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L'Ue paga Hamas? Come funziona il sistema degli stipendi ai palestinesi

FILE - Persone si riuniscono per salutare i prigionieri palestinesi liberati in base all'accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, nel sud della Striscia di Gaza, 13 ottobre 2025.
FILE - Persone si riuniscono per salutare i prigionieri palestinesi liberati in base all'accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, nel sud della Striscia di Gaza, 13 ottobre 2025. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Sasha Vakulina
Pubblicato il
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L'Autorità nazionale palestinese ha chiuso a febbraio il Fondo per i martiri, Secondo le informazioni ottenute da Euronews, il meccanismo che Israele definisce "pagare per uccidere" potrebbe essere ancora in funzione attraverso canali alternativi

A febbraio, l'Autorità Palestinese ha annunciato la fine del programma di pagamento alle famiglie dei palestinesi uccisi o imprigionati da Israele.

Conosciuto come Fondo per i martiri, il programma garantiva alle famiglie dei palestinesi imprigionati in Israele per il coinvolgimento in attentati terroristici - o rimasti uccisi in tali attacchi - stipendi mensili su una scala variabile a seconda della durata della pena, con uno stipendio aggiuntivo per le loro famiglie e sovvenzioni disponibili per servizi come l'assicurazione sanitaria e l'istruzione.

Il programma è stato criticato dagli Stati Uniti, dall'Unione Europea e da Israele come un meccanismo che "premia gli attacchi" contro Israele.

Dopo anni di critiche, il presidente palestinese Mahmoud Abbas, noto anche come Abu Mazen, ha revocato il vecchio sistema all'inizio del 2025 in segno di buona volontà nei confronti dell'amministrazione Trump e ha ribadito pubblicamente che non era più in vigore nelle sue osservazioni all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre.

Tuttavia, Israele sostiene che il sistema è ancora in funzione e che potrebbe coinvolgere i fondi dell'Ue, secondo informazioni ottenute da Euronews.

In questi giorni una delegazione israeliana si trova a Bruxelles per presentare le prove che il vecchio programma di sussidi alle famiglie, che Israele considera una "paga per uccidere" i propri cittadini, sarebbe ancora in vigore e che potrebbe coinvolgere il denaro donato dai 27 membri per altri scopi.

I fondi Ue alla Palestina potrebbero finire alle famiglie dei martiri

Da febbraio, quando il programma è ufficialmente terminato, l'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) ha istituito un nuovo meccanismo chiamato Palestinian National Economic Empowerment Institution (Pneei).

Questo nuovo organismo centralizzato è responsabile della gestione dei pagamenti degli aiuti sociali palestinesi in conformità con i criteri internazionali di welfare, come il reddito, l'occupazione e l'alloggio.

Se una persona soddisfa i requisiti socio-economici, riceve un pagamento di base di circa 500 euro (1880 nuovi shekel). Secondo le informazioni ottenute da Euronews, però, i richiedenti ricevono anche pagamenti aggiuntivi attraverso canali alternativi e privi di controllo.

Tali canali sarebbero utilizzati per i pagamenti a coloro che non hanno fatto domanda e che vengono comunque assistiti finanziariamente da autorità locali, come quella per i Prigionieri che forniscono liste di nomi al Pneei.

In questo modo membri di Hamas potrebbero essere inclusi comunque nei pagamenti nonostante l'Anp neghi che il suo sostegno finanziario si estenda ai membri di Hamas e della Jihad Islamica.

Secondo quanto appreso da Euronews, le famiglie dei palestinesi uccisi o feriti in attacchi contro Israele e gli israeliani ricevono automaticamente il pagamento senza che sia necessario soddisfare i criteri stabiliti per ottenerlo.

Per quanto riguarda i prigionieri rilasciati, quelli che si trovano in Israele o nei territori palestinesi ricevono ancora il pagamento come "stipendio".

Allo stesso tempo, sono spesso registrati sulla carta come dipendenti dell'Autorità palestinese o delle sue forze di sicurezza, condizione per cui possono ricevere legittimamente un salario.

I prigionieri esiliati e quelli che devono rimanere all'estero ricevono, a quanto pare, altri emolumenti per l'alloggio. Una parte significativa del budget del programma di pagamenti però proverrebbe da aiuti internazionali, compresi i fondi dell'Ue.

Cosa dice l'Autorità palestinese a proposito dei salari ai palestinesi?

All'inizio del mese, Abbas ha licenziato il suo ministro delle Finanze, Omar al-Bitar, secondo l'agenzia di stampa Wafa.

Sebbene non sia stata fornita alcuna ragione ufficiale per il suo licenziamento, si dice che al-Bitar abbia permesso la continuazione dei pagamenti nonostante l'eliminazione già in vigore del programma di assistenza dell'Anp.

Media israeliani hanno riferito che al-Bitar ha autorizzato i pagamenti ad alcuni prigionieri di sicurezza palestinesi al di fuori del nuovo sistema Pneei, che condiziona gli stipendi assistenziali al bisogno finanziari, piuttosto che alla durata della pena.

All'inizio di novembre, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha commentato il licenziamento del ministro delle Finanze dell'Autorità palestinese, affermando che la mossa "non assolverà Mahmoud Abbas e l'Autorità palestinese dalla loro complicità nel pagamento per l'uccisione e dalla responsabilità per i continui pagamenti ai terroristi e alle loro famiglie".

L'Ue è il principale fornitore di assistenza esterna ai palestinesi, con uno stanziamento bilaterale di circa 1,36 miliardi di euro tra il 2021 e il 2024.

Nell'aprile 2025 l'Ue ha presentato un pacchetto di aiuti finanziari fino a 1,6 miliardi di euro per sostenere l'Anp e finanziare progetti in Cisgiordania, Gerusalemme e nella Striscia di Gaza.

Più di un terzo di questo denaro, da erogare in due anni, sarà fornito come sostegno diretto al bilancio dell'Autorità palestinese ed è finalizzato a migliorare la sostenibilità finanziaria, la governance democratica e i servizi per aiutare lo sviluppo del settore privato.

L'aiuto è subordinato all'attuazione da parte dell'Autorità palestinese di sostanziali riforme democratiche e di governance, tra cui la fine dei pagamenti del Fondo Martiri. Euronews ha contattato l'Autorità Palestinese e la Commissione Europea da cui attende un commento in merito.

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