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Dazi, al porto di Anversa aumentano le esportazioni verso gli Stati Uniti

Porto di Anversa
Porto di Anversa Diritti d'autore  EBS
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Di Amandine Hess
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Alcune aziende europee si stanno affrettando a esportare i loro prodotti attraverso l'Atlantico per timore di ulteriori tariffe doganali. Al porto di Anversa l'export è aumentato del 3 per cento nel primo trimestre del 2025

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Alcune aziende europee si stanno affrettando a esportare le loro merci negli Stati Uniti, temendo l'entrata in vigore dei cosiddetti "dazi reciproci" statunitensi al termine della sospensione di 90 giorni decisa dal presidente Donald Trump o un ulteriore aumento. Altre hanno accelerato le spedizioni di container già all'inizio dell'anno, anticipando l'entrata in vigore delle tariffe doganali globali del 10 per cento.

Le esportazioni di container dal porto di Anversa verso gli Stati Uniti sono aumentate del 3 per cento nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2024, secondo un comunicato stampa del porto di Anversa-Bruges.

A un esame più attento, a registrare un leggero aumento dell'export sono stati proprio due dei settori più colpiti dall'aumento delle tariffe doganali statunitensi. Nel primo trimestre le esportazioni europee di acciaio sono aumentate del 2 per cento e quelle di veicoli dell'1 per cento.

Di fronte agli imprevedibili cambiamenti di rotta di Trump, gli esportatori europei sembrano navigare a vista.

"Alcune aziende stanno anticipando i dazi e hanno deciso di esportare i loro prodotti prima che vengano imposti", ha dichiarato a Euronews Lennart Verstappen, portavoce del porto di Anversa-Bruges.

"Ma se guardiamo in generale dal punto di vista del porto, se consideriamo tutti i diversi segmenti e categorie, l'impatto è piuttosto limitato", ha precisato.

Porta d'Europa

Anversa è il secondo porto europeo dopo Rotterdam e gli Stati Uniti sono il suo secondo partner commerciale dopo il Regno Unito, con quasi 28 milioni di tonnellate di merci scambiate lo scorso anno.

Le esportazioni europee verso gli Stati Uniti dai porti fiamminghi comprendono automobili, macchinari, prodotti farmaceutici, chimici, acciaio e prodotti alimentari. Al contrario, le importazioni dagli Stati Uniti comprendono plastica, prodotti chimici, automobili, prodotti alimentari e farmaceutici.

La direzione del porto tiene d'occhio i futuri sviluppi legati ai dazi e alle tensioni geopolitiche, che potrebbero influenzare le catene di approvvigionamento.

"Al momento è un po' troppo presto per dire se i cinesi utilizzeranno l'Europa come mercato di esportazione al posto degli Stati Uniti, ma è certamente qualcosa che stiamo osservando ed è certamente una possibilità. Lo abbiamo visto accadere in passato", ha dichiarato Lennart Verstappen.

Intanto l'Organizzazione mondiale del commercio ha rivisto al ribasso le sue previsioni per il commercio globale. Avverte che la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina rischia di rallentare il commercio internazionale e la crescita globale nel lungo periodo.

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