Gli esperti affermano: la mancanza di cooperazione a livello globale potrebbe far durare a lungo la pandemia
La corsa al vaccino contro il coronavirus si è trasformata in una gara tra Occidente e Oriente, in un momento in cui le relazioni tra il blocco europeo e la Russia non fanno che peggiorare.
Lo abbiamo visto di recente con la freddezza con cui è stato accolto il vaccino sul coronavirus sviluppato dalla Russia, che il presidente Putin ha definito il "vaccino nazionale" per il Paese.
L'Occidente ha immediatamente espresso scetticismo, mettendo in dubbio la sua sicurezza ed efficacia.
L'episodio ha però messo in evidenza una tendenza preoccupante: quando si parla di sviluppo di un vaccino, non c'è cooperazione internazionale.
Ciascuno pensa ai propri interessi: lo fa Putin, lo fa Trump e lo fanno i cinesi.
L'Unione europea tenta invece di essere più inclusiva.
Questa settimana la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il contributo a un'iniziativa guidata dall'OMS per garantire un accesso equo a un futuro vaccino in tutto il mondo, in particolare per i paesi più poveri.
"Nessun paese, nessun continente, può sconfiggere il coronavirus da solo - ha affermato-. Dobbiamo unire le forze. Perché una cosa è chiara: non saremo al sicuro finché tutti, qui in Europa e nel mondo saranno sicuri. Abbiamo bisogno di solidarietà globale".
Il grande interrogativo è ovviamente: se una pandemia globale che ha contagiato milioni di persone in tutto il mondo non può riunire i paesi, cos'altro può farlo?