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L'Ue rassicura sull’impatto delle tariffe Usa sull’energia russa: “Eliminazione graduale già in corso”

Il senatore Lindsey Graham (a destra) e il senatore Richard Blumenthal (a sinistra) a Kiev, in Ucraina.
Il senatore Lindsey Graham (a destra) e il senatore Richard Blumenthal (a sinistra) a Kiev, in Ucraina. Diritti d'autore  Vasilisa Stepanenko/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Vasilisa Stepanenko/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il
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La Commissione europea minimizza i rischi economici delle possibili tariffe Usa del 500 per cento sulle importazioni di energia russa

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La Commissione europea si dice fiduciosa che l’Ue riuscirà a evitare gravi contraccolpi economici legati a una nuova proposta di legge avanzata al Senato degli Stati Uniti, che prevede l’imposizione di tariffe del 500 per cento sui beni energetici provenienti dalla Russia.

Il disegno di legge, bipartisan, mira a colpire duramente Mosca e i suoi partner commerciali, e potrebbe teoricamente mettere in seria difficoltà circa una dozzina di Stati membri dell’Ue ancora legati in vario modo all’energia russa.

Nonostante l’allarme sollevato in alcuni ambienti industriali e diplomatici, Bruxelles ha cercato di placare i timori.

“Stiamo eliminando gradualmente le importazioni di combustibili fossili dalla Russia e quindi questo non dovrebbe essere un problema”, ha dichiarato martedì Paula Pinho, portavoce capo della Commissione. La roadmap dell’Ue prevede la completa cessazione degli acquisti energetici da Mosca entro la fine del 2027, sebbene il piano debba ancora tradursi in normativa vincolante.

Il disegno di legge statunitense è stato presentato dai senatori Lindsey Graham (repubblicano) e Richard Blumenthal (democratico), con l’obiettivo di aumentare la pressione sul Cremlino per avviare negoziati di pace in Ucraina. La proposta introduce non solo sanzioni primarie contro la Russia, ma anche sanzioni secondarie contro i suoi principali clienti. “È la legge più draconiana che abbia mai visto al Senato”, ha dichiarato Graham. Blumenthal ha sottolineato che le misure metterebbero l’economia russa “su un’isola commerciale”.

Ursula von der Leyen ha salutato con favore il progetto di legge del Senato degli Stati Uniti promosso dal senatore Graham
Ursula von der Leyen ha salutato con favore il progetto di legge del Senato degli Stati Uniti promosso dal senatore Graham European Union, 2025.

La pressione su Mosca

Con oltre 80 firme su 100, il disegno ha raccolto un consenso trasversale notevole, puntando anche ad attrarre il sostegno del presidente Donald Trump, finora riluttante a spingere per nuove pressioni su Mosca. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha incontrato Graham lunedì per discutere di nuove misure, incluso il pacchetto di sanzioni Ue in arrivo e la proposta americana.

“La pressione funziona, perché il Cremlino non capisce nient’altro”, ha commentato von der Leyen, senza però menzionare esplicitamente l’impatto delle tariffe del 500 per cento.

Bruxelles ha ribadito la volontà di coordinare le misure con Washington, pur riconoscendo che le modalità non potranno essere identiche. “L’idea è quella di coordinarsi il più possibile, ma non può essere identica”, ha chiarito Pinho, sottolineando che pacchetti complementari di sanzioni avrebbero un impatto maggiore sull’economia russa.

Le deroghe una tantum

Un elemento centrale del disegno di legge statunitense è la possibilità per il presidente di concedere una deroga una tantum per motivi di sicurezza nazionale, esentando così determinati Paesi, beni o servizi. Graham e Blumenthal hanno indicato che Cina e India — i maggiori acquirenti di petrolio russo — sarebbero i primi destinatari delle sanzioni secondarie, lasciando intendere che gli alleati europei potrebbero essere risparmiati, almeno inizialmente. Tuttavia, la portata delle tariffe del 500 per cento potrebbe causare gravi turbolenze nei mercati energetici globali, con effetti a catena anche nell’Ue.

Pinho non ha confermato se Bruxelles intenda chiedere formalmente una deroga. “Questo è ancora da vedere. Le sanzioni sono in fase di preparazione. Non sappiamo se passeranno al Senato”, ha dichiarato. La portavoce ha però ribadito l’impegno dell’Ue a ridurre ogni forma di dipendenza da Mosca.

Attualmente, diversi Paesi europei mantengono relazioni energetiche con la Russia: Francia, Spagna, Belgio, Paesi Bassi e Portogallo acquistano gas naturale liquefatto; Italia, Grecia, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria sono collegate ai gasdotti; mentre Ungheria e Slovacchia importano ancora petrolio via oleodotto. Inoltre, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Finlandia operano reattori nucleari alimentati con combustibile russo.

Il contesto si preannuncia complesso e dinamico, ma la Commissione insiste: l’Ue è già sulla strada giusta per sganciarsi definitivamente dalla dipendenza energetica russa.

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