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Elezioni in Francia, le reazioni dopo il primo turno vinto dall'estrema destra

Il leader del Rassemblement National, Jordan Bardella
Il leader del Rassemblement National, Jordan Bardella Diritti d'autore Louise Delmotte/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Louise Delmotte/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Mentre Macron e Mélenchon lanciano un appello a ritirare i candidati giunti terzi nelle circoscrizioni che vanno al ballottaggio, per contrastare insieme l'estrema destra, il ministro dell'Economia Bruno Le Maire preferisce non votare i candidati del partito di sinistra La France Insoumise

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Dopo la vittoria del Rassemblement National al primo turno delle elezioni legislative in Francia, non sono mancate le reazioni da parte degli esponenti politici. Il partito di estrema destra ha ottenuto infatti circa un terzo dei consensi. Il principale sconfitto è apparso il polo centrista del presidente Emmanuel Macron, Ensamble, che si è piazzato terzo, distanziato nettamente anche dalla coalizione della sinistra unita, il Nuovo Fronte Popolare.

Bardella propone un dibattito a Mélenchon. Le Maire non vuole sostenere la sinistra

All'indomani del primo turno, il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha invitato uno dei leader della sinistra, Jean-Luc Mélenchon, a confrontarsi in un dibattito, sostenendo come ora ci siano a suo avviso solo due opzioni possibili per la Francia. "Penso che i francesi - ha dichiarato il leader estremista - abbiano bisogno di chiarezza e che ora ci siano solo due strade che si stanno delineando per il Paese: o l'alleanza dell'estrema sinistra che si è unita dietro Jean-Luc Mélenchon, che almeno ha avuto la chiarezza di uscire dall'ambiguità ieri sera dichiarando la sua candidatura al posto di primo ministro in caso di vittoria domenica prossima. E poi l'alleanza che io guido attorno al Rassemblement National. Quindi ritengo questo un momento di chiarimento, e propongo a Mélenchon un dibattito, progetto contro progetto, tra due candidati a governare il Paese".

Mélenchon, da parte, sua, ha immediatamente lanciato un appello ai propri candidati arrivati terzi, a ritirarsi dai ballottaggi per fare "barrage" contro l'estrema destra. Allineandosi in questo senso perfettamente a quanto indicato ai suoi da Macron.

Nel frattempo, il ministro dell'Economia e delle Finanze, Bruno Le Maire, ha dichiarato che, nonostante l'ondata di estrema destra, non sosterrà la coalizione di sinistra al secondo turno delle elezioni legislative che si terranno in settimana. "Mi batto contro l'estrema destra ma non voto per La France Insoumise. Non voto per loro perché hanno assunto posizioni che vanno contro la nostra nazione: La France Insoumise vuol dire cla Francia Incolume è comunitarismo, è antisemitismo, è violenza... E io non voglio tutto questo per la Francia".

Di fronte all'emergere dell'estrema destra, il sentimento prevalente in Francia è di preoccupazione, con in particolare molti parigini che esprimono delusione per l'esito del primo turno. Caroline Beaulieu, 38 anni, spiega che "in entrambi i casi, è davvero come scegliere la peste o il colera. Nessuno dei due è meglio dell'altro. Quindi siamo qui, delusi, e non sappiamo cosa fare".

"Rischiamo un Parlamento ingovernabile"

Alcuni criticano anche la decisione di Macron di indire le elezioni, come Jean Christophe Nony, 59 anni: "Penso che il presidente della Repubblica avrebbe dovuto almeno rispettare il termine di 40 giorni, perché se ci si affretta così a indire le elezioni, se si destabilizza la società, rischiamo di ritrovarci con un Parlamento ingovernabile, che non potremo sciogliere per un anno. Quindi, era meglio evitare una campagna elettorale così affrettata. E la responsabilità è di Emmanuel Macron".

Sebbene le proiezioni dei sondaggi suggeriscano che il Rassemblement National potrebbe ottenere molti seggi, non è detto che arrivi ad ottenere la maggioranza assoluta. Il secondo turno si terrà domenica 7 luglio.

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