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La crisi demografica della Grecia

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Di Bryan Carter
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Villaggi vuoti, giovani lavoratori disillusi e funzionari governativi che si affannano a cercare soluzioni: il paese si sta preparando a un crollo demografico alimentato dal crollo delle nascite, dall'emigrazione di massa e dal basso tasso di fertilità

Sei anni fa la Grecia è uscita dai programmi di salvataggio finanziario. Quel passo ha chiuso, almeno ufficialmente, una lunga e dolorosa crisi economica, ma oggi il paese sta affrontando un nuovo tipo di emergenza che potrebbe influenzare la sua struttura sociale ed economica: il declino demografico.

Le proiezioni suggeriscono che entro il 2070, la popolazione greca potrebbe ridursi fino al 25%, molto al di sopra della media Ue del 4%. Nel 2022 il Paese ha registrato meno di 77.000 nascite, il minimo in quasi un secolo, mentre i decessi sono stati quasi il doppio: 140.000. Nulla sembra indicare che questa tendenza cambierà presto.

"Il crollo demografico sta letteralmente diventando una sfida esistenziale per il nostro futuro", ha detto il Primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis. L'ultimo censimento della popolazione, nel 2021, ha mostrato un calo del 3,1% della popolazione complessiva in soli dieci anni: la popolazione del paese era di 10,5 milioni di persone.

La crisi economica ha alimentato l'esodo di circa mezzo milione di greci, soprattutto tra i segmenti giovani e istruiti della popolazione. Chi è rimasto nel Paese deve fare i conti con una difficile ripresa del mercato del lavoro, caratterizzata da un'elevata disoccupazione e da salari bassi, che rendono ancora più difficile costruire carriere e famiglie stabili.

A Chio, un'isola di 50.000 abitanti nel Mar Egeo settentrionale, Euronews ha parlato con Mary e Nikos, una coppia di trentenni che ha lasciato la Grecia per gli Stati Uniti due anni fa e che la visita solo occasionalmente per le vacanze. Parlando della loro decisione di emigrare, hanno indicato nelle difficoltà economiche il motivo principale che li ha spinti ad andarsene.

"Se si deve lavorare dalle 10 alle 12 ore al giorno e non si guadagna quanto si vorrebbe, come si può comprare una casa? E come si può crescere una famiglia? Non si può", ha detto Mary. Nikos ha fatto eco ai suoi sentimenti, affermando che, pur amando la Grecia, non pensano di tornare in patria, anche se le condizioni migliorassero.

Chio ha una lunga storia di emigrazione. Diverse generazioni se ne sono andate in cerca di opportunità altrove. Oggi non sono rari i villaggi vuoti con solo una manciata di anziani residenti, soprattutto nella parte settentrionale dell'isola. Un indicatore della direzione che sta prendendo il Paese, dove i bassi tassi di fertilità (1,32 nascite per donna) e l'aumento dell'aspettativa di vita stanno rapidamente portando alla riduzione di una popolazione sempre più vecchia.

L'economista greco Nikos Vettas sottolinea le conseguenze economiche di questo spostamento demografico, che mette ulteriore pressione sul sistema pensionistico e sui servizi sanitari della Grecia: "Il problema principale è che ci sarà un numero minore di persone che lavorano. E ora queste persone dovranno sostenere una grande popolazione di anziani".

Tuttavia Vettas aggiunge che è possibile adottare alcune misure per alleviare il problema: "Bisogna aumentare la produttività del Paese. Bisogna introdurre la tecnologia. Bisogna incoraggiare l'afflusso di immigrati, soprattutto nei lavori ad alta produttività".

Riconoscendo l'urgenza della questione, nel 2023 il governo greco ha istituito il suo primo ministero in assoluto dedicato specificamente ad affrontare la sfida demografica. Guidato da Sofia Zacharaki, il ministero ha introdotto una serie di misure, tra cui sgravi fiscali e un aumento degli assegni statali per i neonati, nella speranza di incoraggiare tassi di natalità più elevati.

Pur riconoscendo che questi sforzi da soli non risolveranno il problema, Zacharaki sottolinea che rappresentano un passo nella giusta direzione per risolvere quella che definisce “la più grande minaccia che la Grecia deve affrontare”.

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