Scandalo di corruzione, Eva Kaili resterà in carcere

Eva Kaili è stata destituita dalla vice-presidenza del Parlamento europeo
Eva Kaili è stata destituita dalla vice-presidenza del Parlamento europeo   -  Diritti d'autore  HONS / European Union 2022
Di Christopher Pitchers  & Aïda Sanchez Alonso

L'ex vice-presidente del Parlamento non ha parlato davanti ai giudici, che hanno deciso di prorogare la sua detenzione per un mese. Gli avvocati biasimano la fuga di notizie sull'indagine

Eva Kaili, l'ex presidente del Parlamento europeo indagata nello scandalo di corruzione e riciclaggio che ha colpito l'Eurocamera, resterà in carcere.

Lo ha deciso la Camera di pre-consiglio del Tribunale di prima istanza di Bruxelles, davanti a cui Kaili si è presentata nella mattinata del 22 dicembre. Se dovesse appellarsi a questa decisione, Kaili dovrà sostenere un'altra udienza entro 15 giorni. Il suo avvocato aveva chiesto che venisse messa in libertà vigilata fino all'inizio di un possibile processo, visto che non sussiste pericolo di fuga o inquinamento delle prove.

In silenzio nell'udienza

"Abbiamo chiesto che la signora Kaili sia posta sotto regime di sorveglianza elettronica con braccialetto. Sta partecipando attivamente alle indagini e sta contestando qualsiasi accusa di corruzione", ha detto il legale André Risopoulos all'uscita dall'udienza.

L'ex vicepresidente non ha reso alcuna dichiarazione davanti ai giudici, ha fatto sapere il suo team, ribadendone l'innocenza. 

"Voglio dirvi che la signora Eva Kaili è innocente e non è mai stata corrotta. Mai", le parole dell'altro avvocato, Michalis Dimitrakopoulos. "Abbiamo preso l'impegno di non parlare perché l'inchiesta è seria e segreta".

I due avvocati hanno anche lamentato una fuga di notizie e una violazione del segreto istruttorio, che secondo quanto dichiarato da Risopoulos ha spinto il procuratore federale ad avviare un'inchiesta a riguardo. Alla vigilia dell'udienza uno di loro aveva affermato che Kaili si sente "tradita" dal compagno Francesco Giorgi, anch'egli al momento in carcere.

Intanto proseguono le indagini sul sistema allestito per favorire a fronte di ingenti pagamenti gli interessi al Parlamento europeo di un Paese del golfo persico, con ogni probabilità il Qatar.Nel complesso, durante le perquisizioni effettuate tra il 9 e il 12 dicembre, la polizia belga ha trovato e sequestrato un milione e mezzo di euro in contanti.

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