Come sta cambiando il settore dell'economia blu in Europa?

In collaborazione con The European Commission
Come sta cambiando il settore dell'economia blu in Europa?
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Di Denis Loctier
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Nel 2019 nel settore lavoravano 4,5 milioni di persone nell'Ue: un mercato del lavoro in continua evoluzione costringe i professionisti del settore ad aggiornare le proprie competenze

L'isola di Frøya, in Norvegia, ha le condizioni migliori al mondo per l'allevamento del salmone. È anche la sede della Guri Kunna, una scuola all'avanguardia che da decenni insegna a ragazzi di 16 anni a lavorare nell'industria dell'allevamento ittico. Centinaia di ragazze e ragazzi vengono qui per imparare tutto ciò che un allevatore di pesce deve sapere, compreso pilotare una barca e prendersi cura dei pesci in un vero allevamento di salmoni, a poca distanza dalla scuola.

"Gli insegnanti ci guidano in tutto nel primo anno del programma, ma nel secondo anno lavoriamo in modo più indipendente - dice Sunniva Elise Johansen, studentessa della Guri Kunna -. In questo modo, possiamo prepararci per l'apprendistato in un'azienda di acquacoltura nei prossimi due anni".

Il successo del programma di questa scuola ha ispirato Bridges, un progetto finanziato dall'Europa che migliora la collaborazione tra scuole e industria, incentrato sullo sviluppo delle competenze nel settore dell'acquacoltura in quattro Paesi nordici.

 "Il settore ha bisogno di lavoratori qualificati - dice Dag Willmann, coordinatore del progetto Bridges -. Quando abbiamo iniziato a lavorare con l'Islanda, alcuni anni fa, erano quasi disperati: non c'era istruzione. L'acquacoltura è praticata in aree poco popolate, quindi avevano bisogno di istruzione e in fretta. Il progetto Bridges mira a sviluppare le scuole affinché diventino una sorta di hub per favorire la crescita di lavoratori qualificati".

Le classi e i laboratori della scuola sono situati proprio accanto alle aziende. Questo aiuta gli insegnanti a mantenere il programma in sintonia con le reali esigenze del mercato del lavoro. "Essere così vicini all'intero settore, dai fornitori alle aziende di allevemanto ittico, è un enorme vantaggio per noi - dice Jon Ivar Theodorsen, insegnante della scuola -. Ci offre l'opportunità unica di rimanere in contatto con gli sviluppi del settore in tempo reale. Questo garantisce che la nostra formazione sia sempre pertinente, che stiamo insegnando le competenze richieste dal settore".

L'acquacoltura è essenziale per il Green Deal europeo, in quanto favorisce le economie costiere e fornisce frutti di mare in modo sostenibile. Il team del progetto è convinto che sia l'industria che la scuola traggano vantaggio dalla collaborazione. "Essenzialmente si tratta di una gestione efficace delle risorse, insieme siamo più forti - dice Elisabeth Nordin, coordinatrice del progetto -. Perciò che le scuole, le industrie, i comuni e lo Stato possano lavorare insieme per affrontare le sfide è un buon modo per risparmiare denaro e sforzi, e anche per essere in grado di pensare fuori dagli schemi in modo più efficace".

Un mercato che richiede nuove competenze

I porti marittimi europei creano 2,5 milioni di posti di lavoro, ma molti dipendenti faticano a stare al passo con un settore in rapida evoluzione. Non tutti gli ingegneri e i manager della logistica hanno le competenze informatiche e comunicative necessarie per il mercato odierno.

"Oggi i clienti vogliono sapere dove si trova il loro carico - dice Guilherme Gomes, amministratore delegato del Grupo Sousa, una compagnia di navigazione portoghese -. Se non disponiamo di un sistema di tracciamento minuto per minuto, che ci permetta di dire 'ok, il carico sta entrando nel terminal, il carico è ora sulla nave, il carico arriverà a destinazione' non possiamo stare sul mercato. Dobbiamo sapere come farlo, ma non è qualcosa che si impara sui libri".

Per colmare le sue lacune Gomes sta seguendo un nuovo master sviluppato da MarLEM, un progetto finanziato da Bruxelles. "Non sappiamo quali saranno le esigenze in termini di abilità e competenze tra tre o quattro anni, è incredibile - dice Manuel Carrasqueira, coordinatore del progetto MarLEM -. Dobbiamo investire molto nelle nuove competenze tecniche e nelle soft skills, un po' fuori moda, ma molto importanti".

Il progetto si propone di migliorare o riqualificare i professionisti del settore riunendo industria, scuola e amministrazione. "Questi professionisti possono provenire dal settore della logistica marittima o essere professionisti che lavorano, ad esempio, in un magazzino - dice Helena Carvalho, docente dell'università Nova di Lisbona -. Sono persone che vogliono cambiare carriera o avere migliori opportunità di lavoro".

Gli esperti prevedono un aumento della domanda di professionisti altamente qualificati nella blue economy. Molti settori però hanno difficoltà a trovare i candidati adatti. "Tutti questi settori devono affrontare tre questioni principali: digitalizzazione, decarbonizzazione ed economia circolare - dice Frederico Pinto Ferreira, responsabile di Fórum Oceano, associazione non profit fondata nel 2009  -. Quindi tutti hanno bisogno di persone qualificate per gestire le nuove professioni e le nuove sfide. Vogliamo quindi che questo master si adatti al rapido cambiamento di questi settori".

L'importanza delle immersioni scientifiche

Queste nuove competenze possono creare opportunità di carriera anche in campi che possono sembrare non correlati, come l'archeologia, la geologia e altre scienze che hanno un interesse crescente per i siti sottomarini. Ma il lavoro subacqueo richiede certificazioni e attrezzature costose. L'università di Salonicco, in Grecia, coordina un progetto che ha l'obiettivo di rendere le immersioni scientifiche più accessibili.

"L'immersione scientifica è utile in vari campi - dice Panagiotis Tokmakidis, ingegnere civile e agrimensore -. Crediamo che nei prossimi dieci anni, cioè nel decennio degli oceani, avremo un problema: la carenza di operatori scientifici subacquei. Quindi dobbiamo essere veloci e stabilire un sistema di formazione, formare nuovi scienziati per queste applicazioni e certificarli in modo da poter lavorare anche oltre confine".

La mancanza di uno standard europeo comune per le "immersioni scientifiche" rende difficile per molti scienziati lavorare all'estero nonostante condividano competenze simili. Il progetto ScienceDIVER sta sviluppando uno standard di formazione universale. In questo modo sarà più facile per gli scienziati lavorare e collaborare a livello internazionale.

"Le persone improvvisavano in base alle loro esigenze, e questo ha creato un paesaggio frammentato in tutto il mondo - dice Kimon Papadimitriou, coordinatore del progetto ScienceDIVER -. Oggi abbiamo un'economia globale, parliamo di scienza degli oceani per lo sviluppo sostenibile e di economia blu nell'Unione europea. Ora si è presentato questo problema, ed essendo proattivi cerchiamo di preparare la prossima generazione".

I corsi di formazione pilota in tre Paesi dell'Unione europea non solo aprono nuovi percorsi di carriera per le persone interessate alle immersioni scientifiche, ma indirizzano anche un maggior numero di persone verso lo studio e la protezione degli oceani.

"Questo apre anche un'altra questione, quella che oggi chiamiamo alfabetizzazione oceanica - dice Papadimitriou -. L'impegno nelle decisioni e nelle buone pratiche che ci permetteranno di proteggere il nostro oceano e il nostro pianeta".

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