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Campania, Puglia e Veneto al voto: perché le elezioni sono un banco di prova per il governo Meloni

Un cane al guinzaglio aspetta mentre il suo padrone vota in un seggio elettorale a Milano, Italia, 8 giugno 2025
Un cane al guinzaglio aspetta mentre il suo padrone vota in un seggio elettorale a Milano, Italia, 8 giugno 2025 Diritti d'autore  Claudio Furlan/LaPresse
Diritti d'autore Claudio Furlan/LaPresse
Di Filippo Gozzo
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Domenica 23 e lunedì 24 novembre, i cittadini di tre importanti regioni, Campania, Puglia e Veneto, si recheranno alla urne per eleggere il futuro governatore e il Consiglio regionale. L'Italia si prepara a un importante banco di prova per la tenuta del governo Meloni e il futuro del Paese

L'Italia si prepara a un importante banco di prova per la tenuta del governo di Giorgia Meloni e il futuro del Paese.

Domenica 23 e lunedì 24 novembre, i cittadini di tre importanti Regioni, Campania, Puglia e Veneto, si recheranno alle urne per eleggere il futuro governatore e il Consiglio regionale.

"Lunedì vinceremo le elezioni e vincendo le elezioni in Campania non batteremo solo Cirielli, ma batteremo Meloni e il governo di cui Cirielli è un viceministro. Vogliamo vincere per dire che si può governare bene e per costruire un programma anche per il 2027 e mandare a casa Meloni", ha detto Roberto Fico, candidato presidente della Campania per il centrosinistra.

Le parole dell'ex presidente della Camera del Movimento 5 Stelle pongono l'accento sulla portata nazionale delle elezioni regionali.

I temi in ballo sono argomenti di dibattito anche a livello nazionale e saranno oggetto di scontro anche per la campagna elettorale del prossimo anno in vista delle elezioni politiche del 2027.

Il centrodestra punta a mostrarsi in salute e a dimostrare che questi tre anni di governo hanno consolidato negli italiani la volontà di proseguire per altri cinque.

Il centrosinistra, invece, affronta un nuovo esame del campo largo, per costruire un'alternativa solida e credibile che possa sfidare e battere il governo, acquistando la fiducia degli elettori che era mancata nel 2022.

Infine, c'è il tema dell'astensionismo. Nelle ultime tornate elettorali sempre meno persone si sono recate ai seggi, dimostrando una sfiducia crescente nelle istituzioni che trascende il colore politico.

In Campania Fico e Cirielli si sfidano su sanità e condono

Nelle ultime settimane la contesa tra il candidato del centrosinistra ed esponente del Movimento 5 Stelle Roberto Fico e quello di centrodestra ed esponente di Fratelli d'Italia Edmondo Cirielli, che subentreranno al presidente uscente Vincenzo De Luca, ha assunto contorni nazionali.

I leader di partito sono intervenuti per sostenere le loro campagne elettorali e il dibattito si è incentrato principalmente sul condono e su una barca appartenente all'ex presidente della Camera.

Fratelli d'Italia, su iniziativa di un senatore campano, ha presentato un emendamento alla manovra 2026 per riaprire il condono edilizio varato nel 2003 dall'allora governo Berlusconi, una posizione sostenuta da Cirielli e fortemente ostacolata da Fico, che accusa l'avversario di strizzare l'occhio all'illegalità.

Il condono fu allora negato solo ai campani. "Credo che a sinistra facciano 'caciara' perché sanno che è un'ingiustizia che hanno volontariamente inflitto ai cittadini nei dieci anni in cui hanno governato la Regione Campania", ha detto Cirielli in un'intervista al quotidiano Libero. "Noi abbiamo ragione e vogliamo restituire un diritto, strappato e calpestato dal Partito democratico, ai campani. Ricordo che la Corte costituzionale ha bocciato la linea della Campania sul condono 2003, ma pare che a nessuno interessi da quelle parti".

Inoltre, Fico avrebbe ormeggiato in modo abusivo la sua barca "Paprika" nel porto di Nisida, vicino a Napoli. Fratelli d'Italia ha presentato un'interrogazione in Senato al ministro della Difesa Guido Crosetto chiedendo di controllare l'imbarcazione.

"Ho fatto tutto con la massima trasparenza. Parliamo di un gozzo usato del 2001, regolarmente acquistato e ormeggiato", ha replicato Fico.

Un altro dei temi principali sul tavolo è quello della sanità. Fico, sostenuto da Partito democratico, Movimento 5 Stelle, A testa alta, Fico presidente, Noi di centro - Noi Sud, Alleanza verdi e sinistra, Avanti Campania - Psi e Casa riformista, vorrebbe rafforzare il sistema sanitario pubblico, combattere il clientelismo e garantire un utilizzo più efficiente delle risorse.

"Le priorità saranno la sanità, innanzitutto di prossimità territoriale, e il sostegno ai disabili e a chi ha problemi di salute mentale. Si parte da lì", ha affermato Fico al Fatto Quotidiano.

Cirielli, sostenuto da Fratelli d'Italia, Forza Italia, Cirielli presidente, Consumatori - Pensionati, Udc, Lega e Noi Moderati - Democrazia cristiana con Rotondi, invece, parla di cure "entro 30 minuti da casa" e del dimezzamento dei tempi delle liste di attesa.

Sul lavoro, il pentastellato Fico è stato uno dei promotori principali del reddito di cittadinanza durante i governi Conte.

Ora rilancia l'idea di un sussidio su scala regionale, mentre Cirielli ha proposto un "piano per l'occupazione", con una formazione obbligatoria mediata da imprese e mondo della formazione.

