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Vertice Ue-Giappone a Tokyo: uniti per il libero commercio, ma con strategie diverse verso gli Usa

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si rivolge ai media dopo un vertice UE-Giappone a Bruxelles, Belgio, 13 luglio 2023.
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si rivolge ai media dopo un vertice UE-Giappone a Bruxelles, Belgio, 13 luglio 2023. Diritti d'autore  AP Photo
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Di Peggy Corlin
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Mentre l’Ue cerca di contenere le minacce tariffarie degli Stati Uniti, il Giappone si presenta al vertice bilaterale con un accordo commerciale firmato con Trump. L’incontro di Tokyo punta a riaffermare l’impegno per un ordine economico basato su regole condivise

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L’Unione europea e il Giappone si incontrano a Tokyo per il 30esimo vertice bilaterale, in un contesto segnato dalle tensioni commerciali con gli Stati Uniti e dalla recente intesa siglata tra Tokyo e Washington. Un accordo che cambia in parte la dinamica dell’incontro, evidenziando l’approccio divergente tra Bruxelles e Tokyo nei confronti della politica tariffaria aggressiva di Donald Trump.

Il presidente statunitense ha annunciato martedì un’intesa commerciale con il Giappone che prevede tariffe del 15 per cento sulle importazioni nipponiche – significativamente inferiori al 25 per cento inizialmente minacciato – e un investimento giapponese da 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti. In cambio, il Giappone dovrebbe aprire il proprio mercato al riso e alle automobili americane, secondo quanto dichiarato dallo stesso Trump.

Ue in cerca di stabilità, Giappone in cerca di equilibri

Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba, che ha accolto positivamente l’intesa con Washington, afferma che essa “porterà benefici reciproci e stabilità economica”, ma al vertice con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sarà inevitabile affrontare le implicazioni geopolitiche e commerciali più ampie.

“Condividiamo alcuni principi fondamentali, come la necessità di mantenere un ordine economico prevedibile e libero”, ha dichiarato un alto funzionario dell’Ue prima del vertice, lasciando intendere che il focus rimarrà sulla difesa di un sistema multilaterale e basato su regole, contrapposto alle pressioni unilaterali statunitensi.

Approcci diversi, interessi comuni

Mentre il Giappone ha scelto la strada del negoziato diretto, evitando ritorsioni e ottenendo una riduzione dei dazi, l’Unione europea si prepara a reagire con due pacchetti di contromisure del valore complessivo di oltre 90 miliardi di euro, nel caso in cui Trump dovesse attivare le tariffe del 30 per cento promesse entro il 1° agosto.

“Il Giappone e l’Ue hanno approcci diversi perché hanno strutture di mercato ed economie diverse”, ha spiegato un funzionario giapponese, sottolineando comunque che “tutte le opzioni rimangono sul tavolo”.

Per ora, le tariffe Usa del 50 per cento su acciaio e alluminio e del 10 per cento su altri prodotti restano in vigore per entrambi i partner, ma il Giappone è riuscito a ottenere un allentamento specifico sul comparto automobilistico, uno dei più colpiti, mentre l’Ue attende ancora un’apertura da Washington.

Prevedibilità come parola chiave

Il punto d’incontro tra Bruxelles e Tokyo è la richiesta comune di prevedibilità e stabilità per le imprese, minacciate da una politica commerciale americana sempre più imprevedibile e orientata al confronto bilaterale.

“Il successo del vertice dipenderà dalla capacità dell'Ue e del Giappone di dimostrare il loro fermo allineamento nel perseguire un sistema commerciale globale basato sulle regole”, ha affermato Hibiki Kimura, analista dello studio legale Nishimura & Asahi. “Le fluttuazioni nei piani tariffari hanno introdotto rischi enormi nella catena del valore globale”.

Mentre l’Ue cerca ancora una soluzione negoziale con l’amministrazione Trump, il Giappone si presenta al tavolo con un’intesa già raggiunta, ma non priva di ambiguità e rischi di lungo termine. Il vertice di Tokyo diventa così un banco di prova non solo per l’asse Ue-Giappone, ma anche per la credibilità di un fronte unitario a difesa del commercio internazionale basato su regole comuni, in un mondo sempre più dominato da logiche bilaterali e tensioni geopolitiche.

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