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Fake news, tweet e Babbo Natale. Gli eurodeputati si confrontano sulla legge per il ripristino della natura

I deputati hanno discusso la legge sul ripristino della natura martedì mattina in un dibattito durato oltre due ore e mezza.
I deputati hanno discusso la legge sul ripristino della natura martedì mattina in un dibattito durato oltre due ore e mezza. Diritti d'autore European Union, 2023.
Diritti d'autore European Union, 2023.
Di Jorge Liboreiro
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Al centro della disputa c'è la Legge sul ripristino della natura, un progetto che mira a ristabilire gli ecosistemi degradati dell'Europa e a riportare in vita le specie scomparse

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Un dibattito acceso al Parlamento europeo tra conservatori e progressisti. Al centro della disputa c'è la legge sul ripristino della natura, un progetto che mira a ristabilire gli ecosistemi degradati dell'Europa e a riportare in vita le specie scomparse.

La normativa stabilisce obiettivi giuridicamente vincolanti in sette settori, tra cui terreni agricoli, torbiere e fondali marini, con l'obiettivo finale di salvare la biodiversità messa in pericolo dall'attività umana incontrollata e dai cambiamenti climatici.

Ma la legge, così come è stata concepita dalla Commissione europea, è diventata il bersaglio di enormi critiche da parte dei partiti di destra, in particolare del Partito Popolare Europeo (PPE), il gruppo più numeroso del Parlamento. Da settimane il gruppo sta portando avanti una dura campagna di opposizione per affossare la legislazione.

La legge sul ripristino della natura si trova di fronte a un momento cruciale. Questo mercoledì l'emiciclo dovrà votare sul testo completo, dopo le valutazioni negative espresse da tre diverse commissioni.

Gli eurodeputati hanno avuto diverse possibilità di discutere il contenuto della proposta di legge. Ma il dibattito di martedì si è rapidamente trasformato in un vertiginoso susseguirsi di recriminazioni politiche, prese in giro e interruzioni che si sono protratte per oltre due ore e mezza.

I gruppi conservatori, con il PPE in testa, hanno attaccato la legge sul ripristino della natura, affermando che i suoi obblighi per migliorare la salute dei terreni agricoli minaccerebbero i mezzi di sussistenza degli agricoltori europei, interrompendo le catene di approvvigionamento, diminuendo la produzione alimentare con un aumento dei prezzi per i consumatori.

Affermazioni contestate da diverse Ong, da scienziati del clima, ma anche dall’industria delle rinnovabili e dal settore privato.

"La proposta della Commissione europea va direttamente nella direzione sbagliata", ha dichiarato Christine Schneider, membro tedesco del PPE.

"La protezione della biodiversità può andare solo di pari passo con la popolazione, non imponendo regole ai forestali e agli agricoltori e rendendoli responsabili della scomparsa della biodiversità, non eliminando i terreni agricoli coltivabili e mettendo a rischio la produzione alimentare, non contrapponendo l'ambiente all'agricoltura".

I legislatori euroscettici si sono spinti oltre, sollevando la prospettiva di espropriazione della proprietà privata, di una crescente disoccupazione e di un incremento delle aree rurali abbandonate, oltre alle consuete accuse di ricatto democratico e di violazione della sovranità nazionale.

"Mentre affrontiamo una crisi alimentare imminente, voi inseguite chimere utopiche. State sacrificando i nostri agricoltori sull'altare della vostra ideologia ecologica", ha dichiarato Aurélia Beigneux, europarlamentare francese del gruppo di estrema destra Identità e Democrazia (ID).

I partiti di sinistra, da tempo, invece si battono in difesa della legge sul ripristino della natura, dipingendola come un elemento essenziale per garantire la vitalità a lungo termine dei suoli europei.

I progressisti hanno denunciato duramente il PPE per il suo comportamento antagonista e la sua incessante campagna sui social media. Basti pensare al tweet che sosteneva che la legge avrebbe "cacciato Babbo Natale dalla sua casa" trasformando "l'intera città di Rovaniemi in una foresta".

"PPE, cosa è successo? Vi siete allontanati dal tavolo dei negoziati. Avete twittato su Babbo Natale. È tutto molto divertente. Ma torniamo alla realtà. Facciamo questa votazione e finalmente è arrivato il momento di sostenere il ripristino della natura", ha dichiarato Bas Eickhout, dei Verdi.

"Il tentativo guidato dal Partito Popolare Europeo di respingere la legge sul ripristino della natura invia un messaggio sulla fattibilità del Green Deal. La destra ha fatto dell'agenda ambientale il percorso ideale per la sua disputa elettorale con l'estrema destra", ha dichiarato Iratxe García Pérez, presidente dei Socialisti e Democratici (S&D).

Intanto al centro dell’infuocato dibattito c’è Renew Europe, il gruppo liberale, le cui divisioni interne sulla proposta di legge hanno ostacolato una posizione comune.

Se, come ci si aspetta, questo mercoledì la stragrande maggioranza dei legislatori di orientamento conservatore voterà contro la legge, una manciata di voti di Renew Europe sarà sufficiente a far pendere l'ago della bilancia e a segnarne il destino della legge.

"Non dobbiamo permettere questo populismo di estrema destra, queste fake news e queste bugie che avete propagandato per un anno e che avete di nuovo sfacciatamente ripetuto in quest'Aula", ha dichiarato Pascal Canfin, uno dei più pasionari sostenitori di Renew Europe a favore della legge.

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Ma il suo collega olandese, Jan Huitema, ha espresso un parere diametralmente opposto.

"La proposta, sulla carta, sembra fantastica, ma in realtà rallenterebbe inutilmente le cose", ha detto Huitema, "Di tutte le proposte legislative che ho esaminato durante il mio periodo in Parlamento, questa è quella che avrà il maggiore impatto sulle persone a casa. È una proposta che non possiamo accettare".

Al termine del dibattito, Virginijus Sinkevičius, Commissario europeo per l'ambiente, ha fatto notare come ci siano stati diversi "concetti errati" e "malintesi" espressi dagli eurodeputati.

Sinkevičius ha affermato che "il tempo sta per scadere". Bisogna dunque agire avvertendo che l'esecutivo, come annunciato in precedenza, non presenterà un nuovo testo se quello attualmente in discussione dovesse fallire.

"Forse vi sorprenderà sentirlo, ma per me questo dibattito ha dimostrato che un accordo è possibile", ha detto Sinkevičius, "Un compromesso è possibile e a portata di mano. Le divergenze non sono così grandi da giustificare un rifiuto".

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