

L'impegno con le varie società che sono state etichettate come molto grandi è stato finora descritto come costruttivo e la Commissione, ha aggiunto il funzionario, prenderà ulteriori provvedimenti nei prossimi quattro mesi per garantire che le varie società siano pronte a rispettare la DSA, in particolare gli obblighi relativi alla protezione dei minori.

Per quanto riguarda Twitter, il cui cambio di leadership e i licenziamenti di massa degli ultimi mesi hanno suscitato la preoccupazione dei regolatori, il funzionario ha dichiarato che si sono svolti diversi incontri tra Breton e l'amministratore delegato, Elon Musk.

Queste grandi aziende saranno supervisionate da esperti della Commissione, mentre gli Stati membri avranno tempo sino a febbraio 2024 per istituire agenzie nazionali che supervisionino le piattaforme più piccole e i motori di ricerca, che dovranno rispettare questi obblighi.

Christophe Carugati, esperto di concorrenza e politiche digitali per Bruegel, think tank con sede a Bruxelles, ha dichiarato che "ora la Commissione deve lavorare all'attuazione del regolamento per garantire che gli obblighi proteggano effettivamente gli utenti online e deve aumentare le proprie risorse umane per far fronte a questa nuova responsabilità di regolatore dei contenuti online".

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