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Miguel Gomes, "Grand Tour" e il premio per la miglior regia a Cannes: intervista esclusiva

Miguel Gomes con il premio a Cannes
Miguel Gomes con il premio a Cannes Diritti d'autore Scott A Garfitt/2024 Invision
Diritti d'autore Scott A Garfitt/2024 Invision
Di Ricardo Figueira
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in portoghese

Il regista portoghese è tornato da Cannes con il premio per la miglior regia. Il successo del suo "Grand Tour" potrebbe spianargli la strada per il prossimo film: portare sugli schermi una pellicola alla quale sta lavorando da diversi anni

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È il più alto riconoscimento di sempre per un film portoghese a Cannes: se la candidatura di "Grand Tour" di Miguel Gomes nella selezione ufficiale per la Palma d'Oro era già un risultato importante, il premio per la miglior regiaè stato la ciliegina sulla torta e il coronamento della carriera del regista 52 enne, che negli ultimi 15 anni ha partecipato ai festival più importanti con film come "Tabu" (2012) e la trilogia delle "Mille e una notte" (2015).

"Si sentono molte cose allo stesso tempo", racconta il regista a Euronews. "È raro per un film portoghese essere nominato, vincere un premio lo è ancora di più".

Miguel Gomes è cresciuto guardando cinema portoghese e si identifica pienamente con esso: "Il cinema portoghese ha una storia, dagli anni '60, che gli conferisce un'identità. È un'identità che a volte viene contestata all'interno, perché si dice che i film portoghesi siano complicati".

"Fin da piccolo mi sono abituato a guardare film portoghesi e a pensare 'è possibile fare questo in Portogallo'. Questi pensieri sono stati decisivi per me. Forse sto dicendo qualcosa di eretico, ma sento un senso di appartenenza al cinema portoghese maggiore rispetto che al Paese stesso".

Não é todos os dias que se segura um prémio de melhor realizador em Cannes! Obrigado Miguel Gomes pela entrevista, em breve na Euronews!

Posted by Ricardo Figueira on Thursday, June 6, 2024

"Grand Tour" è la meta di un lungo viaggio

"Grand Tour", che il regista considera "un classico film d'avventura", è il risultato del collage di due processi distinti ma complementari: il primo con le riprese che Gomes ha effettuato insieme a una piccolissima troupe durante un lungo viaggio attraverso l'Asia nei primi mesi del 2020, prima che la pandemia li costringesse a rimandare i loro piani (la parte in Cina è stata girata nel 2022, dopo la fine delle restrizioni).

Sento un senso di appartenenza al cinema portoghese più che al Paese stesso
Miguel Gomes
Regista

Il viaggio è iniziato "senza che avessimo nemmeno una sceneggiatura per il film", racconta.

Il secondo processo, invece, con le riprese svoltesi nel 2023 con gli attori in studio, dove tutto era già stato pianificato e dove lavorava un team di oltre 100 persone: "Lo studio è lo spazio cinematografico per eccellenza", dice.

È dalla combinazione di questi due concetti che nasce il film: "Ci sono due possibilità nel cinema", racconta. "Registrare il mondo come lo conosciamo, mettere una cinepresa in un certo posto e filmare ciò che è davanti a noi oppure inventare il mondo - inventare un tramonto o un'alba in uno spazio senza finestre, che è uno studio".

La storia si svolge in Asia nel 1918, "ma questo film è molto più della storia, perché è stata una grande sfida girarlo", spiega Gomes.

Tutto inizia con un uomo, un funzionario britannico in Birmania, che aspetta la sua fidanzata su una banchina. Preso dal panico, decide di fuggire a Singapore, dove riceve un telegramma dalla ragazza che gli comunica il suo arrivo. Fugge di nuovo e attraversa diversi Paesi, sempre con lei alle calcagna. La seconda parte del film racconta la storia dal punto di vista della donna. Il risultato è un film in cui spicca il contrasto - voluto - tra il film d'epoca e le immagini dell'Asia di oggi.

La sua prossima sfida: le riprese di "Brasile Ignoto"

L'uscita di "Grand Tour" è prevista solo dopo l'estate. Per il momento, il successo per la critica e il premio ottenuto a Cannes potrebbero servire a Gomes per assicurarsi i finanziamenti per un progetto che sogna da tempo: portare sul grande schermo "Os Sertões" di Euclides da Cunha - che in italiano è tradotto con il titolo di Brasile Ignoto - un libro estremamente difficile da trasporre su pellicola, in quanto si tratta sia di una cronaca di guerra che di un trattato di botanica.

Pubblicato per la prima volta nel 1902, il libro è ambientato nello stato di Bahia in Brasile alla fine del diciannovesimo secolo e racconta la Guerra di Canudos, il conflitto tra l'esercito brasiliano e i seguaci antirepubblicani del profeta António Conselheiro.

È un progetto a cui Miguel Gomes sta lavorando da prima di intraprendere il lavoro per "Grand Tour" e che è stato rimandato dall'arrivo di Jair Bolsonaro al potere, dato che il suo governo ha quasi completamente paralizzato i finanziamenti al cinema. E dalla pandemia di Covid-19. Superati entrambi i problemi e riprese le trattative di finanziamento, la produzione del film sembra andare a gonfie vele.

Journalist • Ricardo Figueira

Video editor • Bruno Filipe Figueiredo Da Silva

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