Da Milano a Londra persi 422 miliardi di euro di valore nella seduta di giovedì. Agenzie di rating e l'Organizzazione mondiale del commercio stimano una contrazione dell'economia mondiale a causa della guerra commerciale avviata da Trump
Wall Street e le borse mondiali hanno registrato forti perdite giovedì, in seguito all'introduzione da parte degli Stati Uniti di dazi sulle importazioni di merci da tutto il mondo, annunciata mercoledì dal presidente Donald Trump.
L'aumento a due cifre dei dazi Usa si è ripercosso sui mercati mondiali. La Borsa di New York ha bruciato già 2mila miliardi di valore, quasi la metà solo da parte dei grandi colossi tecnologici.
Al termine della seduta di giovedì, l'Ftse Mib di Milano ha perso il 3,6 per cento. Il mercato finanziario di Parigi ha ceduto il 3,31 per cento, quello di Francoforte poco sopra il 2, quelli di Londra e Madrid hanno lasciato sul campo l'1,43 per cento e circa l'1,23 rispettivamente.
A pagare sono stati soprattutto il titoli legati ad auto, manifattura, energia e tecnologia e quelli bancari.
La mossa statunitense è costata in totale ai mercati europei oltre 400 miliardi di euro in un solo giorno. Il dollaro si è indebolito di molto sull'euro e sullo yen.
La politica commerciale di Trump, secondo gli analisti, avrà un impatto negativo sulla crescita economica globale con il rischio di una recessione.
L'agenzia di rating, Fitch, ha abbassato le stime di crescita degli Usa. L'Organizzazione mondiale del commercio ha stimato una contrazione dell'economia mondiale del 1 per cento nel 2025.
Calano i titoli del Tesoro Usa e il prezzo del petrolio
Il rendimento dei titoli di Stato Usa è oscillato, scendendo fino al 4,04 per cento, dal 4,23 per cento di mercoledì e dal 4,8 per cento di inizio anno.
Il petrolio non è stato risparmiato dai ribassi. Il greggio di riferimento statunitense è sceso a 68,35 dollari al barile. Il Brent, lo standard internazionale, ha ceduto il 4,4 per cento, a 71,66 dollari al barile.
"La maggior parte dei prezzi delle materie prime è in ribasso, persino l'oro, a causa della preoccupazione che questa grave escalation della guerra commerciale possa danneggiare non solo l'economia globale, ma anche gli Stati Uniti", hanno dichiarato Sal Guatieri e Jennifer Lee, economisti senior di Bmo Capital Markets Economics.
Le reazioni sui mercati asiatici ai dazi di Trump
L'annuncio è stato un "grande shock", ha commentato Yeap Junrong, analista di IG, "la Cina, in particolare, è stata colpita con un'ulteriore tariffa doganale del 34 per cento, portando il suo onere totale al 64 per cento se si tiene conto delle misure precedenti".
Le perdite in Asia sono state in parte attenuate dalle aspettative di ulteriori stimoli economici da parte di Pechino per compensare l'impatto dei dazi più elevati.
L'Hang Seng di Hong Kong ha perso l'1,7 per cento, l'indice Composite di Shanghai lo 0,2 mentre il Nikkei 225 di Tokyo è sceso brevemente fino al 4 per cento, trainato al ribasso dalle azioni delle case automobilistiche colpite da dazi al 25 per cento.
I timori si sono allargati al settore del commercio al dettaglio. Negli ultimi anni alcune aziende statunitensi hanno spostato la produzione in luoghi come il Vietnam, per evitare le sanzioni contro la Cina.
Il Vietnam, tuttavia, è ora tra i paesi più colpiti dai dazi di Trump. Le azioni di Nike, Best Buy e Dollar Tree sono crollate di oltre l'11 per cento prima dell'apertura di giovedì.