Il nome di Maria Skłodowska-Curie, scelto per comparire sul nuovo design delle banconote in euro, divide Varsavia e Parigi. Per i polacchi, la forma francese “Marie Curie” cancella una parte fondamentale della sua identità
Il progetto per il nuovo design delle banconote in euro è entrato in una fase cruciale. Anche se la loro introduzione è prevista solo tra alcuni anni, una proposta ha già generato tensioni diplomatiche tra Varsavia e Parigi. Al centro della disputa, il modo in cui sarà scritto il nome della scienziata e doppio premio Nobel polacca Maria Skłodowska-Curie.
L’euro tra cultura e natura
A gennaio, il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (Bce) ha annunciato i due temi finalisti tra cui scegliere per il restyling delle banconote: "Cultura europea" e "Fiumi e uccelli". Il tema vincente, scelto tramite una consultazione pubblica e una giuria, sarà quello utilizzato per la nuova serie di banconote.
Nel progetto dedicato alla cultura europea, una delle figure scelte è Maria Skłodowska-Curie, scienziata pioniera della fisica e della chimica. La sua immagine è destinata a comparire sulla futura banconota da 20 euro, raffigurata in una scena educativa, mentre insegna in una stanza colma di libri e quaderni.
Marie o Maria?
Il problema è sorto quando la Bce ha presentato una versione provvisoria dell’iscrizione: “Marie Curie (Skłodowska)”. Quella che doveva essere una forma di compromesso ha invece suscitato reazioni indignate in Polonia. Per molti, l’adozione del nome francese “Marie” e la posizione tra parentesi del cognome da nubile è una svalutazione del contributo polacco alla figura della scienziata, nonché un simbolo della marginalizzazione storica della Polonia.
I media polacchi hanno sottolineato l’incoerenza con altri casi: personaggi come Miguel de Cervantes o Ludwig van Beethoven mantengono il loro nome originale in tutte le versioni linguistiche. Come ha scritto Gazeta Wyborcza: “Perché Marie deve restare Marie, se Miguel non è diventato Michael?”
Una biografia divisa tra Varsavia e Parigi
Maria Skłodowska nacque a Varsavia nel 1867, quando la città si trovava sotto il dominio russo. Solo dopo essersi trasferita a Parigi intraprese la sua carriera scientifica. Durante il matrimonio con Pierre Curie firmava spesso come Skłodowska-Curie, ma negli anni successivi usò più frequentemente la forma “M. Curie”.
Il suo nome riflette quindi una doppia identità – polacca e francese – che rende ancora più delicata la scelta della dicitura sulla nuova banconota.
Un processo lungo e complesso
La selezione definitiva del design per le nuove banconote è prevista per il 2026. Da quel momento inizierà un lungo processo produttivo, e ci vorranno diversi anni prima che le nuove banconote entrino in circolazione. Le banconote attualmente in uso continueranno a valere anche dopo l’introduzione della nuova serie.
La Bce ha dichiarato di essere consapevole della complessità del caso: "Stiamo consultando fonti storiche e linguistiche per definire la forma più adeguata del nome", ha spiegato un portavoce. La formula provvisoria “Marie Curie (nata Skłodowska)” punta a riflettere entrambe le identità.
Non solo una questione di nome
In Polonia, l’immagine di Maria Skłodowska-Curie è già nota sulle banconote: per anni è apparsa su quella da 20mila zloty. Ma ora la posta in gioco è ben più alta: la rappresentazione delle donne nella scienza e, più in generale, nello spazio pubblico europeo.
La Commissione europea promuove da anni la parità di genere nella ricerca e nell’innovazione, ma le donne restano una minoranza nei ruoli apicali della scienza. Per questo, la scelta del nome sulla nuova banconota è anche un gesto simbolico e culturale.
Un simbolo di identità europea
Riuscirà la Bce a trovare una formula che soddisfi sia la sensibilità polacca sia quella francese? Il tempo lo dirà. Ma per molti cittadini, quella banconota da 20 euro è già molto più di uno strumento di pagamento: è un emblema dell’identità condivisa dell’Europa. Un’identità in cui, forse, non c’è più spazio per abbreviazioni o compromessi.