"È una bella responsabilità guidare la regione Campania in caso di vittoria, per me verso i cittadini e le cittadine della Campania. Tutto il programma che noi dobbiamo realizzare è una grande sfida che dobbiamo vincere e cercheremo di farla nel migliore dei modi", ha detto Fico all'ultimo comizio a Napoli.

Gli altri candidati sono Nicola Campanile per la lista Per - Le persone e la comunità; Stefano Bandecchi per Dimensione Bandecchi; Giuliano Granato per Campania popolare; Carlo Arnese.

Il tema dell'Ilva al centro delle elezioni in Puglia

In Puglia, nel centrosinistra, che amministra la regione da 20 anni, si è tenuto un acceso dibattito sul candidato che sostituirà Michele Emiliano.

La scelta è ricaduta su Antonio Decaro, ex sindaco di Bari ed europarlamentare del Partito Democratico, sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione, Italia Viva, Più Europa e da tre liste civiche.

"Io vorrei un'istituzione Puglia che si prende cura delle fragilità del territorio e soprattutto delle fragilità sociali della nostra regione", ha detto Antonio Decaro durante l'ultimo confronto con gli altri candidati governatori.

Il centrodestra ha invece candidato l'imprenditore Luigi Lobuono, ex presidente della Fiera del Levante, sostenuto da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati.

Il tema si cui si è concentrato lo scontro politico in Puglia è quello dell'ex Ilva, l'impianto siderurgico a ciclo integrale, che è uno dei più grandi d'Europa.

Negli ultimi giorni si sono registrate tensioni fra i sindacati e il governo sul piano dell'esecutivo Meloni per l'Ilva, che prevede cassa integrazione fino a seimila unità, decarbonizzazione in 4 anni e nuovi potenziali investitori.

Dal primo gennaio, a causa del fermo delle cokerie per i lavori di decarbonizzazione, la cassa integrazione salirà a seimila unità, con l’impatto maggiore su Taranto.

Attualmente, la cassa integrazione riguarda 4450 dipendenti, di cui 3800 nello stabilimento pugliese, su circa diecimila lavoratori totali.

I sindacati considerano il piano un passo verso la chiusura della fabbrica e contestano l'aumento della cassa integrazione e la gestione operativa dei prossimi mesi.

Il governo, invece, definisce il piano “a ciclo corto”, con l’obiettivo di accelerare i lavori agli impianti e completare la decarbonizzazione entro quattro anni, facendo diventare l'Italia il primo Paese europeo a produrre solo acciaio green.

Decaro propone la nazionalizzazione dell'impianto per rilanciare il polo siderurgico di Taranto, con un ruolo diretto dello Stato, mentre Lobuono si mantiene sulle posizioni del governo di centrodestra.

"Oltre alla riapertura del tavolo negoziale, è stato approvato il decreto del governo Meloni con cui vengono stanziati ulteriori 20 milioni per la cassa integrazione dei lavoratori e prevede altri interventi per la continuità e l'operatività degli impianti. Un impegno che cristallizza la grande attenzione del centrodestra per l'ex Ilva e per tutta la provincia ionica e conferma la serietà e la determinazione con cui il governo sta affrontando una vertenza molto complessa che gli esecutivi precedenti non hanno neppure provato a risolvere", ha detto Lobuono.

Altri candidati sono Ada Donno, sostenuta dalla lista Puglia pacifista popolare, e Sabino Mangano, ex consigliere del Movimento 5 Stelle a Bari, sostenuto dalla lista civica Alleanza civica per la Puglia, che propone la chiusura definitiva dell'ex Ilva.

L'eredità di Luca Zaia in Veneto

Il Veneto è chiamato a decidere sul post-Luca Zaia, presidente e membro della Lega che nelle ultime due tornate elettorali ha ottenuto un ampissimo consenso (l'80 per cento dei voti nel 2020) e che è stato protagonista per diversi mesi (assieme ad altri presidenti di regione) del dibattito sul terzo mandato.

Alla fine, però, il centrodestra unito ha optato per candidare Alberto Stefani (sostenuto da Lega Stefani Presidente, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Udc, Noi moderati-Civici per Stefani, Liga veneta Repubblica).

Per il centrosinistra, il candidato è Giovanni Manildo (sostenuto da Pd, Avs, M5S, Le civiche venete per Manildo, Rifondazione, Uniti per Manildo, Volt).

Il tema principale delle elezioni in Veneto, come spesso accade, è quello dell'Autonomia, in particolare quella prevista dalla riforma del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie.

"Penso che unire potere e responsabilità sia fondamentale", ha detto Manildo a SkyTg24. "Delle 23 materie che possono essere oggetto dell'Autonomia differenziata è però necessario capire quali ci possono far fare un salto di qualità perché su alcune c'è una potestà concorrente più forte da parte dell’Europa. Capito questo, è importante che la regione Veneto, insieme alle altre regioni, riesca a fare un salto in avanti sul tema dell'Autonomia".

"Io sono stato il relatore del disegno di legge quadro dell'Autonomia che è fondamentale per il percorso istituzionale della nostra regione", ha ricordato Stefani. "È importante avvicinare il decisore pubblico ai territori perché maggiore sarà la qualità delle politiche attive. La grande sfida dell'Autonomia è questa: essere maggiormente responsabile nei confronti dei propri cittadini".

Altri candidati in corsa sono Riccardo Szumski con la lista Resistere Veneto, Marco Rizzo con Democrazia sovrana popolare e Fabio Bui con Popolari per il Veneto.

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