L'Unione europea valuta sanzioni a Russia, Bielorussia e Myanmar

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Diritti d'autore Yves Herman/AP
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Di Debora Gandini
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L'Unione europea valuta sanzioni a Russia, Bielorussia e Myanmar. A riferirlo l'Alto rappresentante Josep Borrell. Per Bruxelles serve una risposta immediata sul caso Navalny. Sul tavolo anche la repressione a Minsk e il colpo di stato in Birmania

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"Serve un’azione unitaria e determinata sul caso Alexei Navalny". Alla riunione dei ministri degli Esteri dell'Unione europea, Bruxelles studia possibili nuove sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin, come sottolineato anche dal Ministro tedesco Heiko Mass. “Stiamo valutando azioni nei confronti della Russia a causa della condanna del blogger anti-corruzione, che resta dietro le sbarre”, ha sottolineato Mass. “Non sono bastate le pressioni internazionali e neanche la richiesta della Corte Europea dei diritti dell'Uomo per liberare l'oppositore russo. Per questo stiamo facendo valutazioni adeguate.”

Sul tavolo dei ministri anche le prossime mosse in relazione alla repressione contro l'opposizione in Bielorussia. Il ricorso delle violenze sui dimostranti anti-Lukashenko, gli arresti e l’oscuramento di internet sono tutti elementi che preoccupano Bruxelles. Per l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, a Minsk e in tutto il Paese è in corso un’intimidazione senza precedenti verso la società civile. Ecco perché per l’Unione europea serve agire in fretta per trovare una risposta adeguata.

Il Consiglio ha adottato conclusioni in cui condanna con la massima fermezza il colpo di Stato militare in Myanmar, sottolineando che Bruxelles è al fianco della popolazione. I ministri hanno chiesto la distensione dell'attuale situazione di crisi attraverso la fine immediata dello stato di emergenza, il ripristino del governo civile legittimo e l'apertura del neoeletto parlamento.

I ministri hanno invitato le autorità militari a rilasciare immediatamente e incondizionatamente il presidente U Win Myint, il consigliere di Stato Aung San Suu Kyi e tutti coloro che sono stati detenuti o arrestati in relazione al colpo di Stato. 

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