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Kallas, Ue "pronta a imporre costi" alla Cina per il cyber attacco di hacker alla Repubblica Ceca

L'Alto rappresentante Kaja Kallas ha dichiarato che l'attacco informatico contro la Repubblica Ceca è "inaccettabile".
L'Alto rappresentante Kaja Kallas ha dichiarato che l'attacco informatico contro la Repubblica Ceca è "inaccettabile". Diritti d'autore  European Union, 2025.
Diritti d'autore European Union, 2025.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il
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L'attacco informatico a una rete definita "critica" dal governo di Praga è stato criticato da Ue e Nato. Kallas ha minacciato la Cina di ritorsioni, nonostante i rapporti tra Pechino e Bruxelles siano migliorati dopo i dazi imposti al mondo da Donald Trump

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L'Unione europea è pronta a fare pagare alla Cina l'attacco informatico lanciato contro la Repubblica Ceca, ha avvertito mercoledì l'Alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza, Kaja Kallas.

"Questo attacco è una violazione inaccettabile delle norme internazionali. L'Ue non tollererà azioni informatiche ostili e siamo solidali con la Repubblica Ceca", ha dichiarato Kallas.

I commenti della responsabile della diplomazia Ue arrivano dopo che il governo di Praga ha comunicato di avere identificato la Repubblica Popolare Cinese come lo Stato "responsabile di (una) campagna informatica malevola che ha preso di mira una delle reti del Ministero degli Affari Esteri ceco", considerata una "infrastruttura critica".

Secondo il ministero, la campagna è iniziata nel 2022 ed è stata perpetrata dall'Advanced Persistent Threat Group 31 (Apt31), un collettivo di funzionari dell'intelligence e hacker a contratto ampiamente sospettato di raccogliere informazioni per conto di Pechino.

L'Apt31 è stato collegato a migliaia di attacchi sofisticati e difficili da rintracciare, volti a compromettere agenzie governative, organizzazioni militari e aziende private. Il gruppo è associato al Ministero della Sicurezza di Stato cinese.

"Questo comportamento mina la credibilità della Repubblica Popolare Cinese e contraddice le sue dichiarazioni pubbliche", ha dichiarato il Ministero degli Esteri ceco.

La condanna è stata ripresa in una dichiarazione rilasciata da Kallas a nome dei 27 Stati membri, in cui ha sottolineato che Bruxelles ha sollevato "ripetutamente" le preoccupazioni sui cyberattacchi con Pechino almeno dal 2021.

"Invitiamo tutti gli Stati, compresa la Cina, ad astenersi da tali comportamenti, a rispettare il diritto internazionale e ad aderire alle norme e ai principi delle Nazioni Unite, compresi quelli relativi alle infrastrutture critiche", ha dichiarato Kallas.

"In questo contesto, ribadiamo che gli Stati non dovrebbero permettere che il loro territorio venga utilizzato per attività informatiche dannose", si legge nella nota.

Kallas ipotizza sanzioni alla Cina per attacchi hacker

In una successiva conferenza stampa, l'Alta rappresentante ha apertamente minacciato di imporre sanzioni come ritorsione.

"Siamo determinati a contrastare i comportamenti dannosi nel cyberspazio", ha dichiarato Kallas ai giornalisti a Bruxelles, "queste minacce sono molto serie".

"Ne parleremo anche con le nostre controparti cinesi", ha proseguito, "siamo sicuramente pronti a imporre dei costi per questo tipo di attacchi".

Kallas non ha specificato che tipo di sanzioni potrebbero essere introdotte, limitandosi a notare che saranno pianificate "caso per caso", come il blocco ha fatto in passato.

Secondo le regole dell'Ue, l'approvazione delle sanzioni richiede l'unanimità di tutti gli Stati membri, una soglia che spesso è difficile da raggiungere a causa delle disparità di vedute e di strategie tra i 27.

Le accuse giungono nel mezzo di intense speculazioni su un imminente reset diplomatico tra l'Ue e la Cina, indotto dalle politiche commerciali volute dal presidente statunitense Donald Trump, che hanno colpito duramente sia gli alleati che gli avversari.

Sebbene di recente Bruxelles abbia ammorbidito i toni per evidenziare le potenziali aree di cooperazione con Pechino, restano ancora irrisolti diversi dossier, in particolare quello della sovraccapacità cinese di beni industriali a basso costo e la partnership "senza limiti" stabilita tra il presidente Xi Jinping e il collega russo Vladimir Putin.

Il mese scorso, Kallas ha descritto la Cina come il "principale sostenitore" della guerra della Russia contro l'Ucraina per avere fornito circa l'80 per cento dei beni a doppio uso vietati dagli alleati occidentali.

"Senza il sostegno cinese, la Russia non sarebbe in grado di condurre la guerra nella misura in cui la sta conducendo", aveva dichiarato l'Alta rappresentante.

La guerra cibernetica, insieme alla manipolazione e all'interferenza sull'informazione è un'altra disputa di lunga data nelle relazioni con la Cina. L'Ue teme tentativi di Pechino di influenzare le elezioni, come già fatto dalla Russia, e di diffondere propaganda per influenzare l'opinione pubblica europea.

Le preoccupazioni di Kallas sono state condivise dal segretario generale della Nato. "L'attività informatica dannosa che ha preso di mira la Repubblica Ceca sottolinea che il cyberspazio è sempre conteso", ha dichiarato Mark Rutte.

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