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Il sindaco di Bruxelles contro Orbán: "Fermeremo i bus carichi di migranti"

Philippe Close, sindaco di Bruxelles
Philippe Close, sindaco di Bruxelles Diritti d'autore Bogdan Hoyaux/Bogdan Hoyaux
Diritti d'autore Bogdan Hoyaux/Bogdan Hoyaux
Di Vincenzo GenoveseNoa Schumann
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Il sindaco di Bruxelles Philippe Close ha risposto alla provocazione del governo ungherese di inviare nella capitale belga bus pieni di persone migranti, entrate irregolarmente in Ungheria

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In un'intervista a Euronews il sindaco, che appartiene al Partito socialista belga, ha assicurato che il convoglio non arriverà nella sua città.

"Ho parlato con il primo ministro belga. Bloccheremo questi autobus se mai dovessero partire"
Philippe Close
Sindaco di Bruxelles

Il piano ungherese

Alla fine di agosto, un ministro del governo ungherese, Gergely Gulyás, aveva promesso "un biglietto di sola andata" in direzione della capitale belga per tutti i migranti entrati irregolarmente in Ungheria dai confini esterni del Paese. "Se Bruxelles vuole i migranti, li avrà".

La provocazione è una risposta alla multa da 200 milioni di euro che la Corte di giustizia europea (Cge) ha comminato all'Ungheria a giugno per aver introdotto misure volte a limitare il diritto di asilo: una decisione definita "oltraggiosa e inaccettabile" da parte del primo ministro Viktor Orbán (finora l'Ungheria si è rifiutata di pagare la multa, che potrebbe essere detratta dalla sua quota di fondi europei in futuro).

I un primo momento sembrava che la proposta riguardasse tutti i migranti irregolari entrati in territorio ungherese. Gulyás ha poi specificato che il viaggio verso Bruxelles verrà offerto a coloro che hanno già ottenuto l'asilo in Ungheria e che intendono intraprenderlo volontariamente. Il piano sembra prendere spunto da quello organizzato dal Texas nel 2023, per portare a Washington persone migranti entrate illegalmente dal confine con il Messico.

L'Ungheria contesta il fatto di dover adeguarsi a delle leggi decise a Bruxelles, come il Patto Migrazioni e Asilo, a cui il governo ungherese si è opposto, venendo però messo in minoranza.

La Commissione europea ha definito il piano "inaccettabile" e si è detta pronta, tramite le parole della portavoce Anitta Hipper, a "utilizzare tutti i poteri previsti dai trattati per garantire il rispetto del diritto dell'Ue": sono stati già presi contatti con i Paesi limitrofi all'Ungheria per intervenire.

Anche la Segretaria di Stato belga per la Migrazione, Nicole de Moor, ha promesso di rimandare indietro gli autobus che dovessero arrivare in territorio belga.

La risposta del sindaco di Bruxelles

Close considera il piano ungherese nient'altro che una vuota minaccia.

"Questi autobus non arriveranno qui, e secondo me nemmeno partiranno da Budapest. Questa è davvero una provocazione. Dovranno prima passare attraverso altri confini europei, noi e i nostri colleghi tedeschi li bloccheremo se mai dovessero partire. Ne ho parlato con il primo ministro belga".

"Non saremo ostaggio di un governo di estrema destra come quello di Orbán", promette Philippe Close, spiegando che la sua città è multietnica e accogliente, ma non può accettare provocazioni che violino il diritto europeo.

Il sindaco di Bruxelles critica fortemente l'iniziativa ungherese, mettendo persino in dubbio il diritto del Paese a presiedere il Consiglio dell’Ue

"Non è così che si costruisce l’Unione europea. Mi preoccupa che chi presiede l'Ue non abbia le capacità di farlo. Potrebbe essere il momento di chiederci se l'Ungheria sia davvero in grado di presiedere il Consiglio dell'Unione Europea. Io penso di no".

Nuovo scontro fra Ungheria e Ue

Non è la prima volta che il tema delle migrazioni divide Budapest e Bruxelles, ma questo nuovo scontro arriva durante il contestato semestre di presidenza ungherese.

Al momento, nessun trasferimento in autobus è ancora avvenuto, ma il Segretario di Stato ungherese Bence Rétvári ha presentato un convoglio di autobus che dal villaggio di confine ungherese di Röszke porteranno le persone a Bruxelles.

Rétvári ha accusato l'Unione europea di attuare "due pesi e due misure", multando l'Ungheria per quelle che considera misure di sicurezza delle frontiere esterne dell'Unione, mentre "altri Paesi possono chiudere liberamente le loro". Il riferimento è alla decisione del governo tedesco di ripristinare i controlli alle proprie frontiere, anche se in questo caso si tratta di confini con altri Paesi dell'area Schengen.

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