Il portavoce del Cremlino ribadisce l'apertura del presidente Putin a colloqui per la pace in Ucraina, ma non senza il rispetto delle condizioni da lui poste nel 2024. Il ministro degli Esteri Lavrov esclude Roma dal tavolo dei negoziati, per il suo stretto rapporto con Kiev
Il leader russo Vladimir Putin è pronto a contattare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e Mosca è in attesa di segnali pertinenti da parte di Washington. Lo ha dichiarato il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov, come riporta l'agenzia di stampa russa Tass.
"Putin è pronto, stiamo aspettando i segnali. Tutti sono pronti. Quindi è difficile fare ipotesi sui fondi di caffè", ha detto Peskov che ha poi sottolineato che se verrà concordato un colloquio tra i due leader, Mosca lo comunicherà tempestivamente.
In precedenza, l'agenzia Reuters aveva riferito che Trump voleva tenere un incontro con Putin "immediatamente". Allo stesso tempo, non è stato specificato quando esattamente il tycoon intenda incontrare il leader russo.
I leader statunitensi e russi dovrebbero collaborare per porre fine alla guerra in Ucraina, riprendere i negoziati sul disarmo nucleare e sul regime di sanzioni. La determinazione a porre fine al conflitto è stata una delle promesse più importanti della campagna elettorale di Trump. Subito dopo il suo insediamento, il 47° presidente degli Stati Uniti ha invitato entrambe le parti a porre fine alle ostilità, ma non è ancora stato presentato alcun piano di pace concreto.
Putin: "Pronti a colloqui sulla questione ucraina"
Putin ha dichiarato che la Russia è pronta a colloqui sull'Ucraina. "Abbiamo sempre detto, e voglio sottolinearlo di nuovo, che siamo pronti a questi colloqui sulla questione ucraina. Ma ci sono anche questioni che richiedono particolare attenzione", ha dichiarato Putin.
Il leader russo ha criticato un decreto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che vieta i negoziati. Alla fine del 2024, Putin ha indicato i termini dei negoziati con l'Ucraina, che tuttavia non sono stati presi sul serio né dall'Unione europea né dagli Stati Uniti.
"Il cessate il fuoco temporaneo e il congelamento del conflitto sono inaccettabili. Saranno certamente utilizzati dall'Occidente per rafforzare il potenziale militare del regime di Kiev e i tentativi di vendetta armata. Sono necessari accordi e meccanismi affidabili e giuridicamente vincolanti per garantire che il conflitto non riprenda", ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
Ritorno alla discussione sul disarmo nucleare
Peskov è poi tornato a commentare il tema degli accordi sul disarmo nucleare. "Vorrei ricordare, in relazione alla dichiarazione del presidente Putin, che la Russia crede nella ripresa dei negoziati sul disarmo il prima possibile. Soprattutto perché il quadro giuridico e dei trattati nel campo del controllo degli armamenti è stato significativamente compromesso, e non per colpa della Federazione Russa", ha detto il portavoce e ha poi aggiunto: "Sono stati gli Stati Uniti a porre fine alla loro partecipazione e a minare l'esistenza stessa di questo quadro giuridico. Quindi, nell'interesse del mondo intero e nell'interesse dei popoli dei nostri Paesi, siamo ovviamente interessati ad avviare questo processo negoziale il prima possibile".
Peskov ha poi ricordato le parole di Putin. "Nelle circostanze attuali, ovviamente, bisogna tenere conto di tutte le capacità nucleari. È impossibile, ad esempio, negoziare senza tenere conto delle capacità di Francia e Regno Unito. La realtà attuale impone questa necessità. Quindi c'è qualcosa di cui parlare, dobbiamo parlarne, e il tempo è stato in gran parte perso", ha detto ancora e poi : "La palla è nel campo degli americani, che hanno interrotto tutti i contatti, tutti i contatti sostanziali con la nostra parte".
Il ruolo dei servizi segreti per il processo di pace
Anche Sergei Naryshkin, direttore dei servizi segreti russi, ha parlato della possibilità di un dialogo con Washington a livello della sua agenzia. In precedenza, aveva dichiarato all'agenzia di stampa Tass di essere pronto a un incontro con il capo della Cia John Ratcliffe se ci fosse stato un interesse corrispondente da parte degli Stati Uniti.
"Siamo sempre pronti per i colloqui", ha detto Naryshkin, che ha poi ricordato che Mosca ha un rappresentante ufficiale a Washington e la Cia ha un rappresentante ufficiale a Mosca.
Chi potrà fare da mediatore per la pace, Lavrov esclude Roma
"Noi non siamo nemici di nessuno, siamo costruttori di pace. Non significa essere nemici della Russia se si dice che la Russia deve rispettare il diritto internazionale. Noi non siamo in guerra con la Russia, ma difendiamo il diritto dell'Ucraina ad essere uno Stato indipendente". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di un evento di Forza Italia a Milano commentando le parole del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov sulla posizione dell'Italia nei colloqui per la pace in Ucraina.
"Avremo tutti quanti come Ue un ruolo nella costruzione della pace, insieme agli Usa sosterremo le politiche che portano a raggiungere l'obiettivo di una pace giusta, quindi non una sconfitta ucraina", ha aggiunto il vicepremier.
Venerdì, rispondendo alle domande dei media in occasione della conferenza stampa sui lavori del 2024, Lavrov ha detto che la Russia "non considera l'Italia come un possibile partecipante ai colloqui di pace in Ucraina". "Purtroppo, le relazioni russo-italiane stanno vivendo la crisi più profonda dalla Seconda Guerra Mondiale, e la responsabilità ufficiale è certamente di Roma", ha detto Lavrov, ricordando che l'Italia ha bloccato tutti i rapporti bilaterali con la Russia.
Secondo il ministro, è colpa di Roma se il dialogo bilaterale si è interrotto e spetta al governo italiano "correggere le conseguenze delle brutte azioni".
Lavrov ha ricordato che c'è una "genuina simpatia per il popolo italiano, un amore per la ricca cultura italiana, per l'arte e per le conquiste creative. La maggior parte degli italiani è sensibile e cordiale. Abbiamo molto in comune, ad esempio l'aspirazione alla bellezza e alla giustizia, il rispetto dei legami familiari, l'interesse reciproco". Ma poi ha ribadito che l'Italia ha una posizione anti-Russia e non può essere considerato difensore degli interessi della Russia nell'Unione europea.
"Se l’Italia vuole dare un contributo reale e tangibile ad una soluzione pacifica, allora deve prima di tutto smettere di pompare armi a Kiev, inviando all'Ucraina armi ed equipaggiamenti militari sempre più moderni. Ciò non fa altro che portare ad un’escalation incontrollata del conflitto e ad un aumento del numero delle vittime, anche tra la popolazione civile", ha concluso il ministro.
Tra i Paesi che potrebbero partecipare al processo di peacekeeping, il ministro degli Esteri russo ha poi indicato la Cina e il Brasile. Allo stesso tempo, Lavrov ha sottolineato che Mosca "è aperta a qualsiasi negoziato, se si tratta, nella sostanza, delle cause profonde e dei principi che Vladimir Putin ha detto nel giugno 2024.