La nuova ondata di liquidità e stimoli all'economia cinese, decisi dalle autorità di Pechino, spinge al rialzo il prezzo del petrolio sui mercati
I prezzi del greggio sono scesi lunedì dopo la debolezza dei dati dell'indice Pmi nel settore manifatturiero e dei servizi in Europa e negli Stati Uniti. Il Purchasing Managers Index è il principale indicatore economico mondiale e si basa su indagini condotte mensilmente su un gruppo di aziende accuratamente selezionate che rappresentano le economie mondiali principali e quelle in via di sviluppo.
I futures del West Texas Intermediate (WTI) sono scesi dello 0,6 per cento, mentre quelli del Brent dell'1,5 per cento, rispetto alla chiusura di venerdì scorso, a causa dei timori di un rallentamento economico nelle principali economie.
Tuttavia l'escalation delle tensioni tra Israele e Hezbollah ha fornito un certo sostegno, aiutando i prezzi del petrolio a recuperare dai minimi intraday.
Nella sessione asiatica di martedì i futures del greggio WTI e Brent hanno registrato un rimbalzo, con il WTI in aumento dell'1,07 per cento a 71,12 dollari al barile e il Brent in crescita dello 0,93 per cento a 73,89 dollari al barile alle 6:24 CEST, dopo una serie di misure di stimolo annunciate da Pechino.
Tuttavia la ripresa dei prezzi potrebbe rivelarsi di breve durata data la continua debolezza della domanda in Cina.
I Pmi globali deludono
Secondo i dati flash di S&P Global, l'attività commerciale nel settore privato dell'eurozona ha subito un forte calo a settembre, con Pmi manifatturieri e dei servizi in calo in Francia e Germania.
Il rallentamento più significativo riguarda il settore dei servizi francese, che è tornato a contrarsi dopo il rimbalzo di agosto, trainato dalle Olimpiadi, segnando il calo più marcato da gennaio.
In Germania sia il Pmi manifatturiero che quello dei servizi indicano che anche la produzione e i nuovi ordini stanno subendo un'accelerazione della contrazione, segnalando un deterioramento delle condizioni aziendali.
Anche l'attività manifatturiera nel Regno Unito e negli Stati Uniti è risultata più debole del previsto questo mese.
I dati economici deludenti, in particolare quelli relativi ai Pmi manifatturieri globali, hanno frenato le prospettive della domanda di petrolio, in quanto il settore è ad alta intensità energetica e dipende fortemente dal petrolio per la produzione, il trasporto e le operazioni.
Preoccupazioni economiche sulla Cina
Il più grande importatore di petrolio al mondo, la Cina, continua ad affrontare importanti sfide economiche.
Dati recenti indicano che l'indice dei prezzi al consumo e le importazioni del Paese sono cresciuti entrambi meno del previsto ad agosto, suggerendo una persistente debolezza della domanda interna.
I principali indicatori economici, tra cui le vendite al dettaglio, la produzione industriale e gli investimenti in capitale fisso, sono stati tutti inferiori alle aspettative per lo stesso mese.
Oltre al rallentamento della crescita economica, il passaggio della Cina verso alternative a basse emissioni di carbonio ha anche smorzato le proiezioni sulla domanda di petrolio.
Secondo Goldman Sachs, la domanda annuale di petrolio in Cina dovrebbe scendere a circa 200mila barili al giorno, più che dimezzandosi rispetto ai livelli pre-pandemia.
Un rapporto di Bloomberg ha rilevato che ad aprile un camion su tre venduto in Cina era alimentato a gas naturale liquefatto, rispetto a uno su otto di un anno fa.
In questo contesto martedì la People's Bank of China (PBOC) ha annunciato una serie di misure di sostegno all'economia cinese che hanno fornito un certo sostegno ai prezzi del greggio.
La PBOC ha rivelato l'intenzione di tagliare dello 0,5 per cento il coefficiente di riserva obbligatoria e di ridurre dello 0,2 per cento i pronti contro termine a sette giorni.
Un aumento sostenuto dei prezzi dipenderà da una crescita economica tangibile quando le misure entreranno in vigore.
Le conseguenze della situazione in Medio Oriente
Al contrario l'escalation dei conflitti in Medio Oriente ha sollevato preoccupazioni circa le interruzioni dell'approvvigionamento, portando ad alcuni rimbalzi dei prezzi sui mercati petroliferi.
Tuttavia la risposta del mercato indica che le preoccupazioni economiche stanno mettendo in ombra le tensioni geopolitiche facendo sì che i prezzi del petrolio rimangano relativamente stabili in questo momento.
Lunedì Israele ha lanciato attacchi aerei sul Libano meridionale causando quasi 500 morti e 1.650 feriti.
Gli attacchi degli ultimi giorni rappresentano un'escalation significativa nel conflitto a Gaza che potrebbe potenzialmente portare a un conflitto più ampio in tutto il Medio Oriente.