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Ursula von der Leyen appoggia la proposta di legge del Senato Usa per sanzionare la Russia

Ursula von der Leyen vuole abbassare il tetto di prezzo del G7 sul petrolio russo.
Ursula von der Leyen vuole abbassare il tetto di prezzo del G7 sul petrolio russo. Diritti d'autore  European Union, 2025.
Diritti d'autore European Union, 2025.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il
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La presidente della Commissione Ue sostiene la proposta bipartisan al Senato Usa per nuove sanzioni alla Russia, malgrado i potenziali effetti collaterali sull’economia europea. Obiettivo: spingere Mosca al tavolo dei negoziati

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Ursula von der Leyen ha espresso il proprio sostegno a una nuova proposta di legge in discussione al Senato degli Stati Uniti, che mira a introdurre sanzioni economiche di portata eccezionale contro la Russia. L’obiettivo, ha sottolineato la presidente della Commissione europea, è costringere Mosca a sedersi seriamente al tavolo dei negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina.

Il disegno di legge, presentato dai senatori Lindsey Graham (repubblicano, Carolina del Sud) e Richard Blumenthal (democratico, Connecticut), ha già raccolto oltre 80 firme, un consenso bipartisan significativo che potrebbe spingere anche il presidente Donald Trump a sostenerlo.

Finora, Trump ha evitato di aumentare la pressione su Mosca, provocando irritazione tra gli alleati europei, che si sono mossi autonomamente con nuove misure restrittive.

Dopo un incontro definito “buono” con il senatore Graham, von der Leyen ha auspicato un coordinamento tra l’iniziativa statunitense e il prossimo pacchetto di sanzioni Ue, che dovrebbe includere misure contro il settore finanziario russo, la cosiddetta “flotta ombra” e i gasdotti Nord Stream.

Bruxelles intende anche abbassare il tetto massimo di prezzo del G7 sul petrolio russo trasportato via mare, fissato a 60 dollari al barile dal 2022.

"La presidente ha ribadito un concetto chiaro: serve un vero cessate il fuoco, serve la Russia al tavolo e serve porre fine a questa guerra. La pressione funziona, perché il Cremlino non reagisce ad altro", ha affermato il suo ufficio in una nota. Per questo motivo, von der Leyen ha accolto con favore l’impegno di Graham a far avanzare il disegno di legge in Senato.

Il testo della proposta Usa prevede sanzioni primarie e secondarie su vasta scala. Tra le misure più incisive, l’imposizione di tariffe “non inferiori al 500 per cento” su qualsiasi Paese che “consapevolmente” compri, venda o trasferisca petrolio, gas, uranio o prodotti petrolchimici russi.

Europa esposta, ma possibile deroga

Tali tariffe, in linea teorica, metterebbero in difficoltà diversi Paesi dell’Ue ancora legati all’energia russa. Francia, Spagna, Belgio, Paesi Bassi e Portogallo importano gas naturale liquefatto russo; Italia, Grecia, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria dipendono ancora da forniture via gasdotto; mentre Ungheria e Slovacchia continuano a ricevere petrolio tramite oleodotti. Inoltre, cinque Paesi europei – tra cui la Bulgaria e la Finlandia – usano ancora reattori nucleari di progettazione russa che richiedono combustibile specifico prodotto da Mosca.

Tuttavia, la proposta include una clausola che consente al presidente degli Stati Uniti di concedere esenzioni mirate “una tantum”, se giustificate da motivi di sicurezza nazionale. Non è chiaro se questo tema sia stato affrontato direttamente nel colloquio tra von der Leyen e Graham, ma il tono positivo della presidente suggerisce ottimismo circa la possibilità di evitare danni collaterali all’economia europea.

Graham e Blumenthal hanno poi puntato il dito contro Cina e India, i due principali acquirenti di energia russa, indicandoli come bersagli primari delle tariffe del 500 per cento.

“Una legge draconiana”

Dopo una visita a Kiev e a Parigi, i due senatori hanno riferito di un rinnovato slancio politico a sostegno del disegno di legge, mettendo in guardia contro una possibile nuova offensiva russa. Il mondo ha molte leve da usare contro Putin”, ha dichiarato Graham all’Associated Press. “Puniremo Cina e India per aver sostenuto la sua macchina da guerra”.

Graham ha definito la proposta “la legge più draconiana” mai vista al Senato, mentre Blumenthal ha parlato di sanzioni “travolgenti” capaci di isolare completamente l’economia russa.

Secondo le analisi a Bruxelles, l’impatto combinato tra tariffe punitive e un nuovo abbassamento del tetto di prezzo potrebbe generare un effetto domino devastante per le finanze del Cremlino, spingendo i clienti globali ad abbandonare l’energia russa e facendo precipitare le entrate statali.

La Casa Bianca, però, non ha ancora segnalato alcuna intenzione di intervenire sul tetto dei prezzi del G7.

Von der Leyen, dal canto suo, ha sottolineato l’importanza di un approccio congiunto: “Queste misure, se coordinate con quelle americane, aumenterebbero l’efficacia delle sanzioni. Se poi si aggiungono interventi mirati contro la flotta ombra russa – che trasporta illegalmente il petrolio – l’effetto sul bilancio bellico di Mosca sarebbe significativo”.

L’incontro tra von der Leyen e Graham è avvenuto mentre a Istanbul è in corso un nuovo round di colloqui diretti tra Ucraina e Russia. Anche per questo, Bruxelles vuole presentarsi compatta, e al fianco di Washington, nel tentativo di spingere Putin verso una trattativa concreta.

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