Nata nel 1965 a Monza, papa Francesco l'ha nominata prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica lo scorso 6 gennaio
Una donna è stata nominata da papa Francesco come nuovo prefetto del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, un ruolo comparabile a un ministero. Inutile dire che Simona Brambilla, questo il nome della suora, è la prima a ricoprire questo incarico da sempre, dopo essere già stata segretaria nella stessa istituzione.
A lei il papa ha affiancato il cardinale salesiano Ángel Fernández Artime nel ruolo, anche quello inedito, di pro-prefetto. Il suo ruolo sarà quello di occuparsi di tutto ciò che concerne la vita di ordini religiosi, la gestione della vita quotidiana degli istituti di vita consacrata e quelli di vita apostolica e animare e dare un indirizzo a queste comunità (nelle quali sono compresi anche francescani e soprattutto gesuiti, ordine da cui viene lo stesso papa Francesco). Succede al cardinale brasiliano João Braz de Aviz.
La vocazione e la missione in Mozambico
Nata a Monza il 27 marzo 1965, Brambilla ottiene un diploma da infermiera nel 1986. Nel 1991 diventa suora ed entra nelle Suore Missionarie dell'immacolata. Nel 1998 arriva la laurea in psicologia all'università Gregoriana, mentre l'anno dopo parte in missione in Mozambico, esperienza che la segnerà molto. Li è stata responsabile della pastorale giovanile presso il centro studi Macua Xirima a Maua, vicino al confine con Malawi e Tanzania.
Nel 2003 torna in Italia e inizia a insegnare psicologia all'università Gregoriana, dove nel frattempo consegue il dottorato con una tesi di psicologia e antropologia dal titolo "Evangelizzare il cuore : l'evangelizzazione inculturata tra i Macua Scirima del Mozambico".
Madre superiore e poi prefetto
Negli anni seguenti continua la sua crescita: nel 2011 viene nominata Superiora Generale delle Missionarie dell'immacolata. Al primo mandato di sei anni ne seguirà un secondo, che è scaduto nel 2023. Durante il secondo sessennato, papa Francesco nota lei e altre sei donne, che l'8 luglio 2019 diventano le prime donne all'interno del dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
Fra di loro c'è anche Alessandra Smerilli, che nel 2021 diventa segretaria (ruolo secondo solamente al prefetto) del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Mai nessuna donna aveva potuto aspirare a un ruolo simile. Alla scadenza del suo secondo mandato Superiora Generale delle Missionarie dell'immacolata nel 2023, però, papa Francesco decide di chiamare Simona Brambilla per offrile il ruolo di segretaria nel dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
Il 6 gennaio, arriva la chiamata di papa Francesco per ricoprire il ruolo di prefetto, prima donna in un governo vaticano egemonizzato da uomini, ma che cerca di dare più spazio alle donne. I dicasteri vaticani sono 16, coprono un ventaglio di funzioni amplissimo e al momento sono esclusivamente di appannaggio maschile.
Le donne e la Chiesa: secoli d'incomprensione
Malgrado diversi passi del Vangelo mettessero la fede di donne e uomini sullo stesso piano, le donne sono state messe per secoli ai margini della vita cristiana: San Paolo compara la sottomissione delle donne all'uomo a quella che i cristiani hanno per Cristo; Sant'Agostino, secondo il suo biografo Possidio, teneva a distanza le donne per evitare che si parlasse male di lui; mentre San Tommaso parla delle donne come "maschi mancati".
Nel medioevo non va meglio: a prescindere da un gran numero di sante e beate (come Santa Chiara), il convento diventa spesso la prigione di nobildonne che non si sono potute sposare o i cui mariti sono caduti in disgrazia.
Le donne più importanti di Roma del X sec., Teodora e Marozia, sono trattate con misoginia dalle fonti cattoliche e protestanti, che etichettano periodo storico in cui hanno una forte influenza sulla Curia romana come "pornocrazia". Proprio loro sono però all'origine del mito della papessa Giovanna, leggendaria donna che si fingeva uomo per governare la Chiesa.
Dopo il Concilio Vaticano II: aperture e resistenze
Uno status quo che viene intaccato solo col concilio Vaticano II nel 1964, quando papa Paolo VI invita 23 donne come auditrici dell'assemblea. Avranno poi un ruolo importante nella stesura dei documenti conciliari.
I successori, Giovanni Paolo I e II porteranno lentamente avanti un'opera di inclusione che ha dei momenti di enorme apertura, ma incontra anche enormi resistenze. Benedetto XVI, da cardinale per la Congregazione della Fede, firma nel 2004 una lettera contro il femminismo radicale, mentre già dal 1967 la Chiesa valdese ha iniziato a ordinare sacerdoti donne e a permettergli di celebrare la messa.
Il ruolo di papa Francesco
Fin dalla sua elezione, papa Francesco ha parlato di dare più spazio alle donne nella Chiesa, tant'è che durante il suo pontificato la percentuale di donne all'interno delle istituzioni religiose è passata dal 19 al 23,5% (fonte: Vatican News).
Nel 2022 un'ulteriore svolta, con la "Predicatae Evangelium", che prescrive una maggiore condivisione di ruoli di governo e di responsabilità all'interno della Curia romana. Aggiungendo che "ogni fedele può dirigere un dicastero o un organismo", se il papa lo considera degno di nomina.
La nomina di Simona Brambilla, nell'anno santo, scompagina le carte. Adesso l'attenzione di molte donne cattoliche si apre sulla possibilità per loro di diventare diacone e di celebrare messa. Possibilità su cui papa Francesco si dimostra molto prudente, consapevole che un'eccessiva apertura può portare attriti e spaccature con le frange più conservatrici del cattolicesimo.