Il Cremlino ha risposto alle dichiarazioni fatte a Davos da Trump, affermando che il prezzo del petrolio non ha un impatto sul conflitto. Mosca ha poi ribadito la richiesta a Kiev di rinunciare all'adesione alla Nato come un "elemento chiave" per raggiungere un accordo
Il conflitto in Ucraina non dipende dai prezzi del petrolio. Il Cremlino, tramite il suo portavoce Dmitry Peskov, ha ribattuto così alle parole del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
"Questo conflitto non dipende dal prezzo del petrolio. Questo conflitto si sta svolgendo a causa di una minaccia alla sicurezza nazionale della Federazione Russa, a causa di una minaccia per i russi che vivono nei territori conosciuti, e a causa della riluttanza e del rifiuto totale degli americani e degli europei di ascoltare le preoccupazioni della Russia, e questo non è legato al prezzo del petrolio", ha detto Peskov.
Parlando giovedì in videoconferenza al World Economic Forum di Davos, Trump ha dichiarato che se il prezzo del petrolio fosse più basso la guerra in Ucraina terminerebbe subito.
Secondo il presidente Usa, il ricavato ottenuto dal greggio permette a Mosca di sostenere le sue operazioni militari.
Mosca: la rinuncia dell'Ucraina all'ingresso nella Nato è un "elemento chiave" per la fine della guerra
In un'intervista con la televisione Rossiya 24 ripresa dall'agenzia Interfax, il vice ministro degli Esteri russo Alexander Grushko ha dichiarato che la rinuncia dell'Ucraina all'ingresso nella Nato è per la Russia un "elemento chiave" per trovare un accordo.
"Per noi questo è un elemento chiave di un possibile accordo sul conflitto ucraino, è un elemento legato all'eliminazione delle cause alla base del conflitto", ha affermato Grushko. Il vice ministro ha poi aggiunto che Mosca insisterà per avere "garanzie legali ferree che escludano ogni forma di appartenenza dell'Ucraina alla Nato".
La situazione sul campo di battaglia in Ucraina
Intanto l'avanzata russa nella regione di Donetsk prosegue. Il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato la conquista di un altro villaggio, Timofeyevka, secondo quanto riferiscono le agenzie russe.
"Le unità del gruppo di forze del Centro hanno proseguito l'avanzata nel profondo delle difese nemiche e hanno liberato gli insediamenti di Petropavlovsk, Vozdvizhenka, Volkovo, Solenoe, Timofeevka e Shevchenko nella Repubblica Popolare di Donetsk", si legge nel comunicato.
Nella notte tra giovedì e venerdì Mosca ha anche lanciato una nuova serie di attacchi aerei. Su 58 droni russi, le difese aeree dell'Ucraina ne hanno abbattuti 25. L'operazione ha preso di mira diverse regioni dell'Ucraina. Secondo quanto riferito dall'aviazione militare di Kiev su Telegram, le regioni dove i droni sono stati abbattuti sono Sumy, Kiev, Cernikov, Cerkasy, Zhytomyr, Khmelnytskyi e Leopoli.
Possibili nuovi rinforzi alla Russia dalla Corea del Nord
La Corea del Nord starebbe preparando un nuovo dispiegamento di truppe per sostenere la Russia nella guerra in Ucraina. "Poiché sono trascorsi circa quattro mesi dall'invio delle truppe nella guerra tra Russia e Ucraina, si stima che i preparativi per ulteriori dispiegamenti stiano accelerando in risposta all'elevato numero di vittime e di prigionieri catturati", ha spiegato lo stato maggiore sudcoreano in un comunicato pubblicato venerdì.
Pyongyang ha iniziato a sostenere Mosca nel 2023 con l'invio di una grande quantità di armi e nell'ottobre del 2024 ha inviato circa 11mila soldati. Seul stima che finora circa 300 soldati nordcoreani siano morti e che altri 2.700 circa siano rimasti feriti.