L'Ucraina e gli Stati Uniti hanno trovato dei compromessi sulla maggior parte dei punti del piano di pace, ad eccezione di due punto cruciali: il futuro del Donbass e della centrale nucleare
L'Ucraina e gli Stati Uniti hanno raggiunto un'intesa su diverse questioni cruciali, nell'ottica di porre fine alla guerra con la Russia, che dura ormai da quasi quattro anni. Tuttavia, restano da sciogliere le questioni dirimenti del controllo territoriale nelle regioni orientali ucraine e la gestione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, come confermato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il capo di Stato si è espresso mentre gli Stati Uniti condividevano con i negoziatori russi la proposta, che consta di venti punti. Il presidente ucraino ha dichiarato che la risposta di Mosca è attesa a breve.
Sul Donbass Zelensky conferma: "È il nodo più complicato”
Il futuro delle regioni orientali ucraine di Donetsk e Luhansk, note insieme come Donbass, rimane dunque al centro dei negoziati: Zelensky ha confermato che si tratta del "punto più difficile".
La Russia continua ad avanzare rivendicazioni, insistendo sulla richiesta che l'Ucraina ceda il territorio rimanente nel Donbass attualmente non occupato dalle truppe del Cremlino. Una proposta che Kiev ha sempre respinto con fermezza.
Nel tentativo di facilitare un compromesso, Washington ha proposto di trasformare queste aree in zone economiche libere. L'Ucraina chiede la smilitarizzazione dell'area e la presenza di una forza internazionale per garantire la stabilità, ha precisato Zelensky ai giornalisti durante un briefing.
Proposte gestioni congiunte della centrale nucleare di Zaporizhzhia
L'altra questione controversa è la futura gestione della centrale di Zaporizhzhia, il più grande impianto in Europa che da tempo è occupato dai soldati russi. Gli Stati Uniti propongono un consorzio con l'Ucraina e la Russia, con una partecipazione paritaria.
Ma Zelensky ha controbattuto con una proposta di joint-venture tra Stati Uniti e Ucraina. "Non abbiamo raggiunto un accordo con la parte americana sul territorio della regione di Donetsk e sulla centrale", ha confermato Zelensky. "Ma ci siamo avvicinati in modo significativo sulla maggior parte delle questioni. In linea di principio, tutti gli altri punti di questo accordo sono stati risolti".
L'Ucraina propone anche che la città occupata di Enerhodar, collegata alla centrale di Zaporizhzhia, diventi una zona economica libera smilitarizzata. Questo punto ha già prodotto quindici ore di discussioni con gli Stati Uniti.
Zelensky ha aggiunto che sono necessari miliardi di euro di investimenti per riavviare la centrale, compreso il ripristino della diga adiacente.
L'Ucraina chiede che il Donbass sia una zona economica libera e smilitarizzata, Kiev chiede un referendum
Le due questioni rimarranno probabilmente i principali punti critici dei colloqui. Zelensky ha spiegato: "Siamo in una situazione in cui i russi vogliono che lasciamo la regione di Donetsk, e gli americani stanno cercando di trovare un compromesso che possa prendere in considerazione i punti di vista di entrambe le parti".
La bozza prevede che la linea del fronte, che attraversa cinque regioni ucraine, venga congelata una volta firmato l'accordo. La posizione dell'Ucraina è che qualsiasi tentativo di stabilire una zona economica libera deve essere ratificato da un referendum, sottolineando che il popolo ucraino detiene in ultima analisi il potere decisionale, ha detto Zelensky.
Questo processo richiederà sessanta giorni, ha aggiunto, durante i quali le ostilità dovrebbero cessare per consentire di procedere. Le discussioni più difficili riguarderebbero la determinazione della distanza necessaria per il dispiegamento delle truppe per il ritiro, secondo la proposta dell'Ucraina, e la posizione delle forze internazionali.
La bozza propone anche che le forze russe si ritirino dalle regioni di Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Sumy e Kharkiv e che le forze internazionali siano dispiegate lungo la linea di contatto per monitorare l'attuazione dell'accordo.
Dal momento che non c'è fiducia nei russi, che hanno ripetutamente disatteso le loro promesse, le forze internazionali dovrebbero essere presenti per garantire che nessuno vi entri sotto qualsiasi veste.
Il precedente degli accordi del 2014 e 2015 tra Ucraina e Russia
Kiev ha già firmato accordi di cessate il fuoco con Mosca dopo l'invasione iniziale dell'Ucraina orientale da parte della Russia nel 2014 e l'annessione della Crimea.
Gli accordi di Minsk del 2014 e del 2015 prevedevano un immediato cessate il fuoco nell'Ucraina orientale, il ritiro delle armi pesanti dalla linea del fronte e il ripristino del controllo del governo ucraino al confine con la Russia.
Secondo l'accordo iniziale, la Russia avrebbe dovuto ritirare dal territorio ucraino tutte le formazioni armate straniere, compresi i suoi gruppi di mercenari, e le attrezzature militari; un impegno che Mosca non ha rispettato, inviando truppe già nel 2015, il che ha fatto scattare il secondo accordo, Minsk II.
I due documenti sono stati poi evidentemente superati dall'invasione russa del febbraio 2022.