La legge sul ripristino della natura preoccupa gli agricoltori

La legge sul ripristino della natura sarà votata nella commissione Ambiente del Parlamento europeo il 27 giugno
La legge sul ripristino della natura sarà votata nella commissione Ambiente del Parlamento europeo il 27 giugno Diritti d'autore Paul Chinn/San Francisco Chronicle
Diritti d'autore Paul Chinn/San Francisco Chronicle
Di Gregoire Lory
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Il settore valuta l'impatto della legislazione, al voto in commissione Ambiente dell'Eurocamera. Ma c'è chi come Vincent Delobel già persegue la difesa degli ecosistemi naturali

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Gli agricoltori europei e il loro futuro sono sempre più al centro del dibattito comunitario, non senza polemiche.

Martedì 27 giugno sarà discussa e votata nella commissione Ambiente del Parlamento europeo la legge sul ripristino della natura, il cui obiettivo è ottenere ecosistemi con determinati standard ambientali in almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell'Unione. e il dibattito si annuncia serrato.

I partiti di destra vogliono respingerla perché la reputano pericolosa per la produzione agricola e la sicurezza alimentare. Quelli di sinistra, invece, la sostengono in nome della transizione ecologica, per cui però vanno trovati modi, tempi e risorse adeguati, come chiede da tempo il settore agrialimentare.

Il parere degli agricoltori

Le conseguenze si faranno sentire anche sul settore agricolo. Vincent Delobel, allevatore di Tournai, in Belgio e rappresentante dell'associazione Fugea (Federazione unita degli allevatori e agricoltori), spiega a Euronews le sue principali riserve:

"Abbiamo dubbi sull'idea di una separazione tra spazi a produzione intensiva da un lato e spazi dove non possiamo più fare nulla, o esclusivamente dedicati alla conservazione della natura".

"Il nostro il modello non è questo. È piuttosto l'integrazione negli ecosistemi agricoli: far convivere insetti, alberi e siepi insieme alla produzione alimentare e all'approvvigionamento sano e sostenibile del nostro cibo".

"Il nostro il modello è far convivere insetti, alberi e siepi insieme alla produzione alimentare"
Vincent Delobel
Allevatore e rappresentante dell'associazione Fugea (Federazione unita degli allevatori e agricoltori)

Soluzioni ecocompatibili

Delobel ha circa 70 capre in una fattoria da venti ettari, eredità di un'azienda a conduzione famigliare impegnata nell'agricoltura biologica, chesembra aver anticipato una tedenza chiara nelle recenti politiche agricole dell'Unione europea, quella di una maggiore attenzione agli ecosistemi e alla conservazione della natura

"Le siepi da un lato danno riparo a un gran numero di insetti, che possono dare molti benefici alle colture", spiega Delobel. 

"Ma forniscono anche ombra agli animali, legna da ardere per la casa. Inoltre favoriscono con le loro radici la penetrazione dell'acqua piovana, più in profondità nel suolo, soprattutto in caso di condizioni meteorologiche estreme".

Nella sua azienda, tutto parte dalla terra e dall'utilizzo del suolo. Nei suoi campi crescono colture diverse, dalle graminacee ai legumi, in una rotazione funzionale al ripristino degli ecosistemi. La varietà vegetale attira più insetti e le diverse radici di ogni pianta rafforzano il terreno contro i fenomeni climatici estremi. 

Anche il pascolo delle capre è praticato a rotazione, per non esaurire le proprietà del terreno. A volte gli obiettivi degli agricoltori e della Commissione europea coinvidono.

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