Almeno sedici persone sono state uccise in una sparatoria alla celebrazione di una festa ebraica sulla spiaggia di Bondi Beach, a Sydney. Due uomini armati, padre e figlio, sono gli autori dell'attacco. Tra le vittime un rabbino e un sopravvissuto all'Olocausto
Almeno sedici persone sono state uccise domenica 14 dicembre durante una celebrazione per la festa ebraica della chanukkah. Due uomini armati hanno aperto il fuoco a Bondi Beach, spiaggia situata sulla costa di Sydney, in Australia. Le autorità hanno dichiarato che si tratta di "un attacco terroristico contro la comunità ebraica".
I colpi sono stati esplosi a partire dalle 18:45 ora locale. Circa mille persone si erano riunite per la festa annuale, organizzata da un gruppo religioso del posto. I due killer, vestiti di nero, hanno aperto il fuoco con armi di grosso calibro da una passerella che conduce alla spiaggia, sparando per circa dieci minuti.
I testimoni hanno descritto il caos e il panico che ne sono scaturiti, con centinaia di persone che sono fuggite lungo la spiaggia e nelle strade vicine, molti abbandonando i propri beni.
Chi sono le vittime dell'attacco a Bondi Beach
Uno dei due uomini armati è stato ucciso dalla polizia, mentre l'altro versa in condizioni critiche. Ai morti si aggiungono almeno quaranta feriti, di età compresa tra i 10 e gli 87 anni (tre sono minorenni), ricoverati in ospedale.
Colpiti anche due agenti di polizia, anche loro in gravi condizioni dopo essere stati sottoposti a un intervento chirurgico.
Tra le vittime finora identificate ci sono il rabbino Eli Schlanger, che aveva contribuito a organizzare la chanukkah di Bondi, una bambina di 12 anni, un sopravvissuto all'Olocausto (Alex Kleytman), un cittadino francese e un cittadino israeliano, secondo quanto riferito dal ministero degli Esteri di Israele.
Chi sono le due persone che hanno aperto il fuoco
La polizia ha indicato che i due aggressori sono padre e figlio. Il primo, di 50 anni, è stato ucciso dalla polizia sul posto. Secondo il commissario della polizia del New South Wales Mal Lanyon, si trattava di un commerciante di armi da fuoco che ne aveva sei registrate a suo nome.
Il figlio, 24 anni, è in condizioni critiche ma stabili in ospedale sotto la custodia della polizia. Uno degli uomini armati è stato identificato come Naveed Akram di Bonnyrigg, nella porzione sud-ovest di Sydney.
La polizia ha fatto irruzione in un'abitazione collegata a uno dei sospetti. Le autorità hanno anche confermato che uno degli aggressori era noto all'Organizzazione australiana di intelligence per la sicurezza, ma non era considerato una minaccia immediata.
Inizialmente si è indagato anche sul coinvolgimento di una terza persona, ma la pista è stata poi abbandonata. La polizia ha inoltre trovato e reso innocui degli ordigni rudimentali in un veicolo sulla Campbell Parade, collegato a uno degli uomini armati.
L'eroe che ha strappato il fucile dalle mani di uno degli attentatori
Le riprese video hanno mostrato un uomo in camicia bianca che ha affrontato alle spalle uno degli uomini armati e gli ha strappato via il fucile dalle mani. I media australiani lo hanno identificato come Ahmed al-Ahmed, 43 anni, proprietario di un chiosco di frutta a Sydney.
Al-Ahmed è stato colpito due volte durante la colluttazione, una al braccio e una alla mano. È stato però operato e si sta riprendendo.
Il primo ministro del Nuovo Galles del Sud, Chris Minns, lo ha definito "un vero eroe", affermando che "stasera ci sono molte, molte persone vive grazie al suo coraggio".
Le reazioni dei leader internazionali all'attentato di Bondi Beach
Il primo ministro dell'Australia Anthony Albanese ha dichiarato che si tratta di "un atto di pura malvagità, un atto di antisemitismo, un atto di terrorismo. È stato un attacco deliberatamente mirato alla comunità ebraica nel primo giorno della chanukkah", ha dichiarato. "Un attacco agli ebrei australiani è un attacco a tutti gli australiani".
La polizia ha dichiarato l'attacco terroristico alle 21:36 ora locale di domenica. Le bandiere in tutta l'Australia sventolano a mezz'asta.
Anche numerosi leader mondiali hanno condannato l'attacco. Il presidente francese Emmanuel Macron lo ha definito "un attacco terroristico antisemita" e ha promesso di continuare a combattere "l'odio antisemita".
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha detto che i cuori israeliani "vanno alle sorelle e ai fratelli ebrei di Sydney" e ha invitato l'Australia a combattere "l'enorme ondata di antisemitismo". Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha accusato il governo australiano di aver "gettato benzina sul fuoco dell'antisemitismo".
Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha affermato che "l'antisemitismo non ha posto in questo mondo".
"Le nostre preghiere sono rivolte alle vittime di questo orribile attacco, alla comunità ebraica e al popolo australiano", ha aggiunto Rubio.
Il re britannico Carlo III e la regina Camilla si sono detti "sconvolti e rattristati dal più terribile attacco terroristico antisemita" e hanno lodato le azioni eroiche della polizia e dei passanti.
Si tratta dell'attacco che ha provocato più morti in Australia dal massacro di Port Arthur del 1996, quando un uomo armato uccise 35 persone in Tasmania. Quella tragedia portò a riforme radicali del controllo delle armi.
Dall'ottobre 2023 l'Australia ha registrato un forte aumento degli episodi di antisemitismo. L'Executive Council of Australian Jewry ha documentato 1.654 incidenti antiebraici tra l'ottobre 2024 e il settembre di quest'anno, quasi cinque volte quelli registrati nell'anno precedente.
I recenti attacchi antisemiti in Australia includono gli incendi dolosi di una sinagoga di Melbourne e di un ristorante kosher di Sydney nel 2024, che le autorità hanno collegato all'Iran.
Bondi Beach è una delle spiagge più famose d'Australia. Nel 2024 è stata visitata da oltre due milioni di turisti. La periferia orientale di Sydney ospita circa un terzo della comunità ebraica australiana, che conta 150mila persone.