La lotta degli scienziati contro meteoriti e detriti spaziali

La lotta degli scienziati contro meteoriti e detriti spaziali
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La minaccia delle meteoriti e dei rifiuti spaziali sono il tema di questa puntata di Space. Un anno fa una meteorite entrò in collisione con la Terra sulla città di Chelyabinsk, in Russia. Quindici persone rimasero ferite, circa 7000 edifici gravemente danneggiati.

Alan Harris, ricercatore capo dell’Istituto per la ricerca planetaria a Berlino:
“E’ stato un evento molto dannoso, fortunatamente nessuno è rimasto ucciso, ma mostra semplicemente la forza di questi oggetti”.

Ha sorpreso il fatto che nessuno l’abbia vista arrivare. Probabilmente perché non era di grandi dimensioni (circa venti metri di diametro) e perché proveniva dal cielo illuminato dal Sole.

Ma minacce più grandi si aggirano nello spazio. A febbraio un asteroide di 270 metri di diametro è passato molto vicino alla Terra. Avrebbe potuto causare danni enormi.

Alan Harris, ricercatore capo dell’Istituto per la ricerca planetaria a Berlino:
“Si tratta di un oggetto dal diametro di qualche centinaio di metri, non è molto grande, visto che parliamo di qualcosa che rientrerebbe in un campo di calcio. Però nel peggiore dei casi distruggerebbe completamente un’area urbana. E’ a questo tipo di cose che facciamo attenzione e cerchiamo di trovare i modi per contrastarle”.

Gli scienziati sono già al lavoro per sventare la minaccia delle meteoriti. Ai primi di febbraio, per la prima volta, i rappresentanti dell’ESA e delle agenzie spaziali di tutto il mondo si sono riuniti in una task force per fronteggiare eventuali esplosioni.

Detlef Koschny, direttore della sezione NEO (Near-Earth objects) dell’ESA:
“L’anno scorso ci trovavamo ancora in una situazione nella quale se un asteroide avesse colpito il nostro pianeta non avremmo avuto a disposizione le modalità per reagire. Il primo passo in questo senso è stato istituire questo gruppo”.

Il gruppo è sostenuto dalle Nazioni Unite: mentre gli astronomi lavorano per individuare nuove meteoriti vicine alla Terra, il gruppo stabilisce quali di essere possano essere pericolose.

Detlef Koschny, direttore della sezione NEO (Near-Earth objects) dell’ESA:
“Finiremo per stabilire una soglia di dimensioni, di energia e quant’altro da utilizzare quando vogliamo lanciare una missione spaziale. Se volete dei numeri, direi che comincerebbe da 50 o 100 metri di diametro. Ma come ho detto, non è stato ancora definito ed è esattamente uno dei compiti di questo gruppo escogitare numeri precisi”.

Si stima che vicino alla Terra esistano 20 mila asteroidi dal diametro che varia da un centinaio di metri a diversi chilometri. Esperti come Alan Harris studiano come impedire che una meteorite entri in collisione con il nostro pianeta.

Alan Harris, ricercatore capo dell’Istituto per la ricerca planetaria a Berlino:
“Una delle idee principali che stiamo considerando è colpire l’asteroide con un veicolo spaziale, assomiglia un po’ a un biliardo cosmico. Vogliamo cambiare l’orbita di un asteroide e ciò che facciamo fondamentalmente è dargli slancio attraverso un veicolo spaziale.Naturalmente il veicolo spaziale è solo un piccolissimo oggetto paragonato a un asteroide. Ha una massa molto piccola, mentre quella dell’asteroide è molto grande. Quindi dobbiamo colpirlo molto forte, dobbiamo fornire una velocità molto elevata al veicolo spaziale per fare in modo che l’asteroide cambi la propria traiettoria ed eviti la Terra”.

Naturalmente le meteoriti, che per la maggior parte sono frammenti di asteroidi, non solo l’unica minaccia. Ne esiste un’altra, nota come “detriti spaziali”. Non rischiano di fare morti e feriti sulla Terra, ma possono provocare collisioni.

Heiner Klinkrad è uno dei massimi esperti europei in materia.

Heiner Klinkrad, capo dello Space Debris Office dell’ESA:
“Si tratta fondalmentalmente di rifiuti dell’attività spaziale. Dei 16 mila-17 mila oggetti che possiamo individuare grazie alle nostre stazioni terrestri, solo un migliaio sono veicoli funzionanti, il resto sono rimasugli di vecchie missioni nello spazio. Oltre la metà di questi oggetti sono in effetti dei frammenti di collisioni avvenute di recente in orbita, e anche frammenti di esplosioni”.

Gli ingegneri sono concentrati su tecnologie simili a quelle utilizzate per deviare la traiettoria delle meteoriti.

Heiner Klinkrad, capo dello Space Debris Office dell’ESA:
“La nostra intenzione principale per correggere la situazione è rimuovere massa dall’orbita. Lo si può fare ad esempio installando motori sull’oggetto per farlo rientrare immediatamente. L’altro metodo più sottile è aumentare artificialmente la forza di resistenza di tale oggetto in modo che l’orbita si abbassi lentamente nel tempo, quasi in maniera incontrollata”.

Sono due le conclusioni: innanzitutto tali tecnologie spaziali possono aiutarci a disfarci dei rifiuti spaziali e ad allontanare le meteoriti.
Secondo, entrambe le questioni vengono affrontate in modo approfondito.

Heiner Klinkrad, capo dello Space Debris Office dell’ESA:
“Paragonando il rischio dei rifiuti a quello degli asteroidi, si può dire che il primo è più immediato, il secondo più elevato”.

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Alan Harris, ricercatore capo dell’Istituto per la ricerca planetaria a Berlino:
“Dobbiamo essere preparati a questo. E’ necessario sapere che forse la prossima volta che succede, a esplodere non sarà un oggetto di 20 metri, ma un corpo in ferro di 50 o 100 metri di diametro. E dobbiamo sapere assolutamente evitare che ci colpisca”.

http://cosmos.esa.int/web/smpag

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