Lo storico centro sociale di Torino è stato oggetto di una maxi operazione di polizia iniziata all'alba con una perquisizione da parte della Digos nell'ambito delle indagini per gli assalti alla sede del quotidiano La Stampa, delle Ogr e di Leonardo
Il centro sociale Askatasuna di Torino è stato sequestrato e sgomberato giovedì stamattina dalle forze dell'ordine, dopo una perquisizione nell'ambito delle indagini in corso per gli assalti alla sede del quotidiano La Stampa e la vandalizzazione di alcuni spazi delle Officine grandi riparazioni (Ogr) e di Leonardo, durante le manifestazioni pro-Palestina di ottobre. Tra i reati figurano danneggiamento, imbrattamento, invasione di edifici, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
Il bilancio dell'operazione di polizia conta otto decreti di perquisizione, tra cui uno proprio al centro sociale Askatasuna, uno dei più noti e attivi d'Italia, che dopo quasi 30 anni è stato sgomberato. La polizia ha inoltre disperso con gli idranti il presidio allestito dai militanti di fronte al centro sociale, mentre altri si erano seduti al centro di corso Regina Margherita, dove si trova l'edificio, per bloccare i mezzi della polizia.
Durante le perquisizioni la polizia ha trovato sei persone che dormivano al terzo piano dello stabile, in una zona inagibile. Questo ha fatto saltare gli accordi presi a gennaio 2024 fra il Comune e gli attivisti del centro, che avevano reso ufficiale l’inizio di un processo di legalizzazione.
"L'autorità di pubblica sicurezza sta svolgendo questa mattina attività presso l'immobile. In questo contesto la Prefettura di Torino ha comunicato alla Città l'accertamento della violazione delle prescrizioni relative all'interdizione all'accesso ai locali di corso Regina Margherita 47", ha dichiarato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo. "Tale situazione configura un mancato rispetto delle condizioni del patto di collaborazione, che pertanto è cessato, come comunicato ai proponenti".
"Sgomberato il centro sociale Askatasuna di Torino. Dallo Stato un segnale chiaro: non ci deve essere spazio per la violenza nel nostro Paese", scrive il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi su X.
Un'occupazione durata quasi trent'anni
Il centro sociale Askatasuna, che in lingua basca significa "libertà", era occupato dal 1996 e rappresenta una roccaforte dell'antagonismo torinese, nazionale e anche d'Oltralpe soprattutto per il movimento No Tav. Esso è noto per un'attitudine incline allo scontro e per una straordinaria capacità di mobilitazione. Motivi per i quali è posto da anni sotto stretta sorveglianza da parte della Digos.
Nel corso degli anni gli edifici dell'Askatasuna, uno in corso Regina Margherita 27 e l'altro in via Murazzi del Po arcate 25 e 27, sono stati sottoposti a perquisizioni che hanno portato a diversi sequestri.
L'ultima indagine, l'Operazione Sovrano, avviata nel 2019, ha portato all’ipotesi di associazione sovversiva a carico di attivisti del centro sociale e del movimento No Tav per le azioni violente contro la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Tutti i 28 militanti sono stati poi assolti.
L'irruzione nella redazione de La Stampa
Lo scorso 28 novembre un centinaio di manifestanti ha preso d'assalto la redazione del quotidiano La Stampa, a Torino, durante una manifestazione per la giornata di sciopero dei giornalisti e altre categorie di lavoratori. La sede era vuota proprio a causa dello sciopero e l'irruzione ha causato molti danni. I manifestanti hanno lasciato secchi di letame nel cortile e scritte in vernice spray come "giornalisti terroristi".
Il gruppo si era staccato da un corteo che sfilava in difesa dell'imam della moschea di San Salvario, quartiere torinese, Mohamed Shahin. Shahin era stato accusato di avere posizioni radicali e per questo detenuto nel Cpr di Caltanissetta in attesa di espulsione.
I manifestanti contestavano al quotidiano la pubblicazione di articoli "fuorvianti". La Digos di Torino ha poi identificato 36 persone, ritenute responsabili dell'assalto.
La Stampa si trova tutt'ora al centro di una controversa operazione: il gruppo editoriale Gedi, che edita La Repubblica e La Stampa, è in trattativa esclusiva con il gruppo greco Antenna per la cessione della maggior parte delle attività del gruppo.
Militanti e simpatizzanti si sono radunati davanti al centro sociale
Nelle ore in seguito allo sgombero, hanno iniziato a radunarsi davanti all'edificio in corso Regina Margherita numerosi attivisti e simpatizzanti, tenuti a distanza dalla Digos, da reparti mobili della polizia e dai carabinieri presenti sul luogo.
I sostenitori sui social parlano di "ingente dispiegamento di mezzi di polizia, camionette e idranti sotto l'Aska e a bloccare le vie limitrofe", mentre davanti all'edificio è stato steso uno striscione con la scritta "Giù mani da Askatasuna". "Pensano di dividerci in buoni e cattivi, ma questi anni, queste lotte, hanno dimostrato che non è così", gridano a gran voce gli attivisti.
La viabilità in corso Regina Margherita e nelle zone limitrofe è bloccata. Anche tre scuole della zona sono state chiuse per motivi di ordine pubblico, con una comunicazione che che è arrivata alle famiglie e ai docenti in mattinata.
Alle 18 è stata convocata una manifestazione davanti al centro sociale per protestare contro l'operazione di polizia in corso dall'alba.