Lunghe code ai centri di registrazione e mancanza di alloggi portano il sistema al collasso. Il governo prevede 100mila richieste entro la fine dell'anno/ nel 2021 erano state 25mila
Lunghe file di richiedenti asilo si snodano davanti ai centri di registrazione del Belgio, con le autorità locali in difficoltà a garantire loro una sistelazione temporanea. Le famiglie con bambini hanno la priorità, ma anch'esse sono vittime di una drammatica carenza di alloggi, denunciata dagli operatori umanitari.
Richiedenti senza asilo
“In questi ultimi giorni incontriamo sempre più minori di 15 anni, famiglie con quattro bambini piccoli che non hanno un posto dove stare. Cerchiamo di trovare soluzioni di emergenza per loro ma, con tutto quello che è successo di recente, con sempre più famiglie in arrivo, temo davvero che nei prossimi giorni non riusciremo a trovare una soluzione per tutti", dice Helene Asselman, coordinatrice dell'associazione Startpunt - Vluchtelingenwerk Vlaanderen.
L'intero sistema è al collasso e i centri di accoglienza non hanno più posti liberi. Un cittadino afghano intervistato da Euronews, ad esempio, dorme in strada da quasi tre mesi, anche se è riuscito a registrarsi molto tempo fa.
"Non ci hanno dato un campo, non abbiamo un riparo. Abbiamo il problema dei vestiti, di cosa metterci. E ogni autorità a cui ci rivolgiamo, ci dice che non c'è posto. Siamo per strada giorno e notte, non capiamo come poter uscire da questa situazione. Abbiamo problemi ovunque andiamo".
Con l'arrivo del freddo, si teme che la situazione diventi sempre più problematica. E mentre le organizzazioni umanitarie chiedono alle autorità di agire, il governo belga sta facendo pressioni sull'Unione Europea, per ottenere maggiore solidarietà e una revisione della politica migratoria.
La Corte europea dei diritti dell'uomo intanto ha chiesto al Belgio di fornire alloggio ai richiedenti asilo. Secondo il governo, entro la fine dell'anno si potrebbero raggiungere le 100mila richieste, in aumento dalle 25mila del 2021, principalmente da Afghanistan, Siria, Burundi ed Eritrea. Molti di loro, soprattutto uomini, riceveranno una risposta negativa: per gli afgani ad esempio il tasso di concessione di asilo si aggira sul 40%.