L'aumento del miele adulterato è stato uno dei punti chiave nella revisione della cosiddetta "direttiva colazione"
All'apparenza può sembrare miele, ma non tutto ciò che compriamo al supermercato con quel nome lo è.
L'aumento del miele adulterato è stato uno dei punti chiave nella revisione della cosiddetta "direttiva colazione".
Con l'obiettivo di garantire un'etichettatura chiara, gli eurodeputati hanno chiesto di includere quale percentuale di miele proviene dall'Ue e quale no.
"Credo sia molto importante - dice Irène Tolleret, Renew Europe, Francia - che il consumatore sappia con precisione da dove proviene il miele che sta consumando, dato che oggi assistiamo a molte mescolanze".
Sfidando il maltempo, gli apicoltori europei si sono recati al Parlamento europeo a Strasburgo per chiedere misure severe.
Il 46% del miele proveniente da Paesi extra-Ue è fraudolento: lo rivela un'indagine dell'Agenzia europea antifrode.
Cina, Turchia e Regno Unito sono i principali importatori di miele "finto" nell'Ue.
"Nel mondo c'è chi il miele non lo produce, lo fa, ma non è lo stesso - dice Yvan Hennion, apicoltore, presidente dei gruppi di lavoro Miel du Copa cogeca - e io dico che se l'Europa non legifera adesso sulla nuova direttiva con le percentuali esatte, che è tutto quello che chiediamo al Copa -Cogeca, poi un giorno scoppierà uno scandalo sanitario.
Non aggiungono più zucchero, ma un altro ingrediente e questo potrebbe essere pericoloso per la popolazione".
L'adulterazione del miele, ad esempio con l'aggiunta di sciroppi, ne riduce il prezzo e, secondo gli apicoltori, aumenta la concorrenza sleale.
Una situazione che complica la sopravvivenza degli apicoltori europei, che vedono come con i cambiamenti climatici sia sempre più difficile ottenere la stessa quantità di miele.