Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Macron, Costa, Meloni: a chi spetta il posto dell'Europa al tavolo dei negoziati sull'Ucraina?

Da sinistra a destra: Il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, il primo ministro italiano Giorgia Meloni.
Da sinistra a destra: Il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, il primo ministro italiano Giorgia Meloni. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Alice Tidey
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

I Paesi europei insistono sul fatto che non si può discutere della pace in Ucraina senza il coinvolgimento diretto dell'Ucraina e dell'Europa, mentre sono iniziati i colloqui tra Washington e Mosca. Ma chi potrebbe rappresentarla: uno dei leader Ue, uno nazionale, o un inviato speciale?

PUBBLICITÀ

I leader europei chiedono a gran voce un posto al tavolo dei negoziati sull'Ucraina, ma la Russia e gli Stati Uniti non hanno ancora garantito sostanziali aperture e si pone comunque il problema di chi debba parlare a nome dell'Europa.

Fonti diplomatiche hanno dichiarato a Euronews che la questione è in via di discussione e che il Presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa, "ha avviato un processo di consultazioni bilaterali" con i 27 Stati membri per capire cosa sono disposti a fare in termini di aiuti all'Ucraina e quali sono le loro posizioni sulle garanzie di sicurezza.

"Il Coreper è stato informato ieri sera dell'iniziativa", ha detto la fonte a Euronews, riferendosi al comitato dei rappresentanti permanenti dei governi di ciascun Paese Ue.

La questione della nomina di un inviato speciale europeo potrebbe essere affrontata durante le consultazioni che Costa sta tenendo con i leader europei.

I primi colloqui tra Washington e Mosca si sono svolti martedì a Riad, sei giorni dopo una telefonata tra il presidente statunitense Donald Trump e quello russo Vladimir Putin.

Il leader ucraino Volodymyr Zelensky e le autorità dell'Ue, finora esclusi dal processo, hanno ampiamente condannato le trattative bilaterali tra Usa e Russia, chiedendo di essere coinvolti.

Nessun nome in lizza per rappresentare l'Ue nel processo di pace ucraino

Kiev ha esortato l'Ue a nominare urgentemente un inviato speciale, come hanno fatto gli Stati Uniti con il generale Keith Kellogg.

"Dovrebbe essere una decisione rapida", ha dichiarato a Bloomberg all'inizio della settimana Ihor Zhovkva, vice capo dell'ufficio di presidenza ucraino, "spero subito dopo l'incontro di Parigi (tenutosi lunedì ndr). Dovremmo agire, non reagire".

L'argomento non è stato sollevato tuttavia la settimana scorsa, né a una riunione di alcuni ministri degli Esteri Ue in Francia né alla conferenza sulla Sicurezza a Monaco di Baviera con i capi di governo, hanno confermato tre diplomatici a Euronews.

"Non ci sono nomi in corsa. Non è una questione rilevante. Non si tratta di ego personale, ma di interessi. Quindi, prima dobbiamo lavorare su una posizione comune su ciò che vogliamo, piuttosto che discutere su chi dovrebbe presentare questa posizione", ha detto a Euronews un diplomatico, parlando a condizione di anonimato.

L'incontro informale di lunedì a Parigi - ospitato dal presidente francese Macron e che ha riunito i leader di Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca, oltre ai capi del Consiglio europeo, della Commissione europea e della Nato -non è riuscito a fornire chiarezza sulle garanzie di sicurezza comuni che i Paesi europei sono disposte a fornire nell'ambito di un processo di pace.

Non è stata nemmeno menzionata la questione di chi tra le figure e i leader attuali possa rappresentare l'Europa ai negoziati, hanno confermato a Euronews tre persone a conoscenza della questione. Mercoledì Macron ospiterà un altro incontro virtuale con i leader di altri Paesi dell'Ue e della Nato.

Ruolo Ue nel futuro dell'Ucraina: troppo poco e troppo tardi?

Per gli esperti contattati da Euronews, l'Europa si è più o meno autoesclusa non preparandosi ad eventuali colloqui prima, magari durante l'amministrazione Biden quando le relazioni con Washington erano meno conflittuali oppure o nei tre mesi intercorsi tra la l'elezione e l'insediamento di Trump.

"Penso che l'Ue o alcuni Stati europei avrebbero dovuto proporre colloqui prima che Trump lanciasse la sua iniziativa, possibilmente con altri Stati non appartenenti all'Ue", ha dichiarato a Euronews Claude-France Arnould, ex diplomatico francese e consigliere speciale per gli Affari europei presso l'Institut Français des Relations Internationales (Ifri).

"Non ci troveremmo in una situazione in cui cerchiamo di comprare un posto offrendo dispiegamenti di truppe o denaro in un contesto che non decidiamo noi", ha aggiunto Arnould.

