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Francia, il premier Barnier in cerca di sostegno apre a riforma pensioni, fisco e migranti

Il premier incaricato Michel Barnier con il presidente francese Emmanuel Macron
Il premier incaricato Michel Barnier con il presidente francese Emmanuel Macron Diritti d'autore Michel Euler/Copyright 2019 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Michel Euler/Copyright 2019 The AP. All rights reserved.
Di Gabriele Barbati
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Nella sua prima intervista televisiva dalla nomina a primo ministro, Michel Barnier ha annunciato la volontà di migliorare la riforma delle pensioni, ma anche altri interventi come “misure concrete” per controllare i flussi migratori

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Il premier in pectore Michel Barnier ha dato le prime indicazioni sul suo eventuale esecutivo in Francia, dopo la nomina ricevuta da Emmanuel Macron, in un'intervista venerdì sera al canale televisivo TF1.

Barnier ha premesso di affrontare una "situazione senza precedenti” all'interno dell'Assemblea Nazionale, ora divisa in tre grandi blocchi, tanto più che il Nuovo Fronte Popolare di sinistra ha già promesso di presentare una mozione di sfiducia contro di lui.

In questo senso, il neopremier in attesa di conferma ha instito che il suo “non sarà un governo di destra”, aprendo all'inclusione di ministri uscenti e di esponenti di altre forze politiche. “Non sono mai stato un settario”, ha insistito nell'intervista l'ex negoziatore europeo per la Brexit nonché veterano del partito gollista.

Come segno di questa apertura, Michel Barnier ha detto di voler riaprire il dibattito sulla riforma delle pensioni richiesta dalla sinistra e dalla destra estrema, pur senza “rimettere tutto in discussione”.

Barnier ha preso l'impegno di consultare le parti sociali, deputati e senatori sull'argomento, con una condizione precisa: il "rispetto del quadro di bilancio" per non “aumentare il debito” del Paese né incrementare il deficit (circa il 5,6 per cento del Pil nonostante la regola del 3 per cento fissato dalle regole europee).

Messaggi di Barnier a tutte le forze politiche su migranti, legge elettorale e fisco

Nel tentativo di calmare le ire della sinistra, che non ha digerito la sua nomina, il premier ha anche dichiarato di non essere contrario a una “maggiore giustizia fiscale”, lasciando intendere che non sarebbe ostile a un aumento delle tasse.

Un'altra conferma del tentativo di ottenere un consenso più ampio possibile sembra essere la promessa di Barnier di un migliore “controllo dei flussi migratori”, come si era impegnato a fare durante la sua breve corsa come candidato in vista delle elezioni presidenziali del 2022.

Pur non ripetendo la parola “moratoria” sull'immigrazione, il premier ha promesso “misure concrete”. “Affronteremo il problema in modo rigoroso e umanista”, ha detto a TF1.

Nessuna linea rossa neanche sulla legge elettorale in senso proporzionale: Barnier ha detto che dovrà discutere l'ipotesi di una quota proporzionale con “tutti i gruppi politici”.

Infine, alla domanda sul suo rapporto con Emmanuel Macron e su questo nuovo capitolo di convivenza tra l'Eliseo e Matignon, Michel Barnier ha detto di rispettare la carica presidenziale, precisando con fermezza: “Il Presidente deve presiedere, il governo deve governare.

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