L'Ue e l'Ucraina potranno mai usare i beni congelati della Russia?

Uno yacht sequestrato a Palma di Maiorca, in Spagna.
Uno yacht sequestrato a Palma di Maiorca, in Spagna. Diritti d'autore AP Photo/Francisco Ubilla
Diritti d'autore AP Photo/Francisco Ubilla
Di Alice Tidey
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La risposta è: forse. Ma servirà una lunga battaglia legale

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Gli Stati Uniti e l'Unione europea si sono espressi a favore dell'utilizzo dei beni russi congelati dalle sanzioni per finanziare la resistenza e la ricostruzione dell'Ucraina. Una decisione che si scontra però con diversi ostacoli sul piano legale, che potrebbero trascinare la questione per anni.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha detto giovedì all'agenzia di stampa Interfax-Ucraina che è "assolutamente convinto che sia estremamente importante non solo congelare i beni, ma anche rendere possibile la confisca e renderli disponibili per la ricostruzione del paese".

Michel ha poi riconosciuto che sequestrare i beni degli individui sanzionati "non è così semplice" e che sarebbe probabilmente "un processo difficile e lungo", aggiungendo che ha incaricato il servizio giuridico del Consiglio dell'Unione europea di esaminare la questione.

I suoi commenti sono arrivati circa una settimana dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto al Congresso di accelerare l'iter legislativo per confiscare e vendere le proprietà degli individui sanzionati per "aiutare a costruire l'Ucraina".

L'American Civil Liberties Union, un'organizzazione senza scopo di lucro che mira a difendere i diritti garantiti dalla Costituzione degli Stati Uniti, ha avvertito tuttavia che sarebbe "incostituzionale". Altri esperti legali hanno espresso riserve simili sui piani.

Centinaia di miliardi di euro congelati

"Siamo in un territorio senza precedenti", ha sottolineato a Euronews Ian Bond, direttore della politica estera del Centro di Riforma Europeo (Cer). Eppure, ha aggiunto, "alla fine l'Ucraina potrebbe essere in grado di ottenere del denaro derivante da questi beni congelati. Ma sarebbe molto complicato e probabilmente ci vorrebbe molto tempo".

Teoricamente i beni congelati potrebbero rimanere tali a tempo indeterminato. Scongelarli richiederebbe all'individuo o all'entità sanzionata di impugnare con successo l'ordine in tribunale o alle vittime di organizzare le proprie battaglie legali per ricevere alcuni dei beni congelati come compensazione.

Nel caso dell'Ucraina, i paesi occidentali hanno sanzionato sia le agenzie statali russe, sia i funzionari e le aziende statali, sia gli oligarchi e le imprese private che dicono abbiano aiutato Mosca a finanziare e condurre la sua invasione.

È difficile quantificare quanti l'ammontare dei beni congelati, anche se si stima che siano stati bloccati 300 miliardi di dollari (283 miliardi di euro) delle riserve estere della Banca centrale russa in tutto il mondo. L'Ue ha annunciato all'inizio di aprile che la sua task force ha congelato beni per un valore di 29,5 miliardi di euro, tra cui barche, elicotteri, beni immobili e opere d'arte, e ha bloccato circa 196 miliardi di euro di transazioni.

Il Regno Unito nel frattempo ha detto di aver congelato 500 miliardi di sterline (583 miliardi di euro) di banche o imprese russe, alcune delle quali in parte di proprietà statale, oltra a 150 miliardi di sterline (175 miliardi di euro) di oligarchi e loro familiari.

Patrimoni statali e patrimoni personali

"Penso che sia molto più facile per l'Ucraina o per i singoli ucraini che hanno sofferto a causa di questa guerra, agire per ottenere i beni dello Stato - spiega Bond - perché c'è una connessione chiara tra le decisioni e le azioni dello Stato e dei suoi agenti e i beni che sono stati congelati".

"Il tutto diventa molto più facile se la Corte penale internazionale giudicherà la Russia colpevole di avere commesso un genocidio o crimini contro l'umanità - aggiunge Bond -. Una sentenza della Corte penale internazionale che dice che ti è stato fatto un torto terribile - i torti più gravi che possono essere commessi da uno Stato - renderebbe un po' più facile per l'Ucraina e i suoi cittadini andare in tribunale e dire: 'Vogliamo applicare questa sentenza'".

Si dice che la Banca centrale russa sia decisa ad avviare un'azione legale per recuperare le sue riserve estere, anche se il fatto che siano detenute in molte giurisdizioni diverse renderà le cose più difficili. Bruxelles, sottolinea Bond, rende queste sfide particolarmente difficili.

"Nel caso dell'Ue, probabilmente si andrà alla Corte di giustizia europea - dice Bond -. La giurisprudenza nei casi di persone che hanno cercato di ottenere la revoca delle sanzioni contro di loro, generalmente in relazione all'accusa di sostegno al terrorismo, mostra che è abbastanza difficile vincere".

"In ogni caso - continua Bond - sarebbe estremamente difficile, anche in caso di vittoria, ottenere lo sblocco dei beni, perché in questi di casi di solito la Commissione riformula le motivazioni per il congelamento dei beni in modo da soddisfare le obiezioni sollevate dal tribunale, piuttosto che restituire i beni".

Le autorità europee, americane o ucraine possono organizzare battaglie legali per confiscare i beni statali congelati per aiutare l'Ucraina a risorgere dalle ceneri della guerra, ma sarà senza dubbio molto più difficile rivendicare i beni degli oligarchi e dei loro familiari. L'onere della prova sarà probabilmente molto più difficile da soddisfare. "È difficile - sottolinea Bond - provare un legame tra le azioni criminali in Ucraina e lo yacht di qualcuno". A inizio settimana il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha detto che il paese avrà bisogno di almeno 600 miliardi di dollari per risollevarsi.

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