Bielorussia: cantante punk rischia i lavori forzati per avere ballato seminudo davanti alla polizia

Igor Bancer durante un'esibizione del gruppo punk Mister X
Igor Bancer durante un'esibizione del gruppo punk Mister X Diritti d'autore Ovechkin Alexey/
Diritti d'autore Ovechkin Alexey/
Di Orlando Crowcroft
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Lo scorso 5 settembre Igor Bancer, cantante del gruppo Mister X, ha deciso di protestare così contro la violenta repressione messa in atto da Lukashenko: rischia una condanna di un anno e mezzo ai lavori forzati. "Ma non lascerò il paese"

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Vestito con nient'altro che un body, un cappello e un perizoma rosa acceso, Igor Bancer si appoggia al cofano di un furgone della polizia a Grodno, in Bielorussia, tra gli applausi della folla radunata lì davanti. Poi inizia a ballare.

Era il 5 settembre 2020: meno di un mese prima Alexander Lukashenko aveva vinto elezioni controverse e migliaia di persone avevano cominciato a protestare nelle strade della capitale Minsk. Bancer stesso era stato rilasciato dal carcere solo due giorni prima, essendo stato arrestato dopo le elezioni per la sua attività di attivista e cantante del gruppo punk bielorusso antifascista Mister X.

Lui e i suoi amici avevano discusso su come rispondere alla repressione sempre più violenta della polizia. Gli sembrava sbagliato andare avanti come se nulla fosse, andare al lavoro, tornare a casa, fare shopping. Allo stesso modo, era ovvio che la protesta pacifica non stava funzionando: di settimana in settimana decine di migliaia di persone manifestavano nelle strade per nuove elezioni e il regime rispondeva solo con più violenza.

Anche rispondere alla violenza con la violenza non avrebbe funzionato. Scendere in strada, combattere contro la polizia e lanciare molotov avrebbe fatto solo il gioco del governo. Avrebbero finito per essere picchiati dalla polizia e sarebbero dovuti scappare. Così Bancer ha deciso di mettere in atto una protesta non violenta.

"Mi sono detto: 'Perché non nostrare il culo alla polizia? Mi è sembrata una bella idea'. È quasi come un atto radicale di art nouveau", ha detto Bancer a Euronews. È così che il cantante punk è finito alle 3 del mattino con i pantaloncini intorno alle caviglie in una strada trafficata di Grodno, strusciandosi sul cofano di un furgone della polizia. Un gesto che l'ha fatto finire in prigione per cinque mesi.

Mister X

Membro della minoranza polacca bielorussa, Bancer è stato attivo in politica fin dalla laurea, lavorando per alcuni giornali e servendo come portavoce dell'Unione dei polacchi in Bielorussia (UPB). I Mister X, la band che ha fondato nel 2003, sono molto conosciuti nella scena punk europea: hanno suonato in Germania, Russia, Lettonia, Lituania e in Polonia.

Il gruppo si è esibito anche in Bielorussia, ma raramente e con pesanti restrizioni. A Minsk gli spettacoli sono aperti solo a un pubblico ristretto e non possono essere pubblicizzati. Anche i gruppi non politici possono cadere in fallo con le autorità: Bancer ricorda un gruppo pop chiamato 'The Moustaches' ('I Baffi' in italiano), costretto a sciogliersi perché sospettato di prendersi gioco di Lukashenko.

A causa del suo attivismo Bancer era già stato in carcere, ma era stato detenuto solo per alcuni giorni e per reati minori, come imprecare contro la polizia. Ma per il ballo irriverente davanti alla polizia lo scorso 19 marzo è stato condannato a un anno e mezzo di lavori forzati in una colonia penale. Durante  processo il procuratore ha sostenuto che avesse mostrato alla polizia il suo pene, un fatto smentito dai tanti video dell'episodio che circolano sul web. Attualmente è fuori su cauzione in attesa che venga fissata una data per il processo di appello.

Guarda il video completo della protesta di Igor Bancer qui sotto

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Posted by Yeahor Booncer on Friday, September 4, 2020

Per Bancer il fatto che la giustizia bielorussa abbia usato la mano pesante nei suoi confronti è un segnale di quanto sia cambiato in Bielorussia dalle elezioni del 9 agosto. "È stato molto peggio di quanto mi aspettassi - ha ammesso Bancer -. Pensavo che l'avrebbero ignorato. Pensavo che le mie 'stupide' performance artistiche non sarebbero state così importanti. Faccio molte cose scioccanti qui. Quel balletto non era molto diverso da ciò che faccio di solito".

"Non ho fatto niente di male - aggiunge -. Se qualcuno è rimasto scioccato, questo è il punto. Al mio processo ho detto che forse ho sbagliato perché la società bielorussa è 50 o 60 anni indietro rispetto all'Europa e non siamo preparati per spettacoli come questo. Quindi ok, ho sbagliato. Ma mandarmi in prigione? Ma dai...".

La Bielorussia sotto Lukashenko è sempre stata uno stato autoritario. I critici e gli esponenti dell'opposizione si aspettavano che queste elezioni - come nel 2016 - sarebbero state accompagnate dalla repressione, ma non pensavano che si sarebbe arrivati ai livelli di violenza visti negli ultimi mesi.

Igor Bancer
Igor Bancer durante un'esibizione del gruppo punk Mister XIgor Bancer

"Abbiamo avuto un livello più o meno alto di repressione durante le campagne per le elezioni presidenziali ogni cinque anni - dice Bancer - ma non abbiamo avuto sangue nelle strade. Quello che è successo a Minsk e a Brest, con persone uccise, persone torturate. Non me lo sarei mai aspettato. È la repressione più dura dei 26 anni di governo di Lukashenko. Nessuno può spiegarlo. Come siamo arrivati a questo punto in Bielorussia? Nessuno può spiegarlo".

Bancer parla ora con amici che dicono di temere che la polizia arrivi di notte, bussi alle loro porte e li porti via. Tutto questo a meno di venti chilometri dalla Polonia e dal confine con l'UE. "Nessuno è al sicuro ora, questo è il punto, e capisco perché molti miei amici lasciano il paese. Nessuno può dire cosa succederà nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. Psicologicamente, è davvero difficile".

Nonostante i suoi amici lascino la Bielorussia e la possibilità che la sua condanna venga confermata in appello, Bancer ha deciso di rimanere. "Se tutte le persone di buona volontà lasciano la Bielorussia, allora chi resterà? Dobbiamo essere determinati e lottare per un futuro migliore in tutti i modi legali possibili. Anche se ora significa andare in prigione - dice il cantante -. Nelson Mandela ha passato 27 anni in prigione a causa delle sue idee e dei suoi ideali. Dobbiamo essere determinati se un giorno vogliamo celebrare la vittoria".

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