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Unicredit ritira l'offerta per Banco Bpm a causa dell'incertezza data dal golden power

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Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il Consiglio di amministrazione del gruppo ha annunciato di avere deciso di rinunciare all'acquisizione perché il ricorso del governo italiano al golden power ha allungato troppo le trattative, impedendo per di più a Unicredit di dialogare con gli azionisti di Bpm

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Il Consiglio di amministrazione di Unicredit ha annunciato il ritiro dell'offerta per Banco Bpm, dopo mesi di trattative e l'intervento del governo italiano.

La motivazione sarebbe da ricercare proprio nel ricorso del governo al cosiddetto golden power, richiesto dalla dirigenza di Banco Bpm. Il golden power è lo strumento con cui in casi eccezionali la presidenza del Consiglio può di fatto condizionare o addirittura vietare un’operazione di mercato.

Secondo Unicredit lo strumento avrebbe reso impossibile completare le trattative entro i termini fissati per l'offerta, privando gli azionisti di Banco del dialogo che normalmente avviene durante un periodo di offerta per comprendere il valore creato dalla combinazione e determinare le condizioni che sarebbero state accettabili per andare avanti.

"Pur accogliendo con favore i significativi progressi compiuti con il Tar, la Dg Comp dell'Unione europea e il governo italiano, i tempi per una risoluzione definitiva della questione golden power vanno ben oltre la scadenza della nostra offerta e anche di quella della sospensione decisa oggi dalla Consob", si legge nella nota con cui Unicredit ha annunciato il ritiro dell'offerta.

"Il processo di offerta è stato influenzato dalla clausola di golden power, insistentemente invocata dai vertici di Bpm, che ha impedito a UniCredit di dialogare con gli azionisti di Bpm nel modo in cui un normale processo di offerta avrebbe consentito", scrive ancora il gruppo.

"Si tratta di un'opportunità mancata non solo per gli stakeholder di Bpm ma anche per le comunità imprenditoriali italiane e per l'economia in generale. UniCredit rimane convinta che il consolidamento del settore bancario italiano porterebbe benefici sia al Paese che all'Europa nel suo complesso", conclude la nota.

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