Quando Euronews ha chiesto opinioni su chi dovrebbe ricevere un invito in caso di ampliamento del tavolo, Costa e l'Alta rappresentante della politica Estera e di Sicurezza dell'Ue, Kaja Kallas, sono risultati in testa per le responsabilità che i rispettivi ruoli conferiscono loro.

Secondo Armida van Rij, responsabile del programma Europa di Chatham House, Costa "potrebbe essere più adatto a rappresentare gli Stati membri su questo tema", dato che il suo ruolo al Consiglio europeo è quello di contribuire a creare consenso tra le capitali dell'Ue.

Costa, così come la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, è stato citato come potenziale negoziatore anche da Sven Bishop, direttore del Programma Europa nel Mondo dell'Istituto Egmont.

"Penso che l'Ue in quanto tale debba essere presente perché la decisione di portare avanti la richiesta di adesione dell'Ucraina - se questa è la nostra decisione - è strategicamente cruciale", ha dichiarato Bishop a Euronews.

"Ma solo gli Stati possono fornire all'Ucraina una garanzia di sicurezza, quindi forse (il premier britannico Keir, ndr) Starmer e Macron", ha concluso l'esperto dell'Egmont, "le due potenze nucleari europee e/o il premier polacco Donald Tusk, dato che la Polonia ha l'esercito più grande d'Europa" e attualmente detiene la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue

Potrebbero essere Macron, Meloni o il cancelliere tedesco a guidare l'Ue sull'Ucraina?

È probabile che sia difficile per i leader dell'Ue nominare uno dei loro, per timore che favorisca i propri interessi o posizioni nazionali, ha argomentato tuttavia van Rij di Chatham House.

Macron, ad esempio, ha già espresso la volontà di inviare truppe di pace in Ucraina, una proposta che altri Stati membri hanno respinto. La sua stella è anche in declino a causa dell'attuale debolezza dell'esecutivo in Francia.

Inoltre, il presidente francese in passato ha cercato senza successo di mediare i negoziati tra Teheran e Washington durante la prima presidenza Trump, venendo criticato dal leader americano.

L'italiana Giorgia Meloni, che è considerata vicina a Trump, potrebbe essere in lizza. Ma sebbene sia favorevole all'appoggio all'Ucraina, all'Ue e alla Nato - il che sarebbe fondamentale per ottenere il sostegno della maggior parte degli Stati membri dell'Ue - l'Italia potrebbe pagare la bassa spesa per la difesa.

Roma infatti non ha ancora raggiunto l'obiettivo di investimento del 2 per cento del Pil fissato dalla Nato e non è percepita come un forte attore militare.

La tempistica è ancora più "sfortunata", ha osservato van Rij, poiché ciò avviene nel bel mezzo di una campagna elettorale in Germania che si concluderà il 23 febbraio. Friedrich Merz, leader dell'Unione cristiano-democratica (Cdu) conservatrice, è ampiamente quotato nei sondaggi per sostituire Olaf Scholz come cancelliere, ma potrebbero volerci mesi per insediare un governo in ogni caso.

Le posizioni di Merz sull'Ucraina e sulla difesa sembrano allinearsi maggiormente con quelle di Macron, il che potrebbe vedere i due Stati membri spesso descritti come il motore dell'Ue ricominciare a lavorare in tandem dopo la rottura dei rapporti tra il presidente francese e Scholz.

Inoltre, non è chiaro se il Regno Unito o altri Stati non appartenenti all'Unione Europea accetteranno di schierarsi dietro la scelta del blocco o chiederanno un proprio posto al tavolo dei negoziati.

Tutto ciò significa che "è molto improbabile che ci sia una persona che rappresenti l'Europa o l'Ue in queste discussioni", ha detto van Rij.

Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, e il collega russo Sergey Lavrov hanno dichiarato martedì di non prevedere un coinvolgimento dell'Europa, seppure Rubio ha affermato che l'Ue potrebbe essere ascoltata quando verrà discussa la questione della riduzione delle sanzioni alla Russia.

Mercoledì gli ambasciatori dell'Ue hanno approvato un 16° pacchetto di sanzioni contro la Russia per la sua guerra contro l'Ucraina, prendendo di mira tra l'altro l'alluminio e la cosiddetta flotta ombra di petroliere di Mosca.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Stati Uniti, applausi per Meloni alla convention dei conservatori: i passaggi salienti

Guerra in Ucraina, perché la spinta negoziale di Trump ha messo l'Ue in totale allarme

Stati Uniti aprono all'Ue: Macron e Starmer invitati alla Casa Bianca per colloqui sull'Ucraina