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L'Ue pronta a imporre nuove sanzioni alla Russia, anche senza gli Usa

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump Diritti d'autore  Manuel Balce Ceneta/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Manuel Balce Ceneta/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Di Jorge Liboreiro
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Un colloquio tra Donald Trump e i leader europei ha messo in luce la riluttanza di Washington a procedere con nuove sanzioni contro la Russia. L'Ue punta ad andare avanti, ma sarà difficile raggiungere l'unanimità tra i Paesi membri

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L'Unione europea intende procedere con un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia al fine di esercitare una maggiore pressione su Vladimir Putin affinché accetti un cessate il fuoco incondizionato di trenta giorni in Ucraina. Ed è pronta a farlo benché gli Stati Uniti non appoggino tale linea. Tuttavia, non sarà semplice, poiché l'idea di imporre nuove sanzioni è fermamente osteggiata dall'Ungheria.

Kallas: "Sarà difficile raggiungere l'unanimità tra i Paesi dell'Ue”

Il nuovo pacchetto previsto da Bruxelles include un giro di vite sul prezzo del greggio russo, che potrebbe risultare però impossibile da raggiungere senza l'adesione degli Stati Uniti. Von der Leyen ha anche lasciato intendere che si potrebbe scendere al di sotto dei 60 dollari al barile stabiliti dal G7 alla fine del 2022: da allora il tetto è rimasto invariato, anche se Mosca ha continuato a commerciare ben al di sopra di tale soglia.

"Si sta preparando un diciottesimo corpus di sanzioni più dure", ha dichiarato martedì Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, dopo una telefonata con il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelensky. "È ora di intensificare la pressione sulla Russia per ottenere il cessate il fuoco", ha aggiunto l'esponente conservatrice tedesca.

Al contempo, però, l'Alta rappresentante della politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, ha ammesso che sarà "difficile" raggiungere l'unanimità tra gli Stati membri, salvo poi aggiungere che ciò non deve scoraggiare l'Europa: "Non credo che abbiamo scelta. Dobbiamo esercitare più pressione su Mosca", ha dichiarato, intervenendo a una riunione dei ministri degli Affari esteri a Bruxelles. "Vogliamo vedere le posizioni anche da parte degli Stati Uniti. Non abbiamo davvero visto esercitare pressione sulla Russia in queste conversazioni".

A seguito di un colloquio telefonico di due ore tra Trump e Putin, avvenuto lunedì scorso, il presidente americano ha annunciato che la Russia e l'Ucraina "inizieranno immediatamente i negoziati per un cessate il fuoco e, cosa più importante, per la fine della guerra". Le condizioni, ha precisato, saranno "negoziate tra le due parti, come non può che essere". "Che il processo abbia inizio!", ha quindi concluso il capo di Stato di Washington.

Putin: per il cessate il fuoco servono "accordi appropriati"

Putin, da parte sua, ha affermato che la Russia lavorerà con l'Ucraina su un "memorandum" che contenga i termini di un "possibile cessate il fuoco per un certo periodo di tempo". La tregua, tuttavia, sarebbe condizionata al raggiungimento di "accordi appropriati", ha evidenziato.

Il leader russo continua a procrastinare l'accettazione della proposta di Trump di un cessate il fuoco immediato e incondizionato, che l'Ucraina e gli alleati europei hanno fermamente sostenuto come condizione necessaria per avviare dei negoziati di pace. Nonostante il rifiuto, Trump ha poi dichiarato ai giornalisti che non imporrà nuove sanzioni contro il Cremlino, sperando che l'ultima telefonata porti a progressi tangibili. "Penso che ci sia la possibilità di ottenere qualcosa, e se si imporranno sanzioni si potrebbe anche peggiorare la situazione. Ma potrebbe esserci un momento in cui questo accadrà", ha affermato.

Nelle nuove sanzioni ci sarebbero banche, gasdotti, greggio e la "flotta ombra"

In precedenza, i funzionari della Casa Bianca avevano in effetti minacciato di inasprire le misure contro l'economia russa, proprio per costringere il Cremlino a una tregua temporanea: "Quello che posso dire è che le sanzioni sono state molto inefficaci durante l'amministrazione Biden, perché sono state timide per paura di far salire i prezzi interni del petrolio", ha dichiarato domenica Scott Bessent, segretario al Tesoro degli Stati Uniti.

La distanza sulla questione tra Stati Uniti e Unione europea è stato messo a nudo dopo una telefonata che Trump ha avuto con i leader europei: "L'Europa incrementerà la pressione su Mosca attraverso le sanzioni. Questo è ciò che abbiamo concordato dopo la conversazione tra Trump e Putin", ha dichiarato il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Zelensky, che ha partecipato alla chiamata, ha spiegato da parte sua che "se i russi non sono pronti a fermare le uccisioni, ci devono essere sanzioni più forti".

Il pacchetto di misure allo studio della Commissione europea dovrebbe concentrarsi sul settore bancario, sui gasdotti Nord Stream e sulle navi della cosiddetta "flotta ombra". Quanto al tetto al prezzo del petrolio, l'opposizione degli Stati Uniti potrebbe rendere complicata l'applicazione: "Vedremo se ciò potrà arrivare attraverso una misura congiunta del G7 o meno", ha osservato Paula Pinho, portavoce principale della Commissione.

La distanza tra Ue e Usa sugli scenari post-bellici

Un altro punto che segna una notevole distanza tra gli alleati transatlantici è la visione del dopoguerra. Nella sua lettura, Trump ha espresso il desiderio di riprendere le relazioni economiche con la Russia, cosa che potrebbe avvenire una volta revocate le sanzioni. "C'è un'enorme opportunità per la Russia di creare molti posti di lavoro e ricchezza", ha afermato.

L'Ue, invece, ha sempre dichiarato che le sanzioni saranno tolte solo dopo che la Russia avrà ritirato le sue forze militari dal territorio ucraino e sarà stata raggiunta una pace duratura. Inoltre, la maggioranza degli Stati membri concorda sul fatto che i beni congelati della Russia, il cui valore è di circa 210 miliardi di euro, debbano rimanere bloccati finché Mosca non pagherà le riparazioni di guerra. Inoltre, all'inizio di maggio la Commissione ha presentato un'ambiziosa tabella di marcia per eliminare gradualmente tutte le importazioni di energia russa entro la fine del 2027.

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