Carri armati e mezzi militari sono avanzati su parte della città di Deir al-Balah lunedì mattina con la copertura dei caccia e dell'artiglieria, che hanno colpito in zona causando decine di vittime. Nelle stesse ore Israele ha attaccato di nuovo il porto yemenita di Hodeida
Israele ha lanciato lunedì un'offensiva di terra e aerea sul centro della Striscia di Gaza, in particolare su Deir al-Balah, poche ore dopo un avviso di evacuazione emesso dall'esercito (le Forze di Difesa Israeliane, o Idf) per i residenti nella parte sud-occidentale della città.
La zona è popolata da migliaia di sfollati provenienti da Rafah e Khan Younis, nel sud di Gaza. Giornalisti e testimoni locali hanno che i carri armati e i mezzi militari israeliani sono entrati dal checkpoint di Kisufim sotto copertura dell'artiglieria e dei caccia.
Decine di granate avrebbero colpito i quartieri di Abu al-'Ajin e Hikr al-Jami, dopo che migliaia di residenti sono fuggite verso la zona costiera di Al-Mawasi. Proprio lì tuttavia, nella cosiddetta zona umanitaria per i rifugiati, sono stati registrati morti e feriti nei raid che hanno preceduto l'operazione e che hanno preso di mira anche il campo profughi di Bureij.
Oltre mille famiglie sono fuggite da Deir al-Balah dopo l'ordine di evacuazione che, secondo l'Ufficio Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha), riguardava tra le 50mila e le 80mila persone.
Nuova offensiva di terra dopo l'ennesima strage degli aiuti a Gaza
Quasi 80 palestinesi sono stati uccisi domenica mentre cercavano di raggiungere gli aiuti entrati dal valico di Zikim con Israele, ha dichiarato Zaher al-Waheidi, capo del dipartimento di documentazione del Ministero della Sanità di Gaza. Un'altra decina è stata uccisa in altri due centri di distribuzione nel sud della Striscia.
Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp) ha confermato che 25 camion con gli aiuti erano entrati quando hanno incontrato una folla enorme in attesa degli aiuti.
"All'improvviso, i carri armati ci hanno circondato e intrappolato, mentre piovevano colpi di arma da fuoco e di armamento. Siamo rimasti intrappolati per circa due ore", ha detto Ehab Al-Zei, che stava aspettando della farina da 15 giorni, "non tornerò mai, lasciateci morire di fame, è meglio".
Un altro residente del nord delle Striscia, Nafiz Al-Najjar, rimasto ferito, ha dichiarato di avere visto carri armati e droni prendere di mira persone "a caso" e che ha visto suo cugino e altri colpiti a morte.
Se gli aiuti dell'Onu sono stati bersagliati, l'organizzazione umanitaria World Central Kitchen (Wck) denuncia di essere rimasta senza cibo da offrire a chi ha bisogno.
"Abbiamo finito tutte le riserve e i nostri camion sono fermi alla frontiera", ha dichiarato attraverso i canali social dell'ong il suo fondatore, lo chef spagnolo José Andres.
Wck continua a distribuire pane e acqua potabile, "ma la gente di Gaza ha bisogno di pasti caldi" e tutto ciò che serve è solo bloccato da Israele fuori dal perimetro di Gaza, denuncia di Andres.
Circa 20 palestinesi sono morti per fame nelle ultime 24 ore a Gaza, secondo il ministero locale della Sanità.
Tra le polemiche sulla guerra a Gaza, Israele attacca di nuovo in Yemen
Gli attacchi a Gaza si intensificano, al pari delle polemiche in Israele sulla condotta della guerra. Il capo di stato maggiore dell'Idf, Eyal Zamir, avrebbe messo a punto un piano per intensificare ulteriormente le operazioni contro Hamas, secondo l'emittente israeliana Channel 12.
Il piano prevede di estendere ulteriormente la porzione della Striscia sotto controllo israeliano e ha ricevuto il sostegno della ministra israeliana per gli Insediamenti, Orit Strock.
"Non devono esserci zone off limits (a Gaza), perché mettono in pericolo i residenti delle comunità al confine con la Striscia e tutti gli abitanti del sud", ha affermato la deputata di Sionismo Religioso, uno dei partiti di estrema destra.
Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha condannato le affermazioni della ministra, accusandola di "scommettere sul destino degli ostaggi e di normalizzare la loro prigionia".
Nel frattempo l'esercito israeliano ha dichiarato di avere colpito lunedì delle infrastrutture nel porto di Hodeidah in Yemen. Gli obiettivi includevano “veicoli, serbato i di carburante, navi militari e armi contrabbandate dall'Iran”, appartenenti alla milizia filo-iraniana degli Houthi (formalmente Ansar Allah, ossia I partigiani di Dio), si legge in un post su X dell'Idf.
"Il destino dello Yemen sarà lo stesso di Teheran", ha affermato in una nota il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, "gli Houthi pagheranno un prezzo elevato per avere lanciato missili contro lo Stato di Israele.