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Parassita del procione, allerta anche in Italia: documentati casi di perdita visiva permanente

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Bio lab Diritti d'autore  Mark Schiefelbein/Copyright 2020 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Mark Schiefelbein/Copyright 2020 The AP. All rights reserved
Di Euronews
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Il verme Baylisascaris procyonis, potenzialmente pericoloso per l’uomo, si espande in Europa seguendo i procioni. In Italia segnalata una nuova area di diffusione in Toscana. Rari ma gravi i casi umani

L’Italia entra nel radar della comunità scientifica europea per la diffusione di un parassita potenzialmente patogeno per l’uomo legato alla diffusione dei procioni. Baylisascaris procyonis, noto come verme tondo del procione, è stato infatti individuato anche nel nostro Paese, dove gli studiosi segnalano un recente secondo focolaio in Toscana.

A evidenziarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Parasitology Research, che analizza la presenza del parassita in Europa combinando nuovi dati provenienti dalla Germania con una revisione della letteratura scientifica degli ultimi settant’anni. Secondo gli autori, la diffusione del verme segue l’espansione del procione nordamericano, specie invasiva presente sul continente europeo dall’inizio del Novecento.

La revisione, basata su 45 pubblicazioni tra il 1951 e il 2025, indica che Baylisascaris procyonis è stato rilevato in procioni selvatici in nove Paesi europei, tra cui l’Italia. Con l’eccezione del nostro Paese, la maggior parte dei ritrovamenti riguarda Stati confinanti con la Germania, spesso in aree prossime al confine tedesco. L’individuazione di un nuovo focolaio in Toscana rappresenta quindi un elemento di particolare attenzione per le autorità sanitarie e ambientali italiane.

La Germania resta il Paese più colpito. Tra il 2022 e il 2024, 146 procioni esaminati in Germania centrale e occidentale hanno mostrato una prevalenza complessiva dell’infestazione del 66,4 per cento, con punte del 77,4 per cento in Assia. Nel periodo 2005-2025, il parassita è stato rilevato in 11 dei 16 Länder tedeschi, con valori che arrivano fino al 96,3 per cento in Baviera, nella regione della Bassa Franconia.

Fuori dalla Germania, le prevalenze documentate variano dallo 0,5 per cento in Francia al 58,6 per cento nei Paesi Bassi. Secondo gli autori dello studio, tuttavia, la reale distribuzione del parassita in Europa potrebbe essere sottostimata, a causa della carenza di dati e delle differenze nei metodi di rilevazione utilizzati nei vari Paesi.

Il rischio per la salute umana, pur rimanendo raro, è concreto. In Europa sono stati documentati tre casi di baylisascariasi: due in Germania e uno in Austria. In tutti i casi, l’infezione ha provocato una compromissione visiva permanente. L’uomo può infettarsi accidentalmente ingerendo uova del parassita presenti nell’ambiente contaminato dalle feci dei procioni.

Gli esperti sottolineano che la crescente urbanizzazione dei procioni, sempre più presenti anche in contesti abitati, rende necessario rafforzare la sorveglianza, soprattutto in Paesi come l’Italia, dove la specie è ormai stabilmente presente in alcune aree. Monitoraggio ambientale e ulteriori ricerche vengono indicati come strumenti fondamentali per prevenire nuovi casi e valutare correttamente il rischio sanitario.

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