L'Ungheria blocca gli aiuti militari dell'Ue all'Ucraina

Péter Szijjártó è ministro degli Esteri dell'Ungheria dal 2014
Péter Szijjártó è ministro degli Esteri dell'Ungheria dal 2014   -  Diritti d'autore  John Minchillo/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
Di Sandor Zsiros

Il governo di Budapest si oppone a una nuova tranche da 500 milioni di euro, perché nella lista nera degli "sponsor internazionali della guerra" stilata dal governo di Kiev figura anche la banca Otp

I ministri degli Esteri dell'Unione Europea non sono riusciti a trovare l'accordo per una nuova tranche di aiuti militari all'Ucraina. 

Mentre la Commissione e molti Paesi europei vorrebbero stanziare altri 500 milioni dallo European Peace Facility, dopo i 5,6 miliardi già garantiti al governo di Kiev, l'Ungheria mantiene in stallo la decisione. 

Il motivo è l'inclusione della più grande banca ungherese, Otp Bank, in un elenco di "sponsor internazionali della guerra" redatto dalle autorità ucraine.

Critiche dall'Ungheria

"Ci opporremo al pagamento di questo nuovo mezzo miliardo di euro dallo European Peace Facility fintanto che l'Ucraina manterrà la banca Otp nell'elenco degli sponsor internazionali della guerra", ha detto chiaramente Péter Szijjártó, ministro degli Esteri di Budapest

"Otp è la più grande banca ungherese, un attore importante nell'economia del Paese: posso anche dire che ne siamo tutti orgogliosi".

Secondo l'agenzia anticorruzione ucraina, però, l'istituto di credito "fornisce condizioni preferenziali ai militari russi" e quindi in pratica "li ricompensa per i crimini di guerra commessi". La banca respinge queste affermazioni, considerandole figlie di un'analisi errata e parziale.

"Ci opporremo al pagamento di questo nuovo mezzo miliardo di euro fintanto che l'Ucraina manterrà la banca Otp nell'elenco degli sponsor internazionali della guerra"
Péter Szijjártó
Ministro degli Esteri dell'Ungheria

Destini intrecciati

In teoria gli aiuti militari dell'Unione sono indipendenti dalla blacklist ucraina, ma l'alto rappresentante per gli Affari esteri Josep Borrell ha fatto capire di essere al lavoro per risolvere il caso diplomatico, e quindi sbloccare la prossima tranche di pagamenti.

"Dobbiamo fare tutto il possibile a livello bilaterale e multilaterale per approvare il prossimo pacchetto di sostegno militare all'Ucraina. Se uno Stato membro ha difficoltà, discutiamone. Questo è ciò che faremo".

La lista nera dell'Ucraina non ha conseguenze legali concrete, ma è una sorta di invito al boicottaggio delle 26 aziende nominate, quasi tutte europee, che rischiano un significativo danno d'immagine. Così come un centinaio di individui, tra cui diversi italiani, che occupano posizioni di rilievo nelle imprese incluse nell'elenco. Anche loro sono stati bollati da Kiev come "sponsor internazionali della guerra".

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