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Romania, la Corte costituzionale respinge all'unanimità la candidatura di "TikTok Messia" Georgescu

FILE: Un ritratto di Calin Georgescu viene posto su un recinto di controllo della folla dai sostenitori che attendono il suo arrivo presso un tribunale distrettuale a Bucarest, 5 marzo 2025
FILE: Un ritratto di Calin Georgescu viene posto su un recinto di controllo della folla dai sostenitori che attendono il suo arrivo presso un tribunale distrettuale a Bucarest, 5 marzo 2025 Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Aleksandar Brezar & Euronews Romania
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La Corte Suprema della Romania ha confermato il precedente rifiuto della commissione elettorale alla candidatura di Georgescu, provocando manifestazioni a Bucarest martedì sera

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La Corte costituzionale della Romania ha votato all'unanimità per confermare la decisione di respingere la candidatura del politico ultra nazionalista Calin Georgescu alle prossime elezioni presidenziali di maggio, scatenando martedì una nuova serie di proteste da parte dei suoi sostenitori a Bucarest.

Martedì sera, circa 150 manifestanti si sono radunati di fronte al massimo tribunale del Paese, in mezzo a un aumento delle misure di sicurezza, con i gendarmi che hanno delimitato il perimetro dell'edificio, ha riferito Euronews Romania.

Domenica, il Comitato elettorale romeno ha sospeso la candidatura di Georgescu, affermando che le sue azioni e dichiarazioni sono in contrasto con i valori richiesti dalla carica presidenziale, così come la sua candidatura confligge con le sentenze del tribunale alla fine del 2024.

Lunedì Georgescu ha esercitato il suo diritto di appellarsi alla decisione davanti alla Corte costituzionale, come previsto dalla legge romena.

Soprannominato il "Messia di TikTok", Georgescu si è imposto al primo turno delle elezioni presidenziali romene di dicembre.

Tuttavia, la Corte costituzionale del Paese ha annullato il voto in seguito a una serie di rapporti di intelligence che mostravano il coinvolgimento della Russia nell'influenzare gli elettori attraverso i social media per sostenere il candidato, allora relativamente sconosciuto.

Georgescu sta affrontando anche procedimenti penali, tra cui atti anticostituzionali e false dichiarazioni sulle finanze della sua campagna elettorale.

Le accuse riguardano anche il suo sostegno ai simpatizzanti della Guardia di Ferro, un movimento e partito politico fascista e antisemita risalente alla seconda guerra mondiale, illegale per la legge romena.

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