Vince la coalizione "La tua Macedonia" a guida del Partito democratico per l'unità nazionale macedone al quale andranno 58 dei 120 seggi disponibili nel Parlamento di Skopje
Con il 43,23 per cento dei voti è il Partito Democratico per l’Unità Nazionale Macedone (Vmro-Dpmne) a vincere le elezioni in Macedonia del Nord di mercoledì 8 maggio. Secondo i risultati della commissione elettorale nazionale il partito di centrodestra e nazionalista ha ottenuto la maggioranza con oltre 430mila preferenze contro il 15,36 per cento dell’Unione Socialdemocratica di Macedonia (Sdsm), di centrosinistra, filoeuropeo e alla guida dell’attuale coalizione di governo. La terza forza politica più votata è stata la coalizione Per un futuro europeo, composta da 17 partiti, ferma al 13,79 per cento.
La prima presidente donna in Macedonia del Nord
Per la prima volta nel Paese la presidente del Paese ex jugoslavo sarà una donna, la conservatrice Gordana Siljanovska-Davkova, appoggiata dal partito Vmro-Dpmne all'opposizione, che ha sconfitto con largo margine il capo di stato uscente, il socialdemocratico Stevo Pendarovski.
"Non esiste riforma più grande di quella del primo presidente donna", ha detto Siljanovska-Davkova ai sostenitori del partito nella notte tra mercoledì e giovedì a margine del voto. 71 anni il prossimo 11 maggio, Siljanovska-Davkova è docente universitaria all'Università di Skopje e avvocato: prima di vincere le elezioni del 2024 si era candidata alle presidenziali del 2019 perdendo al ballottaggio contro Stevo Pendarovski.
La strada in salita verso l'Ue
Il successo del fronte conservatore, largamente previsto alla vigilia dopo il primo turno vinto da Gordana Siljanovska-Davkova, è destinato ad avere un impatto sul cammino europeo della Macedonia del Nord. Il Paese, già membro della Nato, due anni fa ha avviato il negoziato di adesione alla Ue.
Sia la futura presidente che il partito sono fortemente critici nei riguardi degli accordi raggiunti da Skopje negli anni scorsi con Grecia e Bulgaria. Per i conservatori e sovranisti le intese che hanno spianato la strada all'integrazione euroatlantica del Paese ex jugoslavo sono considerate una umiliazione per il popolo macedone.
Siljanovska-Davkova e il leader di Vmro-Dpmne Hristijan Mickoski intendono prendere iniziative, compreso un referendum, per abolire il nome di Macedonia del Nord, imposto dall'accordo del 2018 con la Grecia, e tornare a quello di Macedonia. Entrambi si oppongono inoltre alle modifiche costituzionali richieste dalla Bulgaria per l'inclusione della minoranza bulgara in costituzione. Sofia le pone come condizione per non bloccare ulteriormente il cammino di Skopje verso l'integrazione nella Ue.