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Embargo al petrolio russo, ancora nessun accordo

I ministri europei degli Affari Esteri si sono riuniti a Lussemburgo
I ministri europei degli Affari Esteri si sono riuniti a Lussemburgo Diritti d'autore  Olivier MatthysAssociated Press
Diritti d'autore Olivier MatthysAssociated Press
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Sul tavolo anche la possibilità di sostituire il divieto di importazione con dei dazi doganali. Intanto Borrell incolpa la Russia della crisi alimentare globale

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La riunione dei ministri degli Affari esteri dell'Unione europea tenutasi a Lussemburgo lunedì 11 aprile non ha prodotto una posizione comune sull'embargo al petrolio russo, misura che potrebbe rientrare nel prossimo pacchetto di sanzioni europeo, ma che inciderebbe pesantemente sull'economia di alcuni Stati membri.

Una decisione difficile

Per questo dalla discussione sarebbero uscite nuove possibilità, tra cui quella di applicare dazi sulle importazioni piuttosto che vietarle completamente. Una mossa di certo meno incisiva, che consentirebbe però un margine di manovra anche a quei Paesi fortemente dipendenti dagli idrocarburi russi, come Germania, Austria o Ungheria. Lo stop alle importazioni di idrocarburi è oggetto di ampio dibattito a livello comunitario, con opinioni divergenti anche fra i deputati del Parlamento europeo.

Nel complesso; i Paesi dell'Ue acquistano circa 450 milioni di euro di petrolio al giorno da Mosca, secondo i dati forniti dal think thank Bruegel. 

Una cifra rilevante, che se tolta dal bilancio del Cremlino inciderebbe sul finanziamento della guerra, come spiega a Euronews il ricercatore Simone Tagliapietra: "I dettagli tecnici potrebbero essere definiti a breve. Penso che sia una questione di volontà politica: ci si potrebbe muovere in questa direzione già nelle prossime settimane e francamente credo sia una misura necessaria. Anzi, è già troppo tardi: avremmo dovuto farlo ieri, non domani".

"Russia colpevole della crisi alimentare"

L'Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell'Unione europea Josep Borrell, intanto, ha accusato la Russia di aver scatenato una crisi alimentare globale con l'invasione dell'Ucraina.

"Sono i russi a causare questa scarsità alimentare. Stanno bombardando le città ucraine e provocando la fame nel mondo", ha detto Borell nella conferenza stampa successiva alla riunione.

Secondo l'Alto rappresentante, i bombardamenti russi sui porti ucraini danneggiano le catene di approvigionamento mondiali, impedendo alle navi cariche di grano di salpare. Se alcuni alimenti scarseggiano in determinati Paesi o i loro costi si sono impennati, la responsabilità è tutta dell'attacco russo e non delle sanzioni occidentali conseguenti, ha affermato Borrell davanti ai giornalisti. 

Indagini internazionali

Alla riunione ministeriale si è unito anche il procuratore generale della Corte penale internazionale Karim Khan,  per discutere del sostegno europeo alla raccolta di prove per future indagini su eventuali crimini di guerra commessi in Ucraina dall'esercito russo. L'Unione europea aveva già annunciato il pieno appoggio a questo processo, in collaborazione con le autorità di Kiev e la Corte stessa.

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