La corte di giustizia dell'Ue condanna il rinnovo automatico e raccomanda una procedura di selezione imparziale e trasparente
Un'altra stroncatura per l'Italia sul tema delle concessioni balneari arriva dall'Unione europea.
Questa volta non da Bruxelles, ma da Lussemburgo, dove la Corte di giustizia dell'Ue ha ribadito che ogni Stato deve applicare una procedura di selezione imparziale e trasparentetra i candidati alla gestione delle proprie spiagge.
Strigliate dall'Europa
La sentenza riguarda un caso particolare, quello di Ginosa, in provincia di Taranto, ma serve come monito per un governo che ha prorogato le concessioni attualmente in vigore fino alla fine del 2024.
Sul tema potrebbe arrivare presto anche una procedura d’infrazione europea, per violazione della direttiva Bolkestein del 2006 sulla concorrenza.
Giorgia Meloni sembra aver promesso a Bruxelles di risolvere a breve la questione, ma non sarà facile per la premier superare la resistenza degli altri partiti che compongono il suo esecutivo, e che ancora oggi difendono la continuità lavorativa dei proprietari degli stabilimenti balneari.
Intanto il settore spera in soluzioni di compromesso, come spiega a Euronews Marco Maurelli, presidente di Federbalneari.
"Ci sono ovviamente delle criticità perché se una componente così importante della nostra economia, tra l'altro prevalentemente a gestione familiare, si dovesse fermare dall'oggi al domani, avremmo delle difficoltà economiche notevoli. Ma anche difficoltà di organizzazione del sistema turistico. Su questo faccio appello al Parlamento e al governo, per delle soluzioni normative e una riforma organica di settore".