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Caso Open Arms: la Cassazione assolve in via definitiva Matteo Salvini

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini Diritti d'autore  Alessandra Tarantino/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Alessandra Tarantino/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.
Di Ilaria Cicinelli
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Palermo per il caso Open Arms, assolvendo in via definiva il vicepremier. Nel 2019, in veste di ministro dell'Interno, Salvini aveva impedito lo sbarco di 147 migranti dalla nave di salvataggio dell'ong ed era accusato di sequestro di persona

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è stato assolto in via definitiva dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per il caso Open Arms. Nel 2019 Salvini aveva impedito lo sbarco di 147 migranti salvati in mare dalla ong spagnola.

La decisione è stata presa mercoledì dalla Cassazione, dopo cinque ore di camera di consiglio. I giudici hanno respinto il ricorso contro la sentenza di assoluzione in primo grado, presentato lo scorso luglio dalla procura di Palermo.

Non si è fatta attendere la reazione di Salvini: "Cinque anni di processo: difendere i confini non è reato", ha commentato in un post su X, pubblicando una foto che lo ritrae con il pugno alzato e la scritta "assolto".

Il caso Open Arms

I fatti risalgono ad agosto del 2019 quando Salvini, allora ministro dell'Interno nel governo di coalizione tra Lega e Movimento cinque stelle, impedì lo sbarco a Lampedusa di 147 persone per circa 19 giorni. I migranti erano stai salvati in mare dall'ong Open Arms nel corso di tre diverse operazioni nel Mediterraneo.

Risale a quei giorni l'approvazione da parte del Senato dell'allora "decreto sicurezza bis", che consentiva al governo di vietare alle navi l'attracco per motivi di sicurezza.

A bordo erano presenti diversi minorenni e di fronte al divieto di attracco i legali di Open Arms avevano fatto ricorso al tribunale per minori di Palermo. La situazione sulla nave era diventata sempre più difficile da gestire, con alcune persone che si erano buttate in mare e l'equipaggio allo stremo. All'imbarcazione fu permesso di entrare in acque italiane dopo una sentenza del Tar del Lazio, arrivata il 15 agosto.

La decisione consentì ai minori di scendere sulla terraferma ma lo sbarco definitivo delle restanti 83 persone è avvenuto solo il 20 agosto, per decisione della procura di Agrigento. Nel novembre dello stesso anno i pm della stessa procura hanno iscritto Salvini nel registro degli indagati, per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio.

Nel dicembre del 2024 il tribunale di Palermo aveva assolto Salvini perché "il fatto non sussiste" ma nel luglio 2025 la procura di Palermo aveva impugnato la sentenza direttamente in Cassazione. Una procedura chiamata "ricorso per saltum", che consente di evitare il giudizio in appello.

Le reazioni alla sentenza su Open Arms, Meloni chiede applauso al Senato

Alla notizia dell'assoluzione di Salvini la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in aula al Senato, ha chiesto un applauso per la decisione della Cassazione. L'assoluzione "conferma un principio semplice e fondamentale: un ministro che difende i confini dell’Italia non commette un reato, ma svolge il proprio dovere. Forza Matteo”, ha ribadito la premier sui social.

In un post, il vicepremier e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani si è detto certo che Salvini sarebbe stato assolto in via definitiva.

Decisamente negativa, invece, la reazione del fondatore di Open Arms Oscar Camps, che ha espresso preoccupazione per lo stato di diritto in Italia e ha definito la decisione "politica". Camps ha definito l'assoluzione di Salvini come un precedente politico, che autorizza anche in futuro i governi a trattenere le persone sulle navi.

"Ora la destra non potrà più sostenere che esista una magistratura "rossa" o politicizzata. L'autonomia e l'indipendenza della magistratura vanno salvaguardate in ogni momento", ha commentato il deputato di Alleanza verdi e sinistra Angelo Bonelli, sottolineando la condanna politica sull'operato di Salvini, che "ha usato i migranti come strumento di propaganda e di consenso elettorale, non per difendere i confini dell'Italia".

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