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Uso dell'IA nel mondo del lavoro: quali sono i rischi e le opportunità?

In collaborazione con The European Commission
Uso dell'IA nel mondo del lavoro: quali sono i rischi e le opportunità?
Diritti d'autore euronews
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Di Paul Hackett
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In questa puntata di Real Economy abbiamo dato un'occhiata a come l'intelligenza artificiale potrebbe cambiare il mondo del lavoro in Europa, in termini di posti di lavoro, competenze, gestione e reclutamento

In futuro l'intelligenza artificiale svolgerà molti compiti attualmente svolti dall'uomo. Alcuni impieghi sono già scomparsi. Altre mansioni, legate a impieghi amministrativi e impiegatizi, sono a rischio. Se da un lato l'intelligenza artificiale prenderà il posto dell'uomo in alcuni lavori, dall'altro la maggior parte degli esperti ritiene che ne creerà di nuovi. Come potrebbe essere il posto di lavoro del futuro?

L'IA aumenterà la produttività ed eliminerà i compiti più banali

La tecnologia potrebbe non avere un impatto negativo significativo sul numero di posti di lavoro disponibili per gli esseri umani, ma sicuramente trasformerà il modo in cui i lavori vengono svolti. Implica una ridistribuzione del valore economico da chi ha competenze che possono essere sostituite dalla tecnologia a chi ha competenze che possono essere integrate dalla tecnologia.

La pandemia ha evidenziato questa tendenza. Nell'Ue i lavoratori più istruiti hanno potuto ricorrere al telelavoro, mentre la maggior parte delle perdite di posti di lavoro è ricaduta sui lavoratori a basso salario e a basso livello di istruzione, ampliando così il divario di reddito.

Una recente indagine del World Economic Forum stima che il progresso tecnologico, compresa l'intelligenza artificiale, creerà 69 milioni di posti di lavoro a livello globale nei prossimi cinque anni, ma eliminerà anche 83 milioni di posti di lavoro. Tuttavia, secondo una ricerca di Goldman Sachs, l'IA potrebbe portare a un aumento del pil mondiale annuale di quasi 6.470 miliardi di euro in un periodo di dieci anni.

La rapida trasformazione tecnologica e le nuove tecnologie digitali creano nuove opportunità di lavoro: creano nuovi posti di lavoro per le persone, ampliano l'accesso all'istruzione, aumentano la produttività, migliorano la nostra efficienza e ci aiutano a svolgere i compiti in modo più efficace. Secondo uno studio condotto dall'Ocse il 63% dei lavoratori che utilizzano l'IA nei settori finanziario e manifatturiero ha dichiarato che l'IA ha reso più piacevole il loro lavoro.

I lavoratori dovranno adattarsi e aggiornarsi a questa nuova realtà

L'intelligenza artificiale sta rimodellando le competenze dei lavoratori. Ai dipendenti viene sempre più richiesto di riqualificarsi o aggiornarsi per utilizzare efficacemente le nuove tecnologie sul lavoro. Inoltre, i datori di lavoro sono sempre più alla ricerca di lavoratori esperti di tecnologia che possano facilitare l'adozione dell'IA sul posto di lavoro.

Quindi se da un lato l'IA può sostituire i lavori che possono essere sostituiti dalla tecnologia, dall'altro i datori di lavoro sono interessati a trovare lavoratori con competenze che possano integrare la tecnologia, in particolare quelli con capacità umane che la tecnologia non può replicare.

Nel dicembre 2022 le istituzioni dell'Ue hanno adottato una dichiarazione sui diritti e i principi digitali per il Decennio digitale. La dichiarazione sottolinea la necessità di mettere "le persone al centro" e contiene impegni espliciti per garantire condizioni di lavoro eque e giuste e il diritto di acquisire competenze digitali di base e avanzate per tutti.

Problemi di trasparenza, responsabilità ed equità

Gli algoritmi basati sull'intelligenza artificiale monitorano già le prestazioni dei dipendenti e potrebbero essere utilizzati in futuro per assumere e licenziare il personale. La tecnologia svolge un ruolo primario nel ridisegnare il rapporto tra datori di lavoro e dipendenti. Ma spesso può esacerbare le asimmetrie di potere. Il cosiddetto "affective computing", o l'uso della gestione algoritmica sul posto di lavoro, è uno di questi problemi.

L'AI Act imporrà una serie di regole che le aziende dovranno seguire prima di offrire i loro servizi ai consumatori in tutto il mercato unico dell'Ue. La legge propone una struttura piramidale che suddivide i prodotti alimentati dall'IA in quattro categorie principali in base al rischio potenziale che rappresentano per la sicurezza dei cittadini e i loro diritti fondamentali. Le quattro categorie di rischio sono: minimo, limitato, elevato e inaccettabile.

I sistemi considerati ad alto rischio comprendono applicazioni che hanno un impatto diretto e potenzialmente in grado di cambiare la vita dei cittadini, come i software di selezione dei CV per i colloqui di lavoro e i programmi di valutazione degli esami nelle università. Queste applicazioni saranno soggette a regole rigorose che si applicheranno prima dell'ingresso nel mercato dell'Ue e per tutta la loro durata.